Il rapporto finale della Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito sull’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft sembra indicare che la decisione potrebbe impedire la conclusione dell’affare per i prossimi dieci anni. La scelta è alquanto ironica, visto che Microsoft ha firmato accordi decennali con molte aziende e servizi di cloud gaming, l’ultimo dei quali con Nware.
Microsoft VS CMA. Chi vincerà?
Microsoft sembra essere stata colta alla sprovvista dalla decisione della CMA, in quanto diverse aziende si erano pronunciate a favore dell’acquisizione di Activision Blizzard, affermando di non credere che l’affare avrebbe avuto un impatto negativo sulla concorrenza. Il principale detrattore è stata, naturalmente, Sony; il gigante giapponese dei videogiochi ha affermato che l’accordo danneggerebbe irreparabilmente la concorrenza e che Microsoft potrebbe potenzialmente rilasciare versioni inferiori di Call of Duty su PlayStation e su Nintendo Switch.
Ovviamente, Microsoft ha negato questa possibilità affermando che intende rendere Call of Duty disponibile su molte piattaforme e ha firmato accordi decennali nel tentativo di dimostrarlo. Il rapporto finale della CMA espone esaustivamente il ragionamento dell’autorità per il blocco inaspettato dell’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft ed è lungo oltre 400 pagine. Nella sezione 11.26, il documento rivela che la pratica normale della CMA sarebbe quella di bloccare la fusione per un periodo di dieci anni, a meno che le circostanze non cambino in qualche modo.
Non è noto esattamente come le circostanze intorno all’affare dovrebbero cambiare perché la CMA possa riesaminare la sua decisione, ma questo dettaglio potrebbe significare che l’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è ora in una situazione di stallo. È possibile che Microsoft possa appellarsi al Competition Appeal Tribunal (CAT) per cercare di far riesaminare la questione, ma questo processo può richiedere mesi e la questione cadrebbe di nuovo nelle mani della CMA nel caso in cui l’appello avesse successo.
Purtroppo, sembra che le acque si siano mosse dopo che il presidente di Microsoft, Brad Smith, si è espresso contro la decisione della CMA, affermando che la scelta segnava un brutto giorno per la Gran Bretagna. Il primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak, non ha accettato questa affermazione; il suo portavoce ha dichiarato che le parole di Brad Smith erano sbagliate e che, sebbene il Regno Unito continuerà ad interagire con Microsoft, la CMA opera in modo indipendente.