In questo periodo mi sto letteralmente divorando The Last Dance (eccoti gli articoli dei nostri cuginetti della redazione Cinema e Serie TV), docu-serie incentrata sulla squadra di basket più famosa di sempre, i Chicago Bulls e di sua Airness Michael Jordan. Qual ora non l’avessi ancora fatto guardala perché merita davvero tantissimo. Sì, anche se pensi che a basket ci si giochi in 11 contro 11 e non hai la più pallida idea di cosa sia un tiro da 3 punti. È una bellissima storia di sport, ma non solo, è cultura anni ’90 a tutto tondo. Lascia un’adrenalina particolare, alla fine di ogni episodio e un insegnamento sul non mollare mai la presa sui propri obbiettivi. Insomma ti ordino di guardarla!
Detto questo, no, oggi non ti farò una recensione al volo su The Last Dance e non ti racconterò di quanto fossi in fissa, da bambino, con lo sportivo più famoso di tutti i tempi Michael Jordan, ma una bella carrellata di 10 giochi su uno dei tre sport più famosi nella terra a stelle e strisce. Fidati ho tirato fuori delle perle di un certo spessore.
NBA Jam
Partiamo con lui, probabilmente uno dei più famosi giochi a tema cestistico per chi è nato nella decade ’80. Uscito in sala giochi nel 1993 e su console l’anno successivo, Midway per darci questa assoluta perla, adatta ad appassionati e non, punta tutto sull’arcade frenetico e sulle schiacciate spettacolari. Non erano presenti i falli, potevi tranquillamente spintonare i tuoi avversari e le partite si svolgevano 2 VS 2. Godibile in solo, ma era in multiplayer locale che il gioco dava il suo meglio. Piccola menzione per la presenza dell’ex presidente Bill Clinton e della sua consorte Hillary, come personaggi giocabili, i quali potevano essere sbloccati tramite un cheat code.
NBA Street
Sono particolarmente affezionato a questo titolo, visto che fu il mio primo acquisto quando uscì la PlayStation 2. Una grafica dettagliata e pure un po’ fumettosa. Tutte le squadre dell’NBA tra cui scegliere, aggiornate alla stagione 2000-2001 e una giocabilità sopraffina che me la sogno ancora la notte. Il gioco si svolgeva a partite da 3 contro 3, si dovevano fare trick per riempire una barra del turbo e con essa carica, fare una schiacciata spettacolare con tanto di fuochi d’artificio.
Una volta sconfitti gli avversari, si poteva scegliere un giocatore da annettere al nostro team, con l’intento di creare una squadra sempre forte e sfidare le così dette leggende. Squadre inventate che però avevano tra le loro fila dei boss ispirati ai più famosi giocatori del passato. L’ultimo boss, manco a dirlo, era proprio lui, Air Jordan. Piccola curiosità nella versione Gamecube del gioco, Michael Jordan viene tolto come boss finale perché, dopo il secondo ripensamento al ritiro, tornò a giocare per i Washington Wizards è, quindi, disponibile fin dall’inizio.
NBA Live (Serie)
Storia travagliata quella della serie LIVE di EA Sports. C’era un tempo, verso la fine degli anni ’90, in cui qualsiasi sport veniva trasportato in formato digitale da EA: calcio, basket, NHL, Nascar Racing, Gran Turismo Europea, Golf, caccia al cervo (si pure quello). Beh non che oggi sia tanto diverso, anzi, tuttavia si pone un freno a tutto ciò.
Ed è per colpa di questo freno che NBA Live non è riuscito ad essere pubblicato con regolarità, al contrario della serie calcistica FIFA. Infatti, visti gli scarsi risultati di vendita, più anni la serie fu stoppata all’uscita. Proseguì con cadenza annuale solo dal 1995 fino al 2009, per poi essere ripresa nel 2013, mancare l’appuntamento nel 2016 e nuovamente nel 2019. Questa discontinuità e le poche vendite, potrebbero essere dovute alla prossima posizione.
NBA 2K (Serie)
La serie 2K nasce nel 1999 sul compianto Dreamcast ed il suo grandissimo successo è, probabilmente, la causa della debacle di NBA Live di EA Sports. Spettacolare sotto ogni punto vista, con una grafica super curata (sono del parere che in un gioco sportivo la grafica ha una forte importanza), ma soprattutto ideale per andare a creare quell’atmosfera che si respira sul parquet. Sono presenti diversi eventi, come la stagione completa e anche l’All Star Game, ma è il suo realismo il punto di forza. Che dire, la cura che 2K sport ha messo nel creare questo titolo ha letteralmente spazzato via gli avversari.
Shaq Fu
Allontaniamoci dal basket, ma non da una delle sue icone. Se negli anni ’90 non eri in fissa con Michael Jordan, ma comunque ti piaceva il basket, probabilmente ammiravi un certo Shaquille O’Neal. Bestione di 2 metri e 14 centimetri per 150 Kg di peso, era uno degli astri nascenti e uno dei pretendenti a diventare un’icona dell’NBA per il dopo Jordan. Quindi perché non creare un videogioco su di lui? Ottima idea.
Ma creare un gioco di basket per un giocatore di basket, probabilmente è stata considerata un’idea fin troppo mainstream. Facciamo un picchiaduro con il suo nome, dei personaggi assolutamente senza senso e dei movimenti così legnosi da renderlo ingiocabile! Secondo me la conversazione per la creazione di Shaq Fu, dev’essere andata più o meno così. Considerato da molti uno dei peggiori giochi mai creati, tanto da essere diventato un’icona di internet. Ah ci hanno fatto un remake, nel 2018, chiamato a Legend Reborn, che è brutto uguale.
Jordan VS. Bird: One on One
Nuovo giro, nuova corsa nell’amarcord della bruttezza. In questo titolo, uscito nel 1988, per Commodore 64, MS-DOS, Gameboy, NES e Megadrive, potremo solamente utilizzare il giocatore più iconico dei Boston Celtics, Larry Bird, oppure il giocatore più famoso di sempre, Michael Jordan. Non si può fare una stagione intera, nemmeno un campionato e neppure una modalità storia, ma solo delle partite 1 VS 1 oppure dei minigiochi come le gare di schiacciate. Un fulgido esempio di come spremere delle icone dello sport per farci due soldi in più con la loro foto in copertina.
Arch Rivals
Il nonno di NBA Jam. Punto. Potrei chiuderla qui. No dai, anche perché è nettamente più brutto e più frustrante di uno dei più famosi arcade dedicati alla pallacanestro di sempre. Esce nel 1989 per NES, Megadrive, Gamegear e cabinato da sala. Ma è su quest’ultimo che ha la resa migliore. Totale assenza di licenze, anche se i giocatori sono ispirati alle loro controparti reali. La cosa più irritante di questo titolo è la scena di intermezzo, che inquadrerà cheerleader, allenatori a bordocampo o tifosi, ad ogni canestro fatto o subito. Sempre arcade, anche questo 2 VS 2 e targato Midway. Ti ho detto, il nonno di NBA Jam.
Street Hoop
Visto il successo di NBA Jam era logico aspettarsi dei cloni o comunque dei giochi che prendessero ispirazione. Qui la formula è 3 VS 3, non sono presenti licenze, ma solo le nazionali, le quali hanno caratteristiche diverse per ognuna (gli USA sono forti sulle schiacciate mentre la Korea era il massimo sui tiri da 3). Il titolo di per sé non era male, però aveva una grossa pecca, molto comune ai giochi del tempo, cercava in ogni modo di barare.
Esempio: se a 10 secondi dal fischio finale eri in vantaggio di 2 punti, stai pur certo che alla fine un tiro 3 con palla agli avversari, anche da centrocampo, andava sicuro a segno. Via con un’altra monetina per continuare.
Mario Slam Basketball
Dunque Mario ha fatto il calciatore, il tennista, ha fatto le olimpiadi insieme a Sonic, giocatore di Golf e corre sui kart. Adesso pure cestista. Ma non era idraulico? Detto questo, sviluppato da SquareEnix ed uscito per Nintendo DS, è il secondo titolo del connubio SquareEnix/Nintendo, dopo Super Mario RPG. Potremo utilizzare sia personaggi dell’universo Mariesco sia alcune icone dei vari Final Fantasy. Tipicamente colorato, pure molto divertente, l’unica cosa che mi stupisce di questo titolo è che ce ne sia solamente uno e non abbiano mai continuato la serie.
Bill Laimbeer’s Combat Basketball
Un’altra moda, molto in voga negli anni ’90, era quella di rendere tutti gli sport su console cibernetici. Calcio fatto da robot, pallavolo con i giocatori dotati di esoscheletro, poteva mancare il basket? Ma certo che no! Visuale a volo d’uccello, spettatori che ti lanciano armi dagli spalti (e noi italiani che siamo rimasti a lanciare motorini dalle curve), licenza inutile di uno dei giocatori iconici dei Detroit Piston, Bill Laimbeer e c’è pure una trama. Nell’anno 2030 il basket è diventato uno sport violento e tutti i giocatori sono stati rimpiazzati da robot, tranne il buon Bill. Fine. Sì ok, non è il massimo della storia, lo ammetto.