Sono anni di riscoperta, vuoi perché in molti sono delusi dai giochi che stanno uscendo in questi tempi, vuoi perché prima si poteva e si doveva sperimentare di più. Negli ultimi anni si è visto nascere un nuovo filone del gaming, un nuovo segmento di settore, forse più collezionistico, chiamato retrogaming. Ogni console uscita ha al suo arco tanti titoloni più o meno famosi, capolavori o presunti tali che hanno forgiato le nostre adolescenze, tuttavia in mezzo ai giochi cosiddetti tripla A, ci sono tante altre produzioni minori, giochi che per un una scarsa pubblicità o per una scarsa innovazione hanno avuto poco spazio e al tempo stesso hanno venduto una miseria. Con questo articolo apriamo una serie dove andremo a riscoprire queste “hidden gems” e partiremo subito forte, iniziando con la prima gloriosissima Playstation, ma pian piano vedremo di coprire tutte le console uscite, quasi a voler fare un manuale di ciò che non ti puoi perdere, ma che probabilmente non conosci. 10 giochi molto validi e divertenti, ma di cui non si ricorda nessuno, perché a nominare i vari Final Fantasy, Metal Gear Solid o Resident Evil siamo davvero capaci tutti.
Direi di partire:
Vib Ribbon
Se sei nato negli anni ’80 e hai vissuto l’esplosione della musica Dance alla fine degli anni ’90/inizio 2000, sicuramente ricorderai il video di “Bla Bla”, nota hit dance di Gigi D’Agostino. Beh questo gioco è quel video, ma con un essere che si trasforma in base al nostro punteggio. Impersoneremo Vib, un coniglio antropomorfo, il quale regredirà a rana o a verme in base a quanti errori faremo durante gli stage che compongono il titolo. Il gioco di per se è un rhythm game dove dovremo superare gli ostacoli saltando a ritmo di musica, ma la vera genialità di questo titolo stava nel fatto che se al posto del disco di gioco, avessimo inserito un qualsiasi CD musicale, le tracce che lo compongono avrebbero generato casualmente i livelli, rendendolo di fatto un infinito.
Tai Fu Wrath of the Tiger
Prendi una grafica in 3D, un’ambientazione asiatica, nemici della tradizione cinese e avremo Kung Fu Panda…ehm no, scusa l’errore, ma le similitudini sono molte. Un ottimo gioco che prese ispirazione a piene mani da classici 3d platform del tempo, con l’aggiunta di un pizzico di picchiaduro. Il suo problema più grande fu la mancanza di innovazione. Sapeva, purtroppo, di già visto anche se tutto sommato era molto divertente.
Tombi!
Negli ultimi anni questo platform ha vissuto una seconda giovinezza, nel senso che è stato riscoperto dai più ed è diventato un must per i cultori del retrogame. Prenderemo i panni di Tombi, un cavernicolo dai capelli rosa, il quale si scontrerà con dei maiali che ci hanno rubato il nostro bracciale, ultimo ricordo del nostro defunto nonno. Creato dalla mente che c’era dietro Ghost ‘n Goblins, Tokuro Fujiwara, ha una difficoltà molto punitiva in alcuni tratti, come da tradizione per i giochi fatti dal producer; tuttavia la grafica colorata in 3D e la grande giocabilità, da platform a scorrimento, lo rendono estremamente godibile.
Piccolo Fact sul gioco:
Il nome originario di Tombi! è “Tomba!”, ma in Europa cambiarono il nome perché in italiano il titolo originale ha un significato troppo macabro.
Legend of the Dragoon
Se sei appassionato di JRPG alla Final Fantasy, con tanto di combattimenti a turni, magie ed evocazioni, non puoi proprio farti scappare questa piccola perla. Nei panni di Dart dovremo sconfiggere Mostro Nero, il quale ci ha reso orfani da bambini.
Questo gioco passò agli onori della cronaca perché aveva fatto ciò che Final Fantasy non aveva mai azzardato fino al decimo capitolo della sua serie più famosa, il doppiaggio dei dialoghi. Certo, vista la limitata potenza della console, questo si riduceva solo ed esclusivamente ai filmati in FMV, ma per il tempo fu una novità assoluta. Ancora oggi la sua schiera di fan chiede a Sony di ripubblicare una remastered.
Legend of Legaia
Stiamo sempre in territorio JRPG, visto che la prima Playstation era terreno fertilissimo per questo genere di giochi, ne trovavamo a bizzeffe e di tutti gusti. Questo Legend of Legaia è considerato, a detta di molti, la più grande gemma nascosta nel panorama della console Sony, vista la bellissima storia e il particolare stile di combattimento. Sempre turn based, ma dovremo scegliere se sferrare un pugno, un calcio, se far andare i nostri colpi in alto o in basso e potremo creare pure delle combo in base alla nostra barra di combattimento.
Jojo Bizarre Adventure
Se non hai mai visto l’anime o letto il manga di Jojo Bizarre Adventure, ti consiglio caldamente di farlo, è veramente fuori di testa (come suggerisce il titolo). Se invece sei fan di quest’opera di Hirohiko Araki, prova questo gioco uscito anche per Dreamcast e riproposto su Playstation 3 tramite lo store digitale. Il titolo è creato da CAPCOM, dagli stessi sviluppatori di Street Fighter III e lo stile si vede tutto. Abbiamo un picchiaduro 2D estremamente solido, bello da vedere e divertentissimo da giocare anche ai giorni nostri. Ripercorreremo le fasi cruciali della parte 3 dell’anime chiamata Stardust Crusaders, con le dovute licenze a livello di storia. Piccolo appunto, la versione Dreamcast è preferibile a quella Playstation, visto che ha molte più animazioni dei personaggi.
Bloody Roar 2
Bloody Roar 2 l’ho recentemente recuperato, visto che era andato perduto durante il classico trasloco. Picchiaduro pure questo, ma con una particolarità: ogni personaggio è associato ad un animale e ti potrai trasformare in quest’ultimo con la pressione di un tasto andando, quindi, a ribaltare l’esito di uno scontro. Solitamente i giochi in 3D sono quelli che invecchiano peggio, ma non è il suo caso: giocarlo oggi da ancora le sue soddisfazioni e moltissime ore di divertimento, specialmente in compagnia dell’amico nerd in infiniti scontri 1 VS 1.
The Adventures of Alundra
Se sei fan della serie di Zelda, mi risulta molto difficile non consigliarti The Adventures of Alundra, adesso ti spiego perché. Partiamo dal personaggio Alundra, un giovane dalle orecchie a punta che ha la capacità di entrare nei sogni delle persone mentre queste dormono. Arriveremo nelle terre di Inoa e qui troveremo le varie quest e i dungeon che compongono il gioco. Dovremo, man mano che proseguiamo con la storia, cercare di sviluppare le nostre abilità per poter oltrepassare gli ostacoli che ci faranno progredire nel gioco. Sì ci sono le bombe, sì c’è la corsa caricata e sì possono pure rompere le giare…dove l’hai già sentita questa cosa? Capiamoci, prendere a piene mani da una saga come quella di Zelda non è un difetto, però ammetto che qui siamo ai limiti del plagio!
Policenauts
Kojima prima di Kojima. Pubblicato originariamente su NEC PC-9801 prima, su 3DO poi e infine su Playstation e Sega Saturn, è una delle prime opere del creatore della saga di Metal Gear Solid. Avventura grafica vecchio stampo, quindi la storia la fa da padrone, non è mai stato, purtroppo, pubblicato al di fuori del Giappone, quindi si trova ufficialmente solo nella lingua del Sol Levante, tuttavia il team Junker ha pubblicato una patch per tradurlo in inglese e renderlo godibile ad una più vasta utenza. La trama, per sommi capi, visto che vale davvero la pena di essere giocato, parla dell’ex Policenauts, agenti di polizia in tuta da astronauta, Jonathan Ingram il quale dopo un incidente nello spazio viene creduto morto, ma in realtà è rimasto in ibernazione per ben 25 anni grazie alla sua tuta. Vista l’ibernazione, Jonathan non è invecchiato, ma i suoi cari sulla terra hanno continuato le loro vite. Una volta ritornato, quindi, l’uomo apre un’agenzia di investigazioni e qui verrà assoldato dalla ex moglie per ritrovare il suo nuovo marito scomparso.
Piccolo fact sul gioco:
Nel primo Metal Gear Solid, per Playstation, durante l’incontro con Otacon, ci sarà un easter egg proprio su Policenauts. Uno dei poster attaccati sulla parete del laboratorio è infatti la locandina del gioco e quando Otacon dirà di aver creato il Metal Gear perchè gli piacevano gli anime giapponesi, vedremo delle sequenze animate tratte proprio dal gioco in questione. La stessa musica di introduzione in Metal Gear Solid (quando si vede il logo Konami per capirci) è la stessa di Policenauts, in più ritroveremo Maryl anche qui.
Anna Kournikova: Smash Court Tennis
Non poteva mancare un gioco sportivo, però mettere un titolo calcistico o di corse sarebbe stato troppo scontato. Premiamo con la menzione Anna Kournikova’s Smash Court Tennis. Caratterizzato da una grafica 3D a volo d’uccello, ci fa quasi ricordare i vecchi titoli di tennis presenti in sala. La giocabilità non vuole per nulla essere una simulazione anzi qui parliamo di un arcade nudo e crudo. Se sei appassionato di questo sport, ma anche in caso contrario, avrai tante ore di genuino divertimento.
Dunque questi sono 10 giochi che secondo me vanno recuperati per la scatoletta grigia di mamma Sony, oltre a naturalmente ai titoli più blasonati. Ovviamente quando ci si approccia al retrogame bisogna fare i conti con meccaniche di gioco datate e chiudere un occhio sulla grafica, tuttavia se si riesce nell’intento si possono riscoprire delle opere davvero meritevoli, che ti faranno sicuramente esclamare “Dovevo recuperarlo al tempo!”.