Dopo aver trattato tutte le console Sony, andando a riscoprire le hidden gems che le componevano, ne mancano solo due all’appello: PSVita e Playstation 4. Oggi, manco a dirlo, visto che due settimane fa abbiamo preso in esame PSP, la più famosa e vincente delle console portatili di Sony, oggi è il turno di PSVita. Un sogno diventato realtà poi, purtroppo, trasformatosi in incubo.
PSVita esce nel 2011 in Giappone e fa capolino nel resto del mondo nel 2012. Una macchina, sulla carta, meravigliosa, che fin da subito mostra i muscoli con 2 o 3 titoli tripla A, di quelli che ti fanno esclamare senza troppi giri di parole: “La voglio”. Un hardware davvero di tutto rispetto, con uno schermo OLED, davvero meraviglioso, ma soprattutto rivoluzionario per il tempo e una scheda tecnica mostruosa (che non starò qui a scriverti perché i freddi numeri stanno a zero)
Poi finisce tutto. Dopo aver sparato le cartucce di titoli altisonanti come Wipeout 2048, il quale solo il nome evocava ricordi ai giocatori di vecchia data, l’egregio e spettacolare Uncharted: L’abisso d’oro e l’ottimo Gravity Rush, qualcosa si ruppe e non uscì più nulla che fece esclamare: “WOW!”.
Adesso non voglio fare disamine sul perché PSVita abbia fatto questa brutta fine, i fattori possono essere molteplici. Vuoi l’alto prezzo di vendita (299 € nella versione 3G, dove ti potevi connettere ad internet inserendo una SIM) o forse il marketing fatto malamente. A parere del sottoscritto è stata la mancanza di giochi davvero di spessore. Vedi PSP, al tempo era stata comprata da tutti perché c’era GTA: Liberty City Stories che era fondamentalmente GTA III, ma con una storia diversa. Un sogno per i più.
Capiamoci i giochi sulla console c’erano ed erano pure molti, però il grosso problema era che erano per lo più remastered di vecchie glorie. Metal Gear Solid HD Collection, Persona 4 Golden, Jack & Dexter Trilogy sono solo alcuni dei grandi capolavori che la portatile di Sony riuscì a portare al suo cospetto, tuttavia si trattava di remastered e non di giochi nuovi, esperienze che avevamo già vissuto su Playstation 2.
A parte questo però, andando a scavare a fondo, c’è una moltitudine di opere veramente validissime, che ti posso assicurare valgono la pena di essere giocate. Anzi ti dirò di più ti farò venire la voglia di recuperare una PSVita sui famosi siti di usato. Dopotutto si trova al prezzo di una pizza capricciosa e una coca cola. Direi che ne vale la pena.
Air Race Speed
Al contrario di PSP, su PSVita, non ci fu una moltitudine di giochi di corse. Questo clone di Wipeout era davvero ben fatto: grafica curata, sensazione di velocità costante e un gameplay divertente. L’ideale per la formula mordi e fuggi che deve avere, appunto, una console portatile. E nemmeno il fatto che fosse il porting di un titolo 3DS lo fece sfigurare (tutti sappiamo che il 3DS a livello hardware era nettamente inferiore) visto che il tutto girava divinamente. Velocissimo.
Lost Dimension
Acclamato dalla critica, a buona ragione, Lost Dimension propone un’ottima formula strategica a turni tra le più godibili e profonde mai provate su PSVita e non solo. Dovremo contrastare un gruppo terroristico e la storia è contornata da molteplici colpi di scena fatti di tradimenti. Spy story.
Shinobido 2
Probabilmente uscito in sordina perché ha dovuto scontrarsi all’inizio con titoli del calibro di Wipeout e Uncharted. Shinobido 2 è un ottimo stealth game ambientato al tempo del Giappone feudale. Si poteva scegliere a quale fazione far parte con una mappa estesa e totalmente esplorabile. Unico difetto una campagna troppo breve che ne ammazzava la longevità. Breve, ma intenso.
Ar Nosurge Plus
Inizialmente uscito per la sorellona Playstation 3, Ar Nosurge Plus, si tratta dello stesso identico gioco, ma comprendente tutti i DLC con parecchie ore di gioco in più e una versione riveduta e corretta del titolo. Per chi non lo conoscesse, siamo di fronte ad uno dei tantissimi RPG presenti sulla console portatile di casa Sony, incentrato parecchio sulle relazioni che il giocatore dovrà avere con gli altri personaggi a schermo. Porting perfetto, anzi migliore.
Guilty Gear XX Accent Core Plus R
Poteva mancare un bel picchiaduro in questa lista? Beh, ma che domande, ovvio che no! Inizialmente criticato per l’assenza di una modalità online e per il fatto di presentarsi con un aspect ratio in 4:3, nonostante questo il gioco è estremamente ben fatto. Il titolo è una versione riveduta e corretta di Guilty Gear X2 ed è stato sviluppato da Arc System Works, lo stesso team dietro Dragonball FighterZ, Persona 4: Arena e la serie di BlazBlue. Godurioso.
Broken Sword 5: The Serpent’s Curse
Broken Sword è uno di quei titoli che io definisco dedicati a chi ha il palato videoludico fine. Nato su campagna Kickstarter per essere pubblicato solo su PC, mobile e PSVita, solo successivamente verrà portato anche su Playstation 4 e Xbox One. Che dire di lui se non un gioco storico e nonostante tutti questi anni di assenza è riuscito comunque a regalarci una storia molto solida e degli enigmi ben ragionati. Un obbligo di acquisto per tutti i fan dei titoli punta e clicca. Hipster videoludico.
Wanted Corp
Un titolo che ha fatto flop non una, ma ben due volte. Uscito inizialmente su Playstation 3 e Steam, gli sviluppatori hanno provato a dargli nuova vita giocando la carta PSVita, consci dell’ottimo lavoro svolto. Niente da fare, copie vendute 3. Visuale isometrica, un sistema di controllo innovativo che faceva uso di entrambi gli stick analogici e una grafica pulita e molto gradevole, non sono bastati per emergere. Sfortunato.
Scintillatron 4096
Un gioco strano che faceva uso di tutti e due gli stick analogici. Il classico titolo da una botta e via, dove però una volta capito il meccanismo è difficile staccarcisi. Dovremo sparare con precisione in base a quello che ti viene richiesto ad inizio missione. Esempio: spara a tutti i nemici rosa e viceversa. Nel frattempo potremo faremo una miriade di combo le quali ci daranno assoluta soddisfazione. Droga virtuale.
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel
Qui arriviamo a probabilmente ad uno dei migliori JRPG presenti sulla console, se non il migliore, se non ci fosse un certo Persona 4 Golden davvero irraggiungibile. Trails of cold steel e Trails in the Sky nascono originariamente su PSP. Dettano fin da subito una narrativa eccezionale, condita da un sistema di controllo eccezionale e da una grafica che è una gioia per gli occhi. Se sei un appassionato di JRPG non puoi perderti per nessun motivo questo meraviglioso titolo. Secondo in classifica.
Dragon’s Crown
Chiudiamo con probabilmente il più famoso in questa lista Dragon’s Crown. Uno strano incrocio tra un picchiaduro a scorrimento e un RPG. Uno stile grafico particolare che cerca di avvicinare il titolo ad un manga, con proporzioni strane (ancora mi sogno di notte i muscoli di una delle protagoniste), una gestione dell’inventario presa para para da un RPG, una storia flebile, ma appassionante e delle meccaniche di gioco semplici, ma efficaci. Manna dal cielo per tutti gli appassionati di picchiaduro anni ‘80/’90 e di giochi da tavolo tipo D&D. Peccato per le location che saranno tutte molto simili tra di loro, ma a parte questo merita assolutamente almeno una prova. RPG misto a picchia picchia.