Abbiamo già trattato un titolo di Ivanovich Games e per questo abbiamo già potuto apprezzare la cura e l’amore che questo sviluppatore ha per vecchie perle del passato. Nel caso di 1976 – Back to Midway, stavolta ci troviamo davanti a una trasposizione di 1942 e di 1943: The Battle of Midway di Capcom, due sparatutto a scorrimento verticale nati negli anni 80.
Il titolo si pone senza mezzi termini come il sequel what if di 1943 e prende luogo in una realtà distopica del 1976 in cui gli Alleati hanno perso la seconda guerra mondiale. A questo punto Hitler ha raggiunto l’apice del potere, dichiarandosi il Cancelliere Supremo del mondo intero.
Il mondo è caduto in mano della Germania, ma sarà possibile cambiare il corso degli eventi grazie all’ultimo sforzo di un manipolo di scienziati dell’alleanza guidati dal dottor Ivan Ivanovich.
Grazie al Quantum Air Combat Simulator, il prototipo di realtà virtuale progettato dal Dr. Ivanovich, ti verrà data l’opportunità di viaggiare indietro nel tempo, così da prendere parte alle battaglie aeree più importanti della seconda guerra mondiale. Alla guida di un aereo con ventitré anni di progresso in più rispetto ai nemici, vedrai, sarà come aver attivato i trucchi!
Parola chiave, immersione!
L’importanza di celebrare l’essenza di una vecchia gloria valorizzandola con il VR è probabilmente il desiderio più grande che Ivanovich Games ha infuso nel suo progetto e non si tratta di un dettaglio di poco conto. Si percepisce l’intento di non cambiare una formula di gioco di per sé già funzionale, ma di migliorarla e omaggiarla grazie all’utilizzo della realtà virtuale.
1976 – Back to Midway vede infatti una netta suddivisione all’interno di ognuno dei 16 livelli: all’interno del visore verremo messi davanti al 3D Quantum Simulator, che ci proporrà una versione molto classica dell’esperienza di gioco, dal puro flavour arcade. A parte la strumentazione degli scienziati che ci si ritrova attorno, in 1976 sembra di giocare davanti allo schermo di un enorme cinema, piuttosto che a quello di un cabinato; con la profondità donata dal VR non capiterà di rado di vedere aerei nemici uscire ed entrare dallo schermo di gioco.
Ad aggiungersi al gameplay di base, tanto semplice quanto stimolante, si aggiungono 24 sezioni di immersione, distribuite all’interno dei livelli di gioco. In questi brevi sottolivelli godremo di una visuale in prima persona all’interno dell’abitacolo del nostro velivolo. Un’esperienza che aggiunge un gameplay completamente differente, sicuramente non simulativo ma che al contempo risulta essere estremamente divertente.
Se pilotare il velivolo direttamente dalla cabina si rivela un’esperienza in grado di spezzare la possibile monotonia dello scorrimento verticale in modo divertente e innovativo, nelle sezioni immersive in terza persona abbia avuto qualche problema. Il controllo del velivolo risulta estremamente impreciso, il che rende la caccia agli altri aerei una pratica piuttosto frustrante, soprattutto prima di prenderci la mano.
1976 – Back to Midway
Come dicevamo, 1976 propone un totale di 16 missioni. Possono sembrare poche ed in effetti lo sono, ma Ivanovich Games si è giocata al meglio la carta della rigiocabilità.
Infatti ogni livello prevede il completamento di più missioni che, una volta completate, ci regaleranno delle stelline. Dopo aver superato un determinato numero di livelli il giocatore si vedrà interrotto nella sua avanzata da un vero e proprio “blocco” che richiede un determinato numero di stelle per essere superato.
Un sistema di progressione visto e rivisto, ma non per questo poco funzionale ai fini del gioco. È proprio in questo aspetto che 1976 si rivela essere ben bilanciato e congegnato; risulterà essere praticamente impossibile ottenere tutte le stelline di un determinato livello la prima volta che lo si affronta.
Con più di 200 upgrade che vanno a potenziare i vari tipi di fuoco del nostro velivolo, sarà necessario guadagnare più e più monete attraverso i vari livelli, per poi potenziarsi e riaffrontare i precedenti a caccia di nuove stelline.
Una gioia per gli occhi
Come dicevamo, 1976 – Back to Midway è un’operazione nostalgia che riporta in vita un genere videoludico ormai relegato al mondo del mobile. Ivanovich Games è riuscita a riportare in vita un grande classico anni 80 non stravolgendone il gameplay, ma rendendolo più che apprezzabile anche dal punto di vista puramente visivo.
Non siamo incappati in nessun tipo di bug o glitch grafico che riesca a rovinare l’esperienza, complice un motore grafico che riesce a portare a termine il suo dovere anche nelle situazioni di gioco più concitate.
Grazie a una veste grafica adatta al giorno d’oggi e alla realtà virtuale, potrai sederti davanti a un cabinato con schermo dalle dimensioni cinematografiche e rivivere al meglio il fascino che ha reso una leggenda i titoli a scorrimento verticale. Uno stile classico, che lavora in piena sinergia con la prospettiva in prima persona, gli elementi dinamici sullo sfondo e un comparto sonoro di tutto rispetto.