Rune Factory 4 Special è il ritorno dell’omonimo titolo uscito originariamente per Nintendo 3DS. Questa nuova versione per Nintendo Switch ci riporta nuovamente nella peculiare esperienza che unisce zappa e spada nello stesso gameplay. Vale la pena giocarlo?
Tutto inizia da un’amnesia
La storia di Rune Factory 4 inizia con una rovinosa caduta da un’aeronave, alla quale consegue la classica amnesia che impedisce al protagonista di ricordare il suo passato. Questo, chiaramente, porta a qualche mistero irrisolto che si riverserà lungo tutto il corso della trama.
La caduta ci ha fatto arrivare in una pacifica cittadina, governata da una draghessa, Lady Ventuswill (per gli amici Venti), che ci concede una camera e sceglie di prendersi cura di noi; a patto di contribuire ai diversi lavori del posto, come coltivare il campo o aiutare con i piccoli problemi. Accettando, il protagonista inizia una nuova vita e inizia a conoscere meglio gli abitanti del villaggio e la stessa Ventuswill.
Dopo alcuni accadimenti strani, dei mostri particolarmente potenti si manifestano in alcuni luoghi. Da qui si dipanano diversi misteri, che vengono risolti poco alla volta andando avanti nel titolo. La trama di Rune Factory 4 poggia interamente sui diversi dubbi creati fin dalle prime prime di gioco e sul classico “chissà come andrà a finire?”. Di fatto, l’intreccio è molto semplice e lineare e, in alcuni momenti, persino piatto. Capita infatti di assistere a interazioni davvero troppo lunghe e inconsistenti, con muri di testo che potrebbero benissimo essere accorciati.
Per coloro che amano scoprire la lore dei mondi di gioco, però, i diversi dialoghi sono provvidenziali, dato che si possono includere tanti piccoli dettagli per comporre un contesto generale più grande dove inserire le vicende. In pratica, siamo di fronte a una storia godibile, con alcuni personaggi carismatici, ma niente di incredibile.
Zappa e spada
Il gameplay di Rune Factory 4 è certamente il punto forte della produzione. Infatti, il titolo propone un mix particolare di diversi generi, unendo un simulatore di vita in stile Animal Crossing, a un farming simulator simile ad Harvest Moon, condendo il tutto con un sano Dungeon Crawling. Tuttavia, l’esperienza finale fa tutto bene, ma non eccelle in nulla. Ogni singolo aspetto di gameplay è ben fatto, diverte, ma non è paragonabile a quello dei titoli citati poc’anzi o ad altri congeneri.
Sia chiaro: Rune Factory 4 diverte, e anche tanto, grazie a una struttura di gioco ben congegnata; ciononostante, giocando torna spesso il classico pensiero “bello, ma si poteva fare di più”.
Partiamo dall’inizio e capiamo perché. Il farming del gioco ha alti e bassi, dato che inserisce alcune meccaniche complesse, ma senza che queste siano davvero necessarie fino in fondo. Ogni giorno siamo di fronte al nostro campo da coltivare, seguendo diversi passaggi: prima occorre zappare la terra, poi annaffiare, infine scegliere i semi e piantarli. Ogni seme, peraltro, ha tempi di maturazione molto diversi in base al tipo di pianta.
A queste basi si aggiungono diverse meccaniche, come fertilizzanti, periodi favorevoli (o sfavorevoli) per il raccolto, oppure la necessità di curare il raccolto stesso ogni giorno. Inoltre, possiamo anche ottenere strumenti migliori per poter essere più efficienti. Tuttavia, a tutto ciò fa da contrappeso la ripetitività delle meccaniche base che, di fatto, si possono anche ridurre alla semplice sequenza di: zappa, annaffia, pianta. Inoltre, la raccolta avrà utilità progressivamente minore proseguendo nel titolo, fino a diventare un extra che può essere ignorato. Persino i soldi ottenuti dalla vendita degli ortaggi possono essere guadagnati in altri modi. Se ti piace il genere, sicuramente curerai il tuo campo con piacere ma, oggettivamente parlando, si poteva fare di più.
L’altro aspetto di Rune Factory 4 è dato dalle meccaniche da life sim, anche in questo caso divertenti, ma non eccelse. In pratica, gli NPC incontrati nel villaggio sono tutti caratterizzati a dovere, con gusti personali, modi di fare e di parlare e così via. Oltre ai semplici dialoghi, possiamo cercare di comprendere ciò che ogni personaggio apprezza maggiormente, in modo da creare dei piccoli regali appositamente per lui. Questo farà salire il livello di affinità, sbloccando delle interazioni progressivamente più profonde e interessanti.
Non solo, è anche possibile iniziare delle vere e proprie romance, che possono portare a un matrimonio tra il protagonista e il personaggio in questione. Come accennato però, siamo davanti a un sistema ben fatto, che permette di conoscere bene i vari personaggi e di apprezzarne la caratterizzazione; ma che non arriva, per esempio, al livello di complessità di Dragon Age o di altri congeneri.
Va detto, però, che sposarsi sblocca delle modalità extra accessibili dal menù principale. Queste sono delle storie secondarie che aumentano ulteriormente la, già elevata, longevità di Rune Factory 4, dando un pizzico di valore in più al matrimonio stesso.
Ordini e miglioramenti
Il nostro protagonista riceverà all’inizio del gioco il titolo di Principe (o Principessa, nel caso della ragazza), che consentirà di ordinare diversi miglioramenti della cittadina. Recandoci a uno stendardo, infatti, abbiamo la possibilità di organizzare dei festival (che portano dei turisti, che a loro volta ci consentono di aumentare il nostro grado e di sbloccare nuovi ordini), costruire piccoli edifici (come la fattoria dei mostri), ampliare la stanza, ottenere licenze per il crafting e così via.
Tutto questo crea una progressione parallela a quella del nostro personaggio, data dal nostro grado di Principe e dai continui ordini ottenibili per la città, che poi si riversano sul miglioramento del nostro avatar (per esempio, con slot aggiuntivi delle abilità o con la possibilità di creare nuovo equipaggiamento). Rune Factory 4 crea quindi un delicato ecosistema, che unisce il livellamento del protagonista con quello della città.
Poco fa, peraltro, ho citato il sistema di crafting. Questo ci consente di creare di tutto: piatti con effetti di guarigione, medicine, accessori, armi, ecc… Anche in questo caso si può salire di livello nelle varie discipline, sbloccando la possibilità di imparare nuove “ricette” per le creazioni. Per quanto il sistema sia molto semplice e limitato, ci troviamo comunque davanti a qualcosa di molto utile.
Tra spade e magie
Arriviamo ora alla parte puramente action di Rune Factory 4. Di fatto, tra i tanti doveri del nostro Principe, rientra anche il combattimento. Capita spesso, infatti, di dover esplorare le terre intorno alla cittadina, per poi addentrarci in diversi dungeon.
Le aree che compongono le ambientazioni sono piene di risorse e, chiaramente, di nemici. Questi sono davvero tanti e ogni nuovo luogo presenta creature diverse.
Per combattere abbiamo a disposizione un solo tasto per attaccare, da spammare continuamente o da tenere premuto per particolari attacchi caricati. A questo si aggiunge un rapido dash che ci consente di muoverci agilmente nei campi di battaglia.
Le armi a nostra disposizione sono molto varie e vanno dalla classica spada corta, fino a dei guanti rinforzati, passando per spade lunghe, asce, scettri magici e così via. Ogni singola classe di armi vanta un moveset unico, con danni e velocità diverse dalle altre.
A questo si aggiungono diverse abilità attive, dagli effetti più disparati: dash in avanti, uppercut, palle di fuoco, rocce e così via. Queste sono reperibili attraverso i libri sparsi per il mondo e sono utilizzabili con gli RP, una barra di energia che rappresenta l’affaticamento del nostro personaggio per ogni genere di azione.
Anche in questo caso, però, c’è da dire che il sistema di combattimento di Rune Factory 4 pecca di eccessiva semplicità. Proprio come il resto delle meccaniche di gioco, combattere dà la sensazione di essere divertente, ma non eccellente. Ben fatto, ma troppo semplificato. Per esempio, possiamo vedere che alcune armi sono molto più efficaci di altre, o che la schivata è eccessivamente veloce, oppure potremmo dire che spammare un solo tasto per attaccare tende a stancare nel lungo periodo: piccoli dettagli, che semplificano tutto troppo.
Sempre restando in tema di combattimenti, Rune Factory 4 permette di lottare a fianco di due mostri addomesticati (semplicemente dando loro del cibo che apprezzano) o dei diversi cittadini che avranno un’affinità sufficiente con noi. Questo è molto utile con alcuni combattimenti, dato che i compagni vengono anche bersagliati al posto nostro. Purtroppo, però, va segnalata un’IA non troppo brillante, che vede i nostri alleati limitarsi ad attaccare, oppure bloccarsi con lo sguardo perso nel vuoto. Come sempre, quindi, bene ma non benissimo.
In poche parole, il gameplay di Rune Factory 4 offre davvero tantissime attività da svolgere, unendo tutto in un mix unico e divertente, capace di tenere impegnati per davvero tanto tempo. Tuttavia, prendendo ognuna di queste attività singolarmente, possiamo vederne i limiti e i difetti, date le meccaniche generalmente semplici. L’esperienza finale resta comunque godibilissima, pur non essendo eccellente.
Dal 3DS con amore
La realizzazione tecnica di Rune Factory 4, purtroppo, mostra tutti i limiti data dalla sua natura di porting. Il gioco, infatti, è una versione migliorata dell’originale esperienza pubblicata su Nintendo 3DS. I modelli, le animazioni e gli ambienti, quindi sono gli stessi. Possiamo vedere un miglioramento grafico, tuttavia la qualità generale del comparto tecnico non è il massimo.
Il comparto artistico, invece, è ottimo per coloro che apprezzano il classico stile anime.
Il comparto sonoro è davvero eccellente, con musiche sempre adatte alla situazione e mai fastidiose. Il doppiaggio, invece, è limitato solo a piccole frasette all’interno delle interazioni.