Dopo moltissimi anni dalla sua uscita, veniamo a conoscenza di un curioso retroscena sul primo Assassin’s Creed che spiega davvero molte cose. Il gioco, infatti, venne accusato di avere delle missioni secondarie molto ripetitive, che avevano obiettivi fin troppo simili tra loro e che, alla lunga, tendevano a diventare noiose, dando al gioco una spiacevole sensazione di “già visto”.
Il motivo dietro questo difetto del primo Assassin’s Creed è molto diverso da quanto si possa pensare. Infatti, le missioni secondarie non erano previste nella versione iniziale del gioco. Per essere precisi, il titolo era ormai arrivato completo al lancio, senza nessun tipo di side quest sparsa per il mondo di gioco. Tuttavia, a soli cinque giorni prima del lancio stesso, fu chiesto al team di sviluppo di inserire le missioni aggiuntive. Perché? A dircelo è Randall Charles, uno sviluppatore che ha lavorato al progetto:
“So we’re all ready to ship the game, first submission goes pretty well, and then…the news…the CEO’s kid played the game and said it was boring and there was nothing to do in the game. Oh yeah I forgot the key part. We have to put all these side missions into the game in five days, and they have to be bug-free, because the build is going to be burned directly to disc and released to retail.”
In un post sul suo account Twitter, Randall ha descritto una situazione che ha del surreale: agli sviluppatori del primo Assassin’s Creed fu chiesto di aggiungere in soli cinque giorni le missioni secondarie del titolo. Tutte. Senza bug. Tutto ciò, dato che il figlio del CEO lo trovava noioso. Se vediamo quell’insieme di side quest in quest’ottica ci rendiamo conto che il team di sviluppo ha fatto un vero e proprio miracolo, come dice anche lo stesso Randall:
“But I know it’s a miracle that the game didn’t just melt your console or whatever,”
Chissà quanti retroscena interessanti sono legati allo sviluppo dei videogiochi più famosi. Difficile dirlo, ma quando si scoprono cose come questa verrebbe quasi voglia di saperne di più.