Nato a metà degli anni ‘90, frutto delle menti creative di Jason Rubin e Andy Gavin, Crash Bandicoot è diventato simbolo stesso del marchio PlayStation. Proprio questo autunno il simpatico protagonista di numerosi titoli platform compie 25 anni. Per celebrare l’anniversario ecco 10 curiosità su uno dei personaggi più amati dei videogames!
Un work title più che provvisorio
Jason Rubin e Andy Gavin, nel 1994, avevano intuito che il futuro dei videogiochi fosse tridimensionale. Contattati da Universal Interactive per creare un platform 3D, scelsero come riferimento Sonic, ispirandosi anche a Pinky and the Brain della Warner Bros e allo stile Looney Tunes. Inconsapevoli che nel 1996 Nintendo avrebbe sfoderato il suo Mario 64, iniziarono a lavorare sul personaggio 3D.
Il “work title”, (nome provvisorio) del primo Crash Bandicoot fu “Sonic’s Ass“. Il nome in questione si riferiva infatti alla volontà di creare un platform con una visuale più immersiva rispetto alla telecamera a scorrimento da sinistra a destra, tipica dei titoli 2D. Posizionando la camera alle spalle del protagonista naturalmente si ha in bella mostra il “posteriore” del porotagonista.
L’hardware più adatto
Crash Bandicoot divenne un videogame per PlayStation solo dopo una lunga serie di test su altre console. Si pensò inizialmente a Sega 32X, poi al Saturn, successivamente ad Atari Jaguar e Panasonic 3DO. Quando Rubin e Gavin, però, videro le caratteristiche tecniche della prima console Sony, non ebbero alcun dubbio: Crash Bandicoot sarebbe diventato un titolo esclusivo per la prima PlayStation.
Un Bandicoot di nome Crash
All’inizio Crash non era un Bandicoot ma un incrocio tra tre diversi marsupiali: un bandicoot, un vombatide ed un potoroo. Nel tempo gli sviluppatori si concentrarono soltanto sull’aspetto del bandicoot. La scelta del nome fu abbastanza complessa, tanto che generò attriti pesanti tra alcuni componenti dello staff.
Il direttore marketing della Universal Interactive minacciò di licenziarsi se non si fosse usato uno di questi nomi: “Wes“, “Wizzy” o “Wuzzles“. Gli sviluppatori di Naughy Dog non vollero sentire ragioni: il protagonista si sarebbe chiamato Crash, per sottolineare la sua attitudine nel distruggere casse.
Scelte grafiche più dovute che volute
Crash Bandicoot vantava uno tra i migliori comparti grafici mai apparsi sulla console Sony. Per supportare il comparto ben curato, mantenendo al contempo una fluidità eccezionale, Naughty Dog fu costretta a rinunciare ad alcune cose tra cui la coda, eliminata perché le animazioni avrebbero pesato troppo sul motore grafico.
Il particolare colore arancione fu scelto per farlo risaltare maggiormente sulle tv degli anni ’90. Il modello del primo Crash Bandicoot era costituito da appena 532 poligoni, che all’epoca erano comunque tantissimi! Oggi, probabilmente, non basterebbero nemmeno a realizzare le pupille.
La colonna sonora dal ritmo crescente
La colonna sonora del primo Crash Bandicoot era perfetta per accompagnare i livelli di gioco. La musica di Josh Mancel, caratterizzata da un crescendo ritmico e violento è un tratto distintivo dei primi giochi. Ma non tutti sanno che fino a poco prima del termine dello sviluppo la colonna sonora del primo Crash Bandicoot doveva essere composta da un’insieme di rumori casuali come uccelli, auto e altro ancora.
Un marsupiale di poche parole
Alla stregua di Super Mario, suo rivale storico, anche Crash non si è mai dimostrato un gran chiacchierone. Da sempre si limita a riprodurre semplici suoni durante le sue scorribande. Questo è dovuto al fatto che secondo Andy Gavin, le voci nei videogiochi rendono più difficile identificarsi con il personaggio. Questa linea di pensiero cambiò però nel 2007 con l’uscita di Crash of the Titans, sviluppato da Radical Entertainment, nel quale il protagonista iniziò a parlare.
Aku Aku, il fedele compagno
Aku Aku, fedele compagno di Crash durante i livelli non è altro che una maschera vodoo in cui è racchiuso lo spirito benigno di uno stregone. Ma cosa dice esattamente quando lo raccogliamo? Il suono emesso è incomprensibile e non è mai stato inteso per significare nulla.
Varie persone del team di Crash Bandicoot hanno interpretato il suono di Aku Aku come un sacco di cose divertenti, tra cui la parola “rutabaga”. Il nome della maschera vodoo invece, non è affatto un mistero: deriva da un ristorante polinesiano vicino la stazione T Alewife frequentato da Jason Rubin e Andy Gavin quando vivevano a Boston. Aveva una gigantesca statua tiki davanti, che ispirò gli sviluppatori
I tagli in post-produzione
Alcuni livelli del primo Crash Bandicoot furono scartati, poiché ritenuti troppo difficili. Altri vennero eliminati per via delle prestazioni limitate della Playstation. Nel gioco pubblicato nel 2017 uno di questi livelli è stato inserito nuovamente come DLC. Si tratta del seguito di Slippery Climb, ovvero Stormy Ascent, ambientato tra le guglie di un castello.
Vennero rimosse anche una serie di cut-scenes animate attraverso cui venivano mostrati gli sviluppi della trama. Il motivo della rimozione fu puramente tecnico, infatti queste scene vennero poi sostituite con quelle pubblicate in seguito, per dimostrare al meglio la potenza della console.
Da una software house all’altra
La storia del brand Crash Bandicoot è stata molto travagliata tanto che si sono susseguite diverse software house nello sviluppo dei suoi giochi, tra cui Naughty Dog, Eurocom, Traveller’s Tales, Vicarious Vision, Radical Entertainment, Sierra Entertainment, Activision, Dimps e Polarbit. Insomma, una vita davvero movimentata quella del simpatico marsupiale!
Un successo planetario
A fronte di un budget di 1,7 milioni di dollari, Crash Bandicoot fu un successo mondiale, arrivando a vendere 6,8 milioni di copie al 2003. Crash è carismatico e unico: chi aveva mai visto un bandicoot, marsupiale della Tasmania? Protagonista espressivo, restava e resta ancora oggi impresso grazie alle sue smorfie e agli ammiccamenti divertenti. Il cast di contorno è memorabile: dal malvagio di Dr. Neo Cortex al pazzo Ripper Roo, tutti i protagonisti minori sono molto ben caratterizzati, e hanno determinato il successo della serie.
Ecco il trailer dell’ultimo gioco dedicatogli: