30XX è un roguelite che parte da premesse davvero ambiziose: creare un degno successore di Mega Men, ma in salsa roguelite, portando quindi le meccaniche core della serie in un loop di gameplay completamente diverso. Come avrai letto nella nostra anteprima, il titolo partiva già bene. Vediamo se ci riesce.
La storia non serve
Come da tradizione per il genere, la storia è un mero pretesto per buttarci direttamente nelle partite e potrebbe essere riassunta nel classico: il mondo è in pericolo per via di un’IA che ha preso il controllo e spetta a te e a un manipolo di persone salvarlo. Ah, e abbiamo anche un gatto robot!
Queste basi, però, vengono arricchite da un’atmosfera futuristica davvero riuscita, che richiama lo stile cartoon della serie Mega Man, riuscendo però a ritagliarsi uno spazio tutto suo, grazie a personaggi a loro modo riconoscibili e a boss di fine livello memorabili. Le stesse ambientazioni, peraltro, riservano qualche sorpresa interessante.
Il gameplay di 30XX
30XX propone un loop di gameplay classico e rodato: si parte da un HUB centrale e si esplora un dungeon generato casualmente. Ogni partita ha una progressione temporanea, che si unisce a una metaprogressione nell’HUB stesso. Morendo si ricomincia quindi da zero, ma accumulare una certa valuta permette di acquistare potenziamenti permanenti che rendono e run successive più semplici.
Il bello, però, è vedere una filosofia di gioco simile a quella di Spelunky, dove cioè i potenziamenti non sono il fulcro della progressione ma, anzi, è l’abilità del giocatore a stabilire gli esiti delle partite. Per essere precisi, il titolo si basa su tre movimenti, che però possono essere sfruttati con uno skill ceiling molto alto. Il nostro avatar può saltare, dashare e scalare le pareti.
Il modo in cui è possibile combinare questi elementi, però, è più interessante di quanto si possa credere a un primo acchito: dash e salto possono essere sfruttati insieme per aumentare la distanza percorsa in volo, così come è possibile sfruttare all’infinito il salto sulle pareti, magari in combinazione con le altre due meccaniche. A questo si aggiungono poi gli attacchi, a loro volta più complessi di quanto possa apparire inizialmente.
Questi si dividono infatti tra l’attacco base e le abilità ottenibili navigando nei livelli. Tanto per cominciare, l’attacco base varia in base ai personaggi (per esempio con meccaniche uniche, come la possibilità di sparare colpi più ampi dopo una breve pausa), ma anche in base ai poteri trovati nei livelli. E’ ad esempio possibile reperire una grossa falce, che modifica l’attacco base, ma dona anche un secondo potere. Allo stesso modo, è possibile trovare uno scudo che comprende anche dei comodi colpi boomerang.
Questi poteri, peraltro, sono richiamabili con combinazioni di tasti specifiche, assegnabili dal menù di equipaggiamento. Qui si trovano anche abilità passive, da attivare dopo aver trovato determinati pezzi di equipaggiamento. Tutto ciò, oltre a costituire l’ossatura del gameplay di 30XX, è una progressione interna alla run, che quindi viene persa dopo ogni game over.
Ma come funziona una run, esattamente? Come un platform 2D a scorrimento orizzontale, incredibilmente simile ai Mega Men vecchia scuola. Si esplora quindi un livello generato proceduralmente, cercando di arrivare dal lato opposto evitando tutti gli ostacoli. Questi sono costituiti da vari tipi di nemici, a cui si affiancano vere e proprie sezioni platform composte da piattaforme volanti, lava, trappole e situazioni particolari. Arrivando a fine livello senza morire, si affronta il boss di quel bioma specifico, fino a concludere il gioco.
Una struttura classica, appunto, che però viene arricchita da meccaniche più profonde di quanto possa apparire a un primo impatto, ma che non diventano mai troppo complesse, creando quindi un equilibrio quasi perfetto. Ciò che manca attualmente a 30XX, di fatto, è un pizzico di varietà. Dopo diverse giocate, infatti, alcune situazioni dei livelli iniziano ad assomigliarsi, mostrando quindi alcuni pattern. Aggiungere una maggiore varietà nella generazione procedurale, o magari nuovi biomi, in modo simile a Dead Cells, sarebbe un ottimo modo per mantenere vivo il titolo.
Un titolo che, però, non si ferma a un semplice loop di livelli. Tornando all’HUB centrale, infatti, è possibile potenziare il personaggio con una valuta permanente, ottenibile tra le run. Questa permette di sbloccare piccoli aiuti passivi, che però non vanno mai a sostituire l’abilità del giocatore. Peraltro, l’HUB comprende anche piccole chicche che aumentano la varietà, tra cui sfide aggiuntive, i già citati personaggi diversi e persino un editor di livelli con cui giocare anche le creazioni della community.
Proprio l’editor merita qualche parola. Questo può essere quasi considerato un titolo a parte, visto che consente di creare veri e propri livelli praticamente da zero e quasi senza a limiti. Allo stesso modo, è possibile trovare livelli creati da altri giocatori, consultabili tramite un menù di filtri e ordinati tramite un sistema di like. Se aggiungiamo tutto questo a una struttura che è già intrinsecamente rigiocabile, otteniamo una longevità che rasenta l’infinito.
Chiude il cerchio una modalità coop, che permette di giocare praticamente tutto il gioco insieme a un amico. Un pregio non da poco, che non è troppo comune nei titoli del genere. In altre parole, 30XX è un platform roguelite rifinito e soddisfacente, che presenta al giocatore controlli precisi, meccaniche ben studiate e una progressione mai troppo invadente.
Un difetto? La curva di difficoltà davvero ripida, che può rendere le prime ore di gioco un piccolo inferno per chi non è abituato al tipico loop di morti e rinascite. Tutti gli appassionati dei generi – roguelite e platform – troveranno invece pane per i loro denti!
Tecnicamente pregevole
30XX non ha un comparto tecnico troppo elaborato, trattandosi un platform 2D. Nella sua nicchia, però, il titolo sfoggia ambienti colorati e dettagliati, affiancati da sprite sempre belli da vedere, e animati in modo soddisfacente. Questo valorizza un comparto artistico che sembra essere un vero e proprio omaggio alla serie Mega Men, riuscendo però a ritagliarsi design interessanti e riconoscibili.
Infine, il comparto sonoro è eccellente, grazie a musiche sempre adatte alle varie occasioni e ad effetti sonori soddisfacenti.