Dopo aver visto in questo articolo qui i primi due port per Street Fighter, i quali, nonostante qualche lacuna, erano qualcosa di davvero impressionante, specialmente per il tempo (ma ancora oggi), è ora di passare alla seconda parte di questa carrellata, concentrandoci su altri due giochi dedicati al franchise Capcom, il quale è diventato, col passare degli anni, non solo sinonimo di picchiaduro ad incontri, ma vero è proprio metro di paragone per chiunque volesse cimentarsi nella creazione di un nuovo titolo di questo tipo. basta con i preamboli e ripartiamo!
Super Street Fighter II Turbo Revival – Game Boy Advance
Passano gli anni e in Nintendo si decide di mandare in pensione il mai troppo lodato Game Boy Color, per far nascere la sua evoluzione ovvero il Game Boy Advance. Ricordo perfettamente cosa si diceva della nuova incarnazione della console portatile di Nintendo: “È un Super Nintendo portatile”.
E Nintendo non faceva davvero nulla per togliersi di dosso questa definizione, visto che tantissimi titoli, nati sulla vecchia console ammiraglia, qui avevano conosciuto una seconda vita, basti pensare a Super Mario World e a Yoshi’s Island, i quali era due punte di diamante della portatile.
Capcom non può perdere un’occasione del genere e darci in pasto una nuova versione del suo picchiaduro più famoso di sempre, ovvero Street Fighter II e, mettendosi in prima persona nel suo realizzo, da al pubblico, che aveva portato a casa un Game Boy Advance, Super Street Fighter II Turbo Revival (Capcom sempre nomi corti, mi raccomando).
Pubblicato nel resto del mondo da Ubisoft, siamo di fronte all’ennesimo miracolo portatile. Una grafica che finalmente ce la fa e tiene testa alle versioni console, ma soprattutto un sistema di comandi che è adeguato grazie all’uso dei due tasti dorsali. Adesso se vorremo dare un calcio o un pugno debole useremo A e B, mentre per quelli più forti L e R. I medi? Niente paura, basterà premere contemporaneamente i due tasti. Non ti sta bene come Capcom ha strutturato la cosa? Non c’è problema, basta andare in impostazioni e rimappare il tutto e farlo a tuo piacimento.
Per quanto riguarda la selezione dei personaggi, avremo tutti i combattenti della versione Super Turbo ovvero: gli 8 classici, i 4 boss finali e i 4 lottatori aggiunti in corsa nelle successive versioni, più, in maniera nascosta, due versioni di Akuma, ovvero la classica e Shin Akuma. Se fai i calcoli avremo un totale di ben 18 personaggi tra cui scegliere, davvero niente male Capcom!
Tutto in questa versione viene rimaneggiato e migliorato: nuova colonna sonora, nuovi artwork nella selezione dei personaggi, nuovi stage dove menarsi. Se la dobbiamo dire tutta è probabilmente una versione pure migliore a quelle viste su Super Nintendo. Anche le modalità di gioco aumentano visto che avremo: Arcade, VS, Training, Time Attack, Art Gallery e Survival (oggi la modalità Survival è praticamente un must in ogni picchiaduro che si rispetti).
La cosa bella è che alcune di queste andavano sbloccate con i punti che venivano guadagnati man mano che si facevano e vincevano scontri. Grazie a questo il fattore rigiocabilità diventava qualcosa di mostruosamente alto. Ah quasi dimenticavo, è presente anche la modalità 1 VS 1 grazie al cavo link (che in molti utilizzavano solo per scambiarsi i Pokémon).
Insomma un must have per chiunque abbia un Game Boy Advance, visto che stiamo parlando di uno dei migliori titoli usciti su questa piccola console, un di quei giochi che ti fanno esclamare: “Ma come hanno fatto?”. Ma il prossimo titolo di Street Fighter che ti citerò, mi lasciò a suo tempo ancora più a bocca aperta visto che stiamo parlando di…
Street Fighter Alpha 3 – Game Boy Advance
Ti do un piccolo quadro del 2002, ovvero l’anno in cui Street Fighter Alpha 3 esce in tutto il mondo per Game Boy Advance. L’Italia di Trapattoni viene eliminata dalla Corea del Sud, grazie all’arbitraggio scandaloso di Byron Moreno, Eminem è sulla cresta dell’onda e in TV danno ancora i Simpson.
Il giovane me di quell’anno si porta a casa, dopo aver spolpato la sua controparte PlayStation qualche mese prima, Street Fighter Alpha 3 con molta speranza. L’ultima entries in questo franchise era un titolo davvero gigantesco, aveva aggiunto tocchi di classe che nessun titolo del genere aveva provato. Cose del tipo: tre moveset per ogni personaggio, grazie alla modalità ISM, i quali cambiavano profondamente l’approccio alla partita, una grafica iper colorata che era una gioia per gli occhi, ma soprattutto una modalità che prendeva a piene mani dal genere RPG il quale rendeva Street Fighter Alpha 3 praticamente il picchiaduro 2D definitivo, per l’uomo che non deve chiedere mai.
Mi accaparro, dopo aver consumato tutto questo ben di Dio, anche la sua versione Game Boy Advance, certo di poter passare benissimo il tempo nelle mie vacanze al mare insieme a miei genitori e le mie attese non sono state deluse, anzi.
Partiamo con il rooster di personaggi. Essendo una conversione precisa di Street Fighter Alpha 3 Upper (la freccia nel titolo stava per Upper), questa versione contiene 8 combattenti in più rispetto la versione arcade e 4 rispetto a quella PlayStation. Praticamente ogni personaggio apparso nella saga, fino a quel punto, era stato inserito. Si arriva all’impressionate cifra di 36 personaggi tra cui scegliere, ma non solo. Il fatto di aver inserito il sistema ISM, ovvero la possibilità di selezionare lo stile di combattimento preferito, è come se questo numero, di fatto, si triplicasse.
Le modalità di gioco sono molte e si suddividono in: Training, Arcade, Survival, Dramatic Battle, Final Battle e la possibilità di sfidarsi con un altro amico, il quale doveva possedere un Game Boy Advance e una copia di Street Fighter Alpha 3, tramite il cavo che tu hai sempre e solo utilizzato per scambiarti i Pokémon. Peccato per la sparizione della modalità World Tour, la quale trasformava il titolo in un bellissimo ibrido tra un picchiaduro e un RPG, quella era esclusiva PlayStation e Dreamcast, ma con tutto quello che si offre davvero c’è poco da lamentarsi.
I controlli sono tra i più precisi e immediati che si possa pensare e non soffrono affatto dell’assenza dei due tasti in più, ma non solo, per velocizzare il tutto si potranno scegliere tra ben 10 velocità di gameplay, dove la TURBO 9 è qualcosa che davvero rasenta la follia. Infine, sei uno che non ha mai toccato un picchiaduro in vita sua e non ha la più pallida idea di cosa sia la combo mezzaluna più pugno? Niente paura, è presente anche la modalità easy combo, la quale, a dirla tutta, rompeva abbastanza il titolo.
Ma sicuramente tutto in una cartuccia così piccola non ci può stare, dove si è andati a tagliare quindi? È assente l’annunciatore per ogni inizio match (quindi niente “GO FOR BROKE!” oppure “TRIUMPH OR DIE!” il caps lock è dovuto al fatto che l’annunciatore ad inizio stage urlava pesantemente) peccato era figo, ma se ne può fare a meno, gli stage sono un po’ di meno e anche alcune voci dei combattenti sono state eliminate. Oh, mica si può avere tutto dalla vita!
Chi era dietro a tutto lavoro magistrale, il quale dovrebbe essere mostrato nelle scuole sul come fare una conversione perfetta? Esattamente, gli stessi di cui ti ho parlato per Street Fighter Alpha per Game Boy Color, ovvero Crawfish Interactive. Peccato che dopo questa esperienza dovettero chiudere baracca e burattini.
Davvero una grossa perdita, visto che questo team, specializzato in conversioni, davvero convincenti, di titoli maggiori per Game Boy Color e Advance, aveva un curriculum di tutto rispetto. Driver per Game Boy Color e Ecks VS Sever (se non lo conosci dacci un’occhiata visto che stiamo parlando del miglior FPS presente su Game Boy Advance e si tratta di un gioco originale, non di un porting).
Crawfish Interactive chiude i battenti proprio per colpa di questo suo lavoro magistrale, infatti, dopo essersi ingraziata Capcom, grazie all’eccellente lavoro svolto con Street Fighter Alpha per Game Boy Color, il team fu assoldato per fare il porting anche del terzo capitolo. Peccato che la dead line, fissata da Capcom, fosse il periodo natalizio del 2001.
Un tempo davvero troppo risicato per creare un prodotto di qualità e quindi Crawfish Interactive proprio non ce la fa a rispettare il periodo prefissato. Capcom non la prende bene, nonostante le vacanze natalizie sia ben coperte grazie a Super Street Fighter II Turbo Revival, sempre per Game Boy Advance, decide di licenziare e revocare tutti i diritti sulle royalties al team. Questo, insieme al fatto che il team aveva preso in consegna troppi lavori, tutti insieme, per una casa di produzione così piccola, decretano la fine di Crawfish Interactive nel novembre 2002, ovvero qualche mese dopo il lancio di Street Fighter Alpha 3.
La loro chiusura fu un vero peccato. Non a caso di port decenti poi ne abbiamo avuti sempre meno andando avanti negli anni. Credo a memoria giusto Dark Resurrection e BlazBlue Continuum Shift II siano riusciti nel miracolo, ma potevano comunque sfruttare la potenza della PSP.