Dark Souls. Ebbene sì, a 10 anni dalla sua comparsa se ne continua a parlare, continuano a uscire tanti video di gameplay e shortcut su YouTube quanti sono gli articoli e le notizie che compaiono nei nostri feed. Perché? Si parla di una leggenda e, se pensiamo la cosa in questa ottica, 10 anni sono anche pochi. Ma, di nuovo, cosa rende così tanto speciale, un videogioco pensato due generazioni fa?
Che tu ci creda o meno, ci sono ancora giocatori, là fuori in questo folle, pazzo mondo, che non hanno ancora provato Dark Souls e, di conseguenza, si chiedono cosa ci sia di tanto spettacolare. A loro e, come sempre, agli appassionati sono indirizzate queste brevi e nostalgiche righe. Enjoy!
5. Character Design
In questo videogioco il protagonista non ha un volto ben definito: può essere un uomo o una donna di qualunque etnia e aspetto e potrà indossare qualunque armatura/abito il mondo di gioco offra e lo stesso dicasi per le armi.
Tuttavia, i personaggi che popolano Lordran sono tutti unici e riconoscibili. Di alcuni potremo vedere il volto, altri saranno completamente coperti da surreali armature iper-dettagliate e caratterizzate. Alcuni parleranno, altri saranno misteriosamente muti. Dai “semplici” (in questo gioco nulla è davvero semplice) PNG ai boss, non potremo che essere affascinati dalle creature e dai non-morti con cui interagiremo o che ci toccherà affrontare.
Una simile cura nel design di così tanti personaggi è rara.
4. Level Design
Il level design di Dark Souls è forse uno dei punti più alti mai raggiunti in fatto di programmazione videoludica. Sabaku no Maiku, che ormai tutti riconosciamo come uno dei massimi esperti della saga di From Software, si dilunga spesso e molto a lungo, durante i suoi video, riguardo al level design, specialmente per quanto riguarda, appunto, il primo capitolo.
In questo videogioco tutto è connesso, sono presenti innumerevoli scorciatoie e connessioni fra i diversi piani e, di conseguenza, sono possibili numerosi approcci. Una volta che si è divenuti esperti o, comunque, quando si iniziano nuove partite e ci si sente a proprio agio col mondo di gioco, si possono sempre provare nuove strade e strategie.
3. Colonna Sonora
La meravigliosa colonna sonora di Motoi Sakuraba, davvero un capolavoro a sé stante e perfetta cornice per Dark Souls. I brani di Sakuraba sono spaventosamente in grado di rendere magistralmente quelle che sono le atmosfere e la filosofia del gioco, ciò che l’opera intera vuole comunicare.
In un futuro articolo potremmo analizzare uno per uno i brani (o almeno i più famosi/importanti), qui faremo l’esempio di “Firelink Shrine“, la colonna sonora sempre ascoltabile al santuario del fuoco, la prima zona di Lordran che visiteremo. Le note tristi e malinconiche del brano, suggeriscono la stanchezza (Crestfallen Warrior), la rassegnazione ( la Fanciulla di Cenere), la follia (Lautrec) e l’assenza di speranza avvertibili durante le partite.
2. La Difficoltà
Probabilmente la caratteristica più famosa del gioco. Dark Souls è praticamente diventato sinonimo di “gioco difficile” e metro di paragone per ogni occasione in cui ci si ritrova a parlare di videogiochi tosti. Come sappiamo, esiste ormai un genere, quello dei souls-like, termine fra i più abusati della storia dell’umanità, che dovrebbe descrivere giochi dal gameplay ispirato al capolavoro di Hidetaka Miyazaki.
Sì, si tratta certamente di un gioco che pone delle sfide. Ci ritroveremo spesso ad avvertire un insopportabile senso di frustrazione e persino di avversione, quando, per la decima, quindicesima, ventesima volta, ci ritroveremo ad essere spappolati dal boss di turno o anche da semplici nemici.
1. La filosofia
In Dark Souls il bene ed il male non sono mai, esattamente come nella vita, perfettamente distinti. Ogni volta che incontriamo un nuovo personaggio che, all’apparenza, può apparire positivo o negativo, c’è sempre un “però”. E lo stesso protagonista, il prescelto non-morto marchiato dal segno oscuro è avvolto da un alone di mistero. Chi è davvero? Qual è effettivamente il suo scopo? Egli è consapevole di ciò che fa?
La scelta finale del gioco, di cui abbiamo già parlato in questo articolo, cosa comporta moralmente? La stessa difficoltà del gioco è legata alla sua filosofia, come abbiamo specificato in quest’altro nostro articolo, come una metafora sul superare i propri limiti e paure, anche quando tutto sembra perduto.
Giocare per capire
Complessità morale e filosofica, grandezza artistica dal punto di vista estetico e musicale, difficoltà crescente ma mai impossibile, necessità di imparare da ciò che si vede e dai propri errori. Ogni volta che cadremo contro un nemico, saremo un passo più vicino a comprendere come sconfiggerlo, come evitare i suoi colpi e come colpirlo. Ogni volta che sbaglieremo la tecnica del parry, saremo più vicini a diventarne padroni e, forse, maestri.
Come nella vita, in Dark Souls si impara, si soffre, ci si arrabbia (oh, se ci si arrabbia), ci deve rialzare e si deve combattere. Provalo, perchè questo è il solo modo per comprenderne la grandezza: se avrai la giusta pazienza e dedizione, resterai presto sorpreso dai tuoi progressi.