La Pasqua è una festa molto piacevole. A differenza del Natale dura un po’ di meno e si passa meno tempo a casa, per via del clima solitamente più mite.
La primavera rende il tutto colorato e più spensierato e da buoni nerd quali siamo, non possiamo che sottolineare come i periodi festivi siano sempre un’ottima scusa per giocare un pò di più, per recuperare dei titoli dal backlog oppure per rilassarsi e staccare dai ritmi frenetici della quotidianità.
Chi scrive vuole qui presentare una semplice lista di giochi che la propria mente collega alla Pasqua, vuoi per atmosfere delle sue ambientazioni, vuoi perché furono giocati proprio in quel periodo o ancora per altri motivi.
Ecco quindi che andiamo a presentare questi 5 titoli, sottolineando da subito che la lista è puramente indicativa e rispecchia emozioni e motivazioni personali. L’intento, quindi, è quello di creare un buon momento di discussione e condivisione.
Far Cry 3 e la maestosa bellezza dell’isola tropicale a Pasqua
Il lussureggiante verde delle Rook Islands, l’alternarsi del giorno e della notte, l’esplorazione di pianure, colline e montagne e i momenti di divertimento passati su Far Cry 3 ricordano allo scrivente proprio la Pasqua e le atmosfere primaverili.
Diciamocelo, il titolo in questione fu molto apprezzato, soprattutto per il suo incredibile villain, ovvero Vaas Montenegro, personaggio che è stato recentemente riproposto in Far Cry 6.
I ricordi si focalizzano su una particolare (e ignorantissima) quest in cui il gioco indicava di dover bruciare, con un fighissimo lanciafiamme, una piantagione di Marijuana sulle note di “Make it Bun Dem” di Skrillex e Damian Marley.
Quale miglior modo per festeggiare la Pasqua che trucidare nemici sulle sonorità di questa canzone e con un paradiso terrestre da conquistare? La primavera è ormai giunta e Far Cry 3 è molto affine al periodo.
Journey e il silente viaggio
Pochi titoli sanno rilassare e contemporaneamente emozionare come Journey. Il gioco, uscito originariamente su PlayStation 3, è divenuto negli anni un vero e proprio cult, una perla rara da apprezzare e lodare.
Le sue atmosfere di solitudine, il percorso in un ambiente meraviglioso e desolato, l’alternarsi di colori tenui e una poetica implicita ma costante, rendono il gioco l’ideale per passare degli spensierati momenti a Pasqua e nei giorni festivi. Con il sole che tocca le finestre, i dolci festivi a dominare le nostre tavole e un po’ di tempo libero, farsi cullare da Journey è un vero toccasana per il corpo e per la mente.
I ritmi all’insegna della frenesia e delle preoccupazioni possono essere piacevolmente lasciati da parte in un viaggio che propone un’alternativa valida ai titoli mainstream.
La cura maniacale per i dettagli, l’estetica precisa e bellissima e l’impostazione di gioco, semplice ma non per questo banale, costituiscono gli elementi principali di una perla incredibile che dovrebbe essere giocata da tutti. Se non lo hai ancora fatto questa Pasqua sarà il periodo giusto per imbarcarti in questo viaggio che, probabilmente, ti cambierà sia come persona che come videogiocatore.
Pokémon Rubino e i pomeriggi di un bambino felice
Qualcuno è in grado di immaginarsi un regalo più azzeccato per un bambino nei primi anni duemila che non sia l’edizione speciale del GameBoy Advance SP di Pokémon Rubino? Ti rispondo io. No!
In un pomeriggio primaverile fui deliziato da questo incredibile regalo. Ai tempi non possedevo nessuna console “personale” e guardavo con ammirazione mio fratello mentre giocava alle prime due PlayStation. Quella piccola macchinetta allietò i miei pomeriggi, proponendosi come un valido passatempo tra i giochi all’aperto e i primi impegni.
Hoenn, agli occhi di un bimbo, era spettacolare e la nostalgia fa tutt’oggi il resto. Il collegamento mentale resta sempre molto attivo e ad ogni Pasqua non posso che ricordare, con quel sentimento dolce/amaro di qualcosa andata via per sempre, quegli splendidi momenti in cui, per la prima volta, il medium diventava “mio”.
Per me Pasqua è ancora sinonimo di Pokémon Rubino e viceversa.
Skyrim e le lunghe camminate
Skyrim fu per me la porta di ingresso, come tanti, al genere dei GDR. Col tempo, ovviamente, sono riuscito a comprenderne i difetti e le potenzialità ma è innegabile che, anche nel 2022, pensare ai lunghi percorsi fatti nelle zone verdeggianti della provincia settentrionale di Tamriel, ha un suo perché.
Un open world incredibile, il cambiamento tra aree innevate e atmosfere primaverili e un sistema ludico che faceva di tutto per intrattenere e divertire il giocatore non possono che essere solo alcuni dei motivi per cui Skyrim è stato un tale successo.
Sarò scontato e banale, ma passeggiare virtualmente da Riverwood fino a Whiterun è ancora un’esperienza terribilmente appagante e immersiva e, ogni volta, non posso che associare momenti del genere al periodo di Pasqua e a quella tranquillità che collego mentalmente al periodo.
Tra mille mod, edizioni rinnovate e utenti ancora attivissimi, Skyrim, dopo più di 10 anni, è ancora sulla cresta dell’onda.
Zelda Breath of The Wild e la natura incontaminata
Anche qui ci sarà sicuramente qualcuno che mi criticherà, ma non posso fare a meno di associare questo importante titolo alla Pasqua, alla primavera, al verde della natura, ai fiori che sbocciano e alla spensieratezza.
Per me Zelda Breath of the Wild è un capolavoro indiscusso e, nonostante lo abbia recuperato da poco e non nel periodo oggetto di questo articolo, l’ho fin da subito associato al periodo pasquale.
Sul titolo se ne dicono di ogni, ognuno l’ha apprezzato per motivi diversi, e, come è giusto che sia, qualcuno ha faticato ad innamorarsene. Tuttavia anche solo osservando gli artwork del gioco e alcuni screenshot fatico a non rimanere ogni volta estasiato e sbalordito da cotanta ispirazione artistica.
Tutto questo, poi, è ottimante legato al ritmo del gioco, compassato ma non per questo tedioso o noioso, con un incidere che segue quella che è la naturale curiosità del camminatore che, proseguendo, scopre esteticamente un mondo in cui la natura ha un ruolo di primo piano ed in cui i colori pastello e la palette cromatica, che regala scorci e orizzonti incredibili, forniscono una valida motivazione per esplorare l’estesissima mappa.
Scrive Careri in “Walkscapes. Camminare come pratica estetica” che:
“È camminando che l’uomo ha cominciato a costruire il paesaggio naturale che lo circondava. È camminando che nell’ultimo secolo si sono formate alcune categorie con cui interpretare i paesaggi urbani che ci circondano”.
Come fa tutto questo a non ricordarvi la Pasqua, la primavera e le passeggiate nella natura? Prima d lasciarci non possiamo che augurarti dei sereni giorni di festa.