I sequel videoludici, si sa, sono croce e delizia di tanti appassionati del settore dei videogiochi. Titoli che delle volte nascono soltanto per inseguire il successo commerciale ma che, in molti altri casi, riescono ad entrare di diritto nella storia di questo medium, riuscendo a far maturare l’idea originale alla base del loro prequel.
Scopriamo insieme 5 di questi grandi sequel videoludici e ripercorriamo il motivo del loro successo.
5 sequel videoludici che hanno migliorato il prequel
Non è facile cercare di individuare soltanto cinque di questi interessanti prodotti e ovviamente, in maniera inevitabile, si dovranno tralasciare sicuramente molti altri titoli degni di essere ricordati. Andiamo qui ad individuarne alcuni.
Mass Effect 2
L’epopea del comandate Shepard è ancora oggi una delle saghe di GDR più amate e seguite. Una trilogia che ha saputo costantemente rinnovarsi e rimanere per tutto il suo ciclo vitale sulla cresta dell’onda. Mass Effect 2, in questo senso, rappresenta uno dei migliori sequel videoludici della storia recente.
Diciamocelo chiaramente, la prima avventura alla scoperta della galassia messa in piedi da Bioware era senz’altro incredibile e degna di nota ma presentava dei difetti che, già per l’epoca, erano abbastanza vistosi. Uno su tutti il sistema di shooting e di coperture che non rendeva giustizia alla maestosità della trama e al comparto ruolisitico. Basti ricordare che un anno prima dell’uscita di Mass Effect il catalogo di Xbox 360 era stato conquistato da quel Gears of War che avrebbe fatto scuola per tutti gli sparatutto in terza.
Forse proprio traendo spunto da questo, Bioware riuscì nella titanica impresa di ravvivare una formula di gioco già apprezzata e di ricevere gli onori della cronaca con quel Mass Effect 2 ancora oggi ricordato come il migliore della saga. Il gioco decise di tralasciare una minima parte di profondità del sistema da gioco di ruolo per poter offrire anche uno shooting di tutto rispetto che fosse davvero piacevole da giocare.
Il risultato fu una incredibile commistione tra GDR e sparatutto che, con una trama spettacolare e un ottimo sistema di gestione dei rapporti tra compagni (tutti parecchio interessanti e con una storia davvero profonda), riuscì a ergersi come capolavoro indiscusso. In poche parole un sequel incredibile.
Assassin’s Creed 2
Non possiamo non dedicare uno spazio ad uno dei sequel videoludici più iconici di questo settore. Il 2007 fu infatti un anno molto importante per il gaming, con uscite parecchio importanti e destinate a occupare un pezzo importante di storia. Il primo Assasin’s Creed, infatti, stupì tutti con una grafica sensazionale, un sistema di parkour libero mai visto prima ed una trama originale.
Il gioco però presentava degli importanti difetti, uno su tutti la fortissima ripetitività della formula che costringeva il giocatore a fare praticamente la stessa cosa con tutti i “boss” da sconfiggere.
Ubisoft però si mise subito al lavoro per proporre un’esperienza in grado di cambiare per sempre questa saga. Stiamo parlando di Assasin’s Creed 2 e di tutto ciò che rappresentò all’epoca. Il gioco infatti riusciva dove il primo capitolo falliva, andando a migliorare praticamente tutti gli elementi del suo predecessore e ritagliandosi un posto nel cuore di milioni di appassionati.
Le gesta di Ezio Auditore, oltre ad avere un setting incredibile, erano raccontate molto meglio rispetto a quelle di Altair e finalmente tutta la campagna principale era costruita in maniera saggia, andando sempre a proporre situazioni ed eventi diversi, rappresentando quindi uno dei piatti forti dell’intera produzione. Insomma, se con il primo capitolo i ragazzi di Ubisoft avevano azzeccato l’idea ma non erano riusciti ad esprimere tutto il suo potenziale, con Assassin’s Creed 2 trovarono la soluzione ai problemi dell’avventura di Altair.
Jak 2: Renegade
Tra i sequel videoludici più interessanti, non possiamo fare a meno di considerare Jak 2 e tutto ciò che comportò per Naughty Dog. Il team interno a Sony è forse una delle software house con uno dei migliori percorsi di crescita.
Questi ragazzi, infatti, hanno pubblicato capolavori indiscussi ma, allo stesso tempo, si sono sempre mossi verso un loro miglioramento costante, diventando una delle case di sviluppo più apprezzate, soprattutto per la loro capacità di raccontare storie.
Questo viaggio verso l’olimpo dello story-telling inizia forse proprio con Jak 2, un sequel parecchio strano che permise alla saga di svincolarsi dai territori aperti dai platform in 3d per poter diventare qualcosa di più complesso.
Il primo Jak & Daxter, infatti, fu molto apprezzato e per certi versi fu percepito come una sorta di sequel spirituale di Crash Bandicoot. Tuttavia, nonostante le ottime basi, il prodotto si scontrava ancora con i limiti del suo concept di base, andando a proporre una serie di problemi poi superati. Jak, il protagonista era muto e non presentava quasi nessun tipo di caratterizzazione, la trama, quindi, seppur carina, risultava essere un pò troppo stereotipata e semplice. Oltre questo il gioco era davvero troppo breve per un’avventura di questo tipo e perciò già all’epoca ricevette alcune piccole critiche.
Tuttavia è proprio con Jak 2 che i ragazzi di Naughty Dog proposero un’avventura incredibile in grado di stravolgere totalmente l’ambientazione ed i toni originali, andando a proporre un setting, quello di Haven City, davvero particolare e ispirato. Jak finalmente parlava ed insieme a lui tutti i personaggi (vecchi e nuovi) ricevettero un boost in termini di caratterizzazione e profondità.
Il gameplay fu arricchito con l’uso delle armi da fuoco e con nuovi gadget in grado di stupire per funzionalità e bilanciamento. Su tutte le compenenti anche la grafica fu decisamente migliorata. A beneficare però della progressione del team, però, fu la storia, adesso diventata molto più interessante e oscura e andando a toccare alcune dinamiche politiche tra i reietti ed il capo di Haven City molto particolari.
Insomma, con Jak 2 la saga passò dall’essere semplicemente “buona” all’essere percepita come un capolavoro. Un must-have dell’epoca PlayStation 2, nonché uno dei migliori sequel videoludici di sempre.
Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 2
Tra i sequel videoludici da menzionare c’è senz’altro Tenkaichi 2. Se già il primo capitolo era riuscito a rinnovare finalmente la formula dei picchiaduro a tema Dragon Ball, andando a proporre degli scontri totalmente in 3d con ottimi personaggi e dei setting in cui muoversi liberamente, questo secondo capitolo fece tutto quello che un sequel deve fare, ovvero completare, migliorare e perfezionare.
Il roster dei personaggi fu ampliato con nuove trasformazioni e beniamini e la campagna principale, finalmente, ripercorreva tutte le gesta di Goku e compagni fino alla conclusione di GT, con le battaglie che ricevettero un netto miglioramento in termini di mosse, bilanciamento e tecniche speciali.
Anche il comparto tecnico, in particolare con alcune animazioni ed effetti grafici, fu decisamente migliorato, andando a proporre un colpo d’occhio di tutto rispetto e fedele all’anime che ancora oggi si difende piuttosto bene.
Il titolo poi offriva un sacco di modalità diverse per divertire i giocatori in tornei e scontri, sia in singolo che in multiplayer. Siamo davanti ad uno dei sequel videoludici più apprezzati e uno tra i giochi più comprati della cara vecchia PlayStation 2 e tutti lo ricordano con grande affetto.
Horizon Forbidden West
Se fino ad adesso abbiamo parlato di videogiochi non proprio recentissimi, possiamo arricchire questa lista con un titolo uscito da pochissimo che ha già mandato in visibilio i tanti fan. Tra gli innumerevoli sequel videoludici, Horizon Forbidden West è uno di quelli che non si limita a svolgere il compitino per casa in maniera svogliata e che è riuscito a stravolgere il concetto stesso di “more-of-the-same”.
Il titolo, infatti, ha migliorato tutto ciò che non andava in Zero Dawn, riuscendo anche a comprendere cosa andava conservato e cosa invece rimosso, riuscendo nell’impresa di fare meglio di uno dei giochi più apprezzati del 2017.
Le critiche sul riciclo di alcune animazioni si sono rivelate sterili perché Forbidden West ha imparato dagli errori del passato e se il suo predecessore risultava avere una lore degna di nota ma una narrazione sottotono e poco coinvolgente, questo nuovo capitolo insiste proprio su questo punto. La trama adesso è più personale e punta meno a spiegare le dinamiche della lore intera (svelate in Zero Dawn) ma a raccontare una storia meglio strutturata, fatta di colpi di scena, scelte personali, sentimenti dei protagonisti ed un approfondimento della personalità di Aloy.
Tutto questo, insieme a dei dialoghi ripensati, delle inquadrature migliori e a scelte stilistiche più azzeccate, non fanno che migliorare l’esperienza complessiva, andando a superare i limiti del prequel e riuscendo ad entrare nel cuore del giocatori come la prima avventura non era riuscita a fare.
Le ambientazioni più ricche e diversificate, l’aggiunta di nuove macchine e armi ed un miglioramento generale del gameplay impreziosiscono quello che è un netto balzo in avanti e che, nonostante si sia un pò “Thelastofusizzato”, sembra rientrare meglio nelle corde degli appassionati alle esclusive PlayStation.