Activision Blizzard è nell’occhio del ciclone da quando martedì il DFEH ha denunciato l’azienda per discriminazione e molestie sessuali sul luogo di lavoro.
Dal putiferio che ne è scaturito l’immagine dei developer di World of Warcraft ha subito una pesante batosta, e la risposta proveniente dai piani alti dell’azienda ha solo peggiorato la situazione: in una lettera che ha raggiunto più di 800 firme i dipendenti Blizzard si dicono senza fiducia verso i propri responsabili e chiedono che venga riconosciuto loro un minimo di dignità.
La risposta di Blizzard e la reazione degli impiegati
La lettera è il risultato della risposta alle accuse del Chief Compliance Officer Frances Townsend. La donna, che è anche sponsor esecutivo dell’ ABK Employee Women’s Network, ha fatto pervernire ai dipendenti un’email in cui ha negato le accuse e nominato la causa legale “senza merito e irresponsabile”.
La causa è diventata di dominio pubblico martedì 20 luglio, dopo che il Department of Fair Employment and Housing della California (DFEH) ha denunciato Activision Blizzard presso lo stato della California con accuse di molestie e abusi sulle lavoratrici dell’azienda.
La denuncia contiene materiale molto preoccupante, tra cui la presenza di una “cultura dell’abuso” venutasi a creare in Blizzard negli anni e il caso di una dipendente suicidatasi dopo aver subito intense pressioni sessuali da parte di un proprio collaboratore. Il testo è il prodotto di due anni passati a raccogliere testimonianze, prove e informazioni.
J.Allen Brack, presidente di Blizzard Entertainment, Mike Morhaime, ex-presidente della compagnia, e il presidente di Activision, Rob Kostich, si sono tutti scusati prontamente e si sono detti profondamente preoccupati dalla situazione interna descritta dall’accusa; tuttavia, queste dichiarazioni sono in completa opposizione alla successiva circolare di Frances Townsend, che invece ha negato tutto.
La risposta all’antagonismo della Chief Compliance Officer non si è fatta attendere, e i dipendenti hanno prodotto una lettera aperta di condanna. Stando al testo, le parole della Townsend hanno avuto l’effetto di creare un’atmosfera che mira a non credere alle vittime e le scoraggia dall’uscire allo scoperto.
Per citare la lettera stessa: “Gli esecutivi della nostra compagnia hanno promesso che sono stati compiuti dei passi per proteggerci, ma di fronte a un’azione legale – e le preoccupanti risposte ufficiali che si sono susseguite- non possiamo più fidarci del fatto che i nostri leader mettano la sicurezza dei propri dipendenti sopra il loro stessi interessi. Asserire che questa sia una “causa irresponsabile e senza merito”, mentre nel contempo così tanti attuali ed ex-dipendenti riferiscono le loro esperienze di abuso è semplicemente inaccettabile”.
Il testo, che ha raggiunto più di 800 firme (alcune fonti lo riportano aver superato le mille), continua con parole molto dure che riflettono una totale perdita di fiducia nei confronti del pannello di leadership della compagnia. Nella lettera si chiedono inoltre il riconoscimento della gravità della situazione da parte dei responsabili e le dimissioni di Townsend, che è nella compagnia soltanto da marzo di quest’anno.
Direttamente intervistati da Polygon, numerosi dipendenti hanno rivelato di come lo staff si senta “disgustato” dalla risposta dell’azienda e che le accuse presenti nella denuncia del DFEH siano solo la punta dell’Iceberg. La versione integrale è disponibile qui.
NEW: Nearly 1,000 current/former Activision Blizzard employees have signed an open letter calling the company’s response to the discrimination lawsuit “abhorrent and insulting."
"We will not be silenced, we will not stand aside, and we will not give up" https://t.co/cIWYSinPhw
— Jason Schreier (@jasonschreier) July 26, 2021