Quando si inizia una rubrica per un argomento di cui è già stato detto tutto ed in tutti i modi, la difficoltà non sta nel decidere cosa sia più importante dire o cosa possa attirare di più, ma sta nel capire cosa sia più giusto tra l’emozionare ed il condividere: parliamo di retrogaming.
Attenzione però, non affezionatevi già all’idea di trovare link per le rom o come emulare i giochi, quello spetta ad altri.
Oggi mi limiterò a dare il via ad un percorso temporale disordinatissimo dove insieme a curiosità sui tempi elettronici che furono festeggeremo il compleanno dei videogiochi che hanno consumato corrente nelle nostre case e, più probabilmente, nelle case dei vostri genitori. Chiedetegli quali erano i loro passatempo preferiti e scoprirete una parte di loro che il tempo e l’età hanno provato a mettere da parte.
Chi di voi conosce la prima azienda che ha prodotto console (anche se sono sempre in tanti a voler stare sul podio) per il grande pubblico, alzi il pad.
Se avete detto Atari, ci siete andati vicino, ma con un errore di 3 anni.
Il 24 maggio 1972 Magnavox, allora una società statunitense di elettronica, mette sul mercato Magnavox Odyssey (un progetto di Ralph Baer) la prima console per videogiochi ad uso domestico della storia. E, attenzione, anche un altro mito è da sfatare: il gioco di tennis della Odissey anticipò persino Pong, tanto che in sede di tribunale Magnavox ebbe ragione sui diritti del brevetto rispetto ad Atari.
L’Odyssey era anche stata progettata per supportare una periferica aggiuntiva: la prima pistola ottica in assoluto ad essere mai commercializzata, chiamata Shooting Gallery.
Ed è proprio questo il gioco di cui festeggiamo in questo Settembre il suo compleanno.
Shooting Gallery esce nel Settembre del 1972, presente sulla cartuccia n° 10 della console Odyssey, consisteva in una serie di fogli da sovrapporre allo schermo della tv ed attraverso un mini fucile (il light gun diventato poi famoso con il NES e Duck Hunt) in dotazione, bisognava “colpire” il segnale luminoso che andava a riempire il relativo bersaglio.
I bersagli rappresentavano il classico Far West, il tiro al volo con le anatre, la battaglia aerea. Insomma, cercare di far combaciare una lenta luce a schermo con il proprio occhio, ha fatto felici almeno 330.000 famiglie fino al 1975, anno in cui cessò la produzione di Odyssey e cominciò quella di Magnavox 100, ma ormai i tempi erano già cambiati e la corsa all’Home Entertainment elettronico era ormai cominciata e il marketing era un mostro capace di creare e distruggere tutto, a seconda di come lo nutrivi.
Chissà, forse guardare con nostalgia a quelli che oggi dai più sarebbero etichettati come giochi analogici (in parte lo erano per via della costruzione della console stessa) al pari di un gioco da tavola, può aiutarci a capire quali siano i passi che la tecnologia del videogioco ha fatto in oltre 40 anni e quali sono le cose che un vecchietto come me cerca ancora oggi quando accende la propria console e attende l’inequivocabile suono che precede ore di viaggi nel tempo, battaglie epocali e sfide infinite.
Benvenuti in Old But Gold signore e signori.