Sembra che la copia fisica di Call of Duty: Black Ops IIII contenga soltanto un file key di installazione per il gioco. Sostanzialmente, comprare il disco equivale ad acquistare una copia digitale, dato che una volta tornati a casa occorrerà scaricare tutto il file del videogioco.
Questa informazione è stata resa nota dal tweet di un fan, che dopo aver acquistato il gioco ha notato che l’installazione del disco comprendeva meno di 200MB; chiaramente una dimensione molto inferiore a quella del gioco completo.
Logica vuole, quindi, che in quella manciata di mega ci sia solo il file di installazione e la licenza del titolo e che il resto debba essere scaricato online come se fosse una copia digitale.
Da un lato questa scelta è comprensibile: in teoria chi compra un titolo totalmente orientato all’online come Black Ops IIII, sicuramente ha accesso ad una connessione decente per scaricare, altrimenti non potrebbe giocare in primo luogo.
Dall’altro lato, invece, questo fatto è un valido motivo di rabbia per molti videogiocatori. Si comprano le copie fisiche per evitare i lunghi tempi di download (anche se in questo caso ci sarà un corposo download al DayOne) o in generale per avere il gioco completo nella propria ludoteca personale.
Purtroppo questa non è la prima volta che accade una cosa simile e mentre in questo caso è parzialmente comprensibile, in passato non sempre è stato giustificabile: parliamo, per esempio, di Metal Gear Solid V o The Sims 3.
In questi casi, con dei giochi per giocatore singolo, una scelta simile è davvero pessima e mostra la direzione che sta prendendo il mercato. La digitalizzazione dei prodotti, infatti, ormai è una cosa normale, che rende molto più accessibili i giochi, anche grazie a saldi frequenti. Ma nonostante il mercato digitale sia estremamente positivo, sia per i giocatori che per le aziende, va anche detto che dovrebbe coesistere con il mercato retail e non sostituirlo.