The Gardens Between è un titolo che parla di amicizia e nostalgia, mostrandoci quanto siano preziosi i momenti trascorsi con le persone che amiamo. E’ con questa premessa che il puzzle game ci propone gli scenari onirici e surreali nei quali si svolgerà tutta l’avventura. Infatti, ogni nostro enigma è ambientato in una simbolica “isola temporale”, creata dai ricordi dei due protagonisti del gioco. Riuscirà ad emozionare?
I giardini dei ricordi
Come accennato poc’anzi, il fulcro della storia riguarda i ricordi dei protagonisti. Nonostante ogni scenario riveli un prezioso indizio sulla quotidianità dei due, in realtà non è possibile parlare di una vera e propria “trama”. La narrazione, infatti, è affidata totalmente a dei brevi ricordi visibili alla fine di ogni scenario, che ci consentono di ricostruire l’amicizia che lega i ragazzini.
Ciò che salta subito all’occhio, invece, è l’ottima direzione artistica che delinea gli scenari del gioco. Ogni ambiente è un vero e proprio quadro tridimensionale, unico nel suo genere ed impreziosito da elementi belli da vedere e (come vedremo) sorprendenti da giocare. Inoltre, tutto nel gioco può vantare uno stile unico ed inconfondibile: dai personaggi, agli enigmi resi possibili dagli ambienti surreali, fino alla modalità di narrazione.
In poche parole, abbiamo un gioco con uno stile encomiabile sotto ogni punto di vista, a cui è affidata tutta la narrazione della storia. Una scelta sicuramente azzeccata, ma che poteva essere sfruttata meglio; magari con delle scene a fine livello più lunghe e profonde, che permettessero di affezionarsi ai personaggi prima del finale.
Bello da vedere e surreale da giocare
Il gameplay di The Gardens Between è costituito da enigmi ambientali, che spesso e volentieri richiedono pensiero laterale ed osservazione attenta dell’ambientazione. Ogni isolotto, infatti, oltre ad essere bello da vedere è anche costruito in modo da farci intuire cosa fare per superare gli ostacoli che abbiamo di fronte.
La premessa di gameplay è originale ed interessante: il giocatore non controlla direttamente i personaggi, ma gestisce, invece, lo scorrere del tempo all’interno di ogni livello. In sintesi, abbiamo la possibilità di mandare avanti od indietro il tempo, modificando alcuni elementi dello scenario, o bloccandone lo scorrere in alcuni punti. In tutto questo, i protagonisti si muovono in autonomia in un percorso predefinito, variando la traiettoria o le azioni, in base agli elementi che avremo modificato. Spieghiamo meglio.
Ognuno dei due ragazzi ha un modo unico di interagire con i livelli: la ragazza, Arina, ha la possibilità di raccogliere e posare una lanterna in grado di farci arrivare alla fine di ogni livello, dato che risulta indispendabile per aprire molti passaggi; dall’altra parte il ragazzo, Frendt, è in grado di interagire con gli interruttori, al fine di modificare la posizione o le caratteristiche di alcuni oggetti nello scenario.
Ogni ostacolo degli enigmi deve essere superato combinando correttamente questi elementi. Si va, quindi, dai primi e semplici livelli, che necessitano di elementari interazioni nell’ordine corretto, fino alle parti finali del gioco, in cui occorre considerare un maggior numero di fattori ed avere uno spiccato pensiero laterale.
I livelli, di fatto, propongono al giocatore di raggiungere il punto più alto di ogni isolotto. Per fare questo è necessario sfruttare la lanterna di Arina, in grado di dissipare le barriere di nebbia e di aprire ponti di luce. Questa abilità, tuttavia è un’arma a doppio taglio, dato che distrugge anche i ponti di nebbia, ostacolandoci.
A questo punto entra in gioco Frendt, in grado di interagire con interruttori che possono sbloccare dei fiori (con l’abilità di creare od eliminare la luce all’interno della lanterna di Arina). Inoltre, il ragazzo è capace di modificare la posizione di alcuni elementi in modo indipendente dal flusso dello scenario.
I puzzle, quindi, si basano sulla nostra abilità di combinare le interazioni dei personaggi con lo scorrere inesorabile del tempo all’interno dello scenario stesso. Mandando avanti i ragazzini, infatti, tutto il resto proseguirà la sua traiettoria insieme a loro. Per esempio, delle gocce che cadono da una tubatura od un fulmine che colpisce una punta di metallo. Questi elementi sono fondamentali per superare gli ostacoli: potremmo bloccare quella goccia d’acqua tra due fili scoperti, in modo tale che faccia da conduttore e sblocchi una lanterna che ci serve.
Questo significa che anche bloccare lo scorrere del tempo, in alcuni casi, può tornare utile. Così come può tornare utile conoscere le proprietà fisiche degli oggetti che compongono gli scenari, nonchè osservare il loro movimento mentre noi andiamo avanti.
Spesso e volentieri, infatti, è necessario pensare in modo insolito e surreale durante gli enigmi, cercando di capire ogni possibile modo in cui gli oggetti possano interagire; osservando il loro movimento e ricordardo che le leggi della fisica non valgono sempre.
Da un lato questo delinea delle sfide originali e memorabili, in grado di regalare esisti che non avreste mai immaginato a primo impatto. Dall’altro lato, tuttavia, c’è da dire che alcuni enigmi hanno una qualità inferiore rispetto ad altri, spingendosi troppo oltre, proponendo meccaniche che il titolo non introduce in nessun modo. (Ad esempio, in un particolare livello occorre attivare la lanterna con un “gioco di prospettiva”. Originale, ma mai utilizzato prima di quel momento e senza alcun indizio evidente che possa farlo capire). C’è da dire che sono soltanto casi sporadici e che la maggior parte dei livelli può vantare sfide apprezzabili.
In generale, la meccanica del tempo è ben sfruttata all’interno del gameplay: con il semplice controllo dei flussi ed un tasto azione, gli sviluppatori sono riusciti a creare degli enigmi stimolanti ed originali, che possono vantare interazioni inaspettate ed appaganti.
Stile da vendere
Come accennato all’inizio della recensione, The Gardens Between ha stile da vendere. Infatti, la prima cosa che salta all’occhio una volta avviato il gioco è la splendida realizzazione tecnica, accompagnata da un art design superlativo, che si fa carico di raccontare la storia e presentarci gli enigmi.
Ogni scenario, infatti, è piacevolissimo da guardare, regalando la stessa sensazione che trasmettono le miniature all’interno delle palle di vetro con la neve. A questo, poi, si aggiungono le eccellenti animazioni dei protagonisti che, avendo movimenti predefiniti, sono curate in ogni momento.
Nulla da dire anche sul comparto sonoro, composto da musiche rilassanti e lente, che spingono il giocatore a ragionare con calma la risoluzione degli enigmi, prendendosi tutto il tempo necessario a scoprire ogni particolare.
Tutto questo crea un’atmosfera onirica e surreale, quasi fiabesca, che ci accompagna dal primo momento in cui avviamo il gioco, fino alla sua conclusione.
Per concludere
The Gardens Between è un ottimo puzzle game, che propone meccaniche originali e divertenti, nonchè uno splendido modo di interagire con gli scenari. Tutto questo delinea un prodotto di qualità, consigliato agli appassionati del genere. L’unico rimorso risiede nella consapevolezza che gli sviluppatori potessero osare di più, magari proponendo una storia più emozionante o dei personaggi più profondi.