Quando mi hanno chiesto di provare a fondo Varion per Nintendo Switch, non nascondo che un pò ho storto il nasone e mi sono detto: “Ecco qua un altro remake di qualche indie degli anni 90 dimenticato da tutti, che farà la stessa fine”.
Poi giocandoci mi sono accorto che, anche se con una profondità di gioco degna di un piatto da fast food, mi sono ritrovato tra le mani un piccolo gioiello che con una semplice idea potrebbe dare uno spunto forte al genere dei classici 3d brawl arcade.
Varion: un gameplay solido
In Varion ci ritroviamo a bordo di mezzi futuristici a dominare arene in 3d dove grazie al giusto rapporto tra tempismo e scelta dell’azione da compiere dobbiamo eliminare i mezzi nemici ed i bot prima che loro ci riducano in mille pixel. Mentre corriamo per l’arena utilizzando lo stick sinistro, miriamo con lo stick destro e possiamo scegliere di utilizzare uno dei tre slot d’azione per sparare o per effettuare un dash utile: in entrambi i casi consumiamo uno slot che si va a ricaricare più o meno velocemente da solo.
L’idea, che è poi alla base del gioco, è che colpire direttamente gli avversari non serva a nulla se non ad allontanarli se troppo minacciosi: infatti l’unico modo per abbattere i mezzi avversari con i proiettili è facendoli rimbalzare sulle pareti, cosa che rende molto più frenetica l’arena.
La scelta dei mezzi è piuttosto limitata ma sufficiente, ci sono 4 coppie tra cui scegliere che si differenziano per Velocità, Velocità di caricamento e Velocità del proiettile, i tre valori che rendono pressoché diverse anche le strategie da attuare in gioco: correre ed evitare le minacce grazie al velocissimo Helix o riempire l’arena di proiettili con Goblin?
Nel gioco poi sono disseminati una serie di power-up che rendono più aggressive le battaglie: si va dal classico colpo triplo allo scudo anti proiettili, passando per le maledette lame rotanti che trasformano per poco tempo i mezzi in forsennati kamikaze. E non dimentichiamo addirittura una sorta di “maledizione” che ti rende piccolo e vulnerabile a tutto: infatti per pochi secondi resteremo in balia degli altri non potendo né correre né sparare.
Le regole del gioco
Ogni nemico eliminato è un punto a favore, ogni autodistruzione toglie un punto, ci sono bonus ai punti in varie occasioni come quando elimini tutti da solo o vinci senza eliminare nessuno.
Le arene si differenziano per colore e stile, ma soprattutto per le trappole disseminate nelle stesse. Ogni arena presenterà un tipo di trappola diversa, nel Temple ad esempio troveremo un monolito che proverà ad investirci senza remore, mentre in Reactor saranno delle grate incandescenti ad “accendere” gli animi.
Un’altra piccola idea implementata in Varion è, riguardo le arene, anche che esse non saranno mai uguali: in ogni round infatti un algoritmo le genererà in maniera random, l’unica continuità sarà data dal punto di partenza di ogni mezzo. Inoltre se la battaglia supera un certo limite di tempo, verranno attivati dei bot che ridurranno ulteriormente la possibilità, già pressoché nulla, di camperare in giro per l’arena.
Le modalità di gioco sono Battle, Tournament e Challenge, accessibili dal menu principale dove troviamo anche le opzioni, il tutorial e i credits.
In Battle sceglieremo in quanti giocare (fino a 4 mezzi tra players e AI) e con quali mezzi; successivamente sceglieremo le regole tra Deathmatch, Melee, Survival, Bot Hunt e Custom: in ogni caso vince chi fa più punti, a cambiare saranno la durata ed il modo di affrontare nemici e bot.
In Tournament le gare dureranno di più perché saranno distribuite su più gare ed in Challenge la sfida sarà in singolo o in coppia ma solo contro una serie di ondate di bot.
Video del trailer di Varion
Pro e contro di Varion
Da come leggi, Varion non ha una trama, non ha una campagna e nemmeno una sorta di scusa per continuare a giocarci, se non quella di sbloccare le arene, compito molto semplice tra l’altro.
Dal canto suo però ha sicuramente uno stile essenziale, una grafica ed una palette facilmente riconoscibili, una giocabilità molto alta ed una semplicità incredibile: ad imparare ci vuole pochissimo, ma per diventare un campione a mio avviso ci vuole un bel pò di tempo, indipendentemente dal livello di difficoltà.
Certo, i fattori velocità e tattica sono sì essenziali, ma purtroppo molte, troppe volte, la sensazione è che la fortuna abbia la meglio sullo stile di gioco e prenda il sopravvento. Effettivamente ci sta che in un gioco simile, estremamente arcade, il colpo di fortuna sia da tenere in conto, ma spesso, sparare a vanvera porta gli stessi risultati di una tattica velocemente impostata, sarà per le arene molto piccole (il gioco visualizza ovviamente tutta l’arena sempre, non potendo zoommare per forza di cose sull’area interessata), sarà per i rimbalzi eccessivi (morirete spesso sotto i vostri stessi colpi).
Un punto fortemente negativo però va (e qui è probabilmente “colpa di Nintendo Switch“) al sistema di controllo in multiplayer. Quando condividiamo i Joy-Con con gli altri per giocare insieme, il secondo stick (quello per direzionare il colpo) è sostituito dalla combinazione di B e A per muoversi e bloccare la torretta: per muoverci dobbiamo tenere premuto un tasto e per fermare la direzione di sparo l’altro. Più difficile da fare che da spiegare, e non va bene.
La musica e gli effetti sonori sono adatti al gioco e anche se la colonna sonora non fa gridare al miracolo rende bene l’atmosfera delle arene, sopraffatta però dai suoni ovviamente molto ripetuti e un pò ripetitivi.