The Adventure of Bertram Fiddle: Episode 2, siamo già ad 11 parole per farvi capire quanto sia stata un’occasione sprecata. Non del tutto, ma comunque sprecata.
Le avventure grafiche sono tornate di gran prepotenza sulle nostre console negli ultimi anni, e farne uscire una così ricca di citazioni, ammiccamenti e cultura pop senza darle nulla di davvero unico è alquanto avvilente.
Ma procediamo per punti. Il titolo non è del tutto carente, ma lo è nei punti fondamentali, e vediamo perché.
La storia
Il gioco inizia in maniera tranquilla, siamo un tipico impiegato svogliato della Londra del secolo scorso. Dormienti al lavoro veniamo svegliati dal nostro capo con fin troppo garbo e ci viene detto di terminare al più presto il lavoro per poter tornare a casa.
Una volta terminato il nostro primo enigma, che ci permetterà di timbrare il cartellino ed uscire, entreremo finalmente nel vivo del gameplay e della trama.
Un’anziana signora ci contatta per scoprire cosa non va col proprio figlio, sempre lontano dal lavoro ed inefficiente, e mentre saremo lì ad indagare finiamo per essere sospettati come Geoff the Murderer (in pratica Jack lo squartatore, per capirci). E’ quindi nostro compito scagionarci e acciuffare il vero colpevole.
Niente male come trama per un’avventura punta e clicca, almeno in quanto a potenzialità, visto che in pratica non sarà assolutamente sviluppata. La maggior parte degli enigmi e dei personaggi con cui andiamo ad interagire non sono assolutamente legati a queste premesse, facendole diventare un mero tentativo di citare la cultura pop del momento.
Gli enigmi
La storia sì, può essere un traino considerevole per questa categoria di giochi, ma non è fondamentale, è un mero pretesto come quello descritto qui sopra va più che bene se a supportare il tutto avessimo degli enigmi interessanti e ben strutturati.
Si, ho usato il condizionale, allarme spoiler.
Altalenanti, è la parola giusta: altalenanti.
Inizieremo molto bene, i primi rompicapi che andremo a risolvere sono simpatici, intelligenti ed anche ben integrati con l’ambiente, non saranno troppo facili ma avremo abbastanza elementi (se guarderemo bene, come giusto che sia) per risolverli con relativa facilità.
I primi problemi però li avremo abbastanza presto, da quando potremo muoverci liberamente, o quasi, per la città.
Chi ha giocato in passato ad altri titoli del genere sa che fondamentali sono gli NPC, che ci daranno indizi fondamentali per la risoluzione degli enigmi in corso o direttamente oggetti che porteranno alla creazione di enigmi del tutto differenti.
Qui no, proprio no.
Il 50% abbondante dei personaggi non giocanti in pratica è lì per bellezza o, peggio ancora, viene usato come fonte per citazioni e battutine abbastanza ripetitive. Addirittura alcuni di loro ci diranno frasi del tutto fuorvianti che faranno perdere non poco tempo al giocatore.
Un esempio?
Già nel capitolo 3 potremo interagire con un personaggio ed il suo relativo enigma che potrà essere risolto non prima dell’ultima fase del gioco (diviso in 5 capitoli), rendendo una totale perdita di tempo capirne l’utilità fino al punto in cui sarà palese il suo funzionamento, solo perché sarà l’unica cosa che potremo fare per andare avanti, ma senza darci un reale motivo per tornare da lui. Frustrante.
Per gli enigmi ambientali invece non c’è nulla da dire, nella media e nulla più. Spesso gli oggetto raccolti avranno delle descrizioni per farci capire cosa sono e a cosa potrebbero servire, ma altrettanto spesso la loro descrizione sarà inutile quanto dell’acqua tiepida a maggio.
La tecnica
Premettiamolo, il gioco è un indipendente, costato meno di 30.000 euro raccolti grazie ad una campagna di kikstarter, ma non è una buona scusa per la sua realizzazione finale.
Il titolo avrà uno stile grafico totalmente in 2D e tendente in alcune situazioni al grottesco Bartoniano, ma con ambienti e personaggi poveri, assolutamente poveri di dettagli.
Tolti i due protagonisti, Bertram il nostro impiegato investigatore col tipico look inglese di quel secolo ed il suo assistente Gavin, un maggiordomo ciclope peruviano con una forza erculea, il resto del cast è di quanto più anonimo si riesca a ricordare.
Non parliamo delle animazioni, praticamente inesistenti se non per una scattosa camminata/corsa e qualche piccolo movimento degli arti superiori, che non solo darà al titolo un look anonimo, ma darà anche problemi con gli enigmi ambientali, non facendovi capire quando starete interagendo con oggetti piccoli come bottoni nascosti o simili visto che non ci sarà nessun movimento da parte dei nostri protagonisti, ma solo un lieve click a farci intendere che abbiamo fatto la cosa giusta.
L’humor
Il gioco è inglese, e per quanto io ami l’italiano, per quanti sinonimi e modi di dire abbia per poter diversificare un discorso, la lingua anglofila può essere così divertente da star male.
E ci provano, davvero: giochi di parole, doppi sensi, citazioni, personaggi “realmente esistenti” che ricalcano l’esatto opposto di come appaiono normalmente, situazioni ridicole, satira religiosa, metafore politiche e Gavin, dio mio Gavin avrà sempre un detto peruviano per ogni cosa stupida che proveremo a fare.
Chi più ne ha più ne metta, ma anche qui è tutto mediocre, dannazione.
Ancora voglio portarvi qualche esempio, perché detto così potrebbe sembrare solo l’opinione di chi si aspettava troppo.
Avremo Sherlock Holmes, come poteva mancare in un avventura grafica ambientata a Londra il nostro detective di fiducia. Ma indovinate un po’? Sì, qui sarà un idiota sempre nel torto, che pur di aver ragione impiccherebbe il più innocente tra gli uomini, e che avrà in Watson l’unico barlume di intelligenza e sagacia.
Ma ancora: il culto di Cthulhu. Ormai Poe è conosciuto da tutti, chi ne ha letto i romanzi, chi ne ha visto film, chi ha giocato a videogame ispirati alle sue idee, ed allora gli sviluppatori hanno giustamente pensato di inserire anche lui in questo minestrone mal riscaldato.
Sarà figo? Sarà una bestia talmente orribile da non essere compresa dalla mente umana? O sarà una simil poltiglia rosa sconfitta da una rana urlante catturata di fianco ad una pecora iraconda?
Vi farò vivere per sempre nel dubbio.
I controlli
Un piccolo paragrafo c’è da farlo, qui siamo su Switch ed ormai Nintendo è famosa per la totalità dei controlli che concede agli utenti. Come avranno gestito quindi la freccetta con la quale ci muoveremo negli ambienti di gioco?
Avranno utilizzato uno dei due joycon come se fosse un mouse permettendoci di muoverlo per giocare liberamente? La risposta è sempre no, come su di un normale controller dovremo muoverci utilizzando la levetta analogica sinistra.
Almeno però hanno dato la possibilità in modalità portatile di giocare utilizzando solo il touch della console Nintendo, almeno questo.