Giocare Valfaris demo mi ha riportato indietro nel tempo, più o meno nel 1990 quando per la prima volta sul Commodore 64 ho giocato con un platform sparatutto che ha fatto la storia del genere, ossia Turrican. Ci sono stati alcuni seguiti della saga e altri titoli dello stesso genere, che proprio come quello, mi hanno appassionato, come Turrican 2 e Contra, tutti giochi con i quali ho passato la mia adolescenza. Oggi ho avuto la sorpresa e il piacere di ritrovare parte dei quelle sensazioni. Continuate a leggere per scoprire cosa c’è di buono in Valfaris.
Heavy metal e ignoranza: un connubio che attira i gamer più sanguinari
Avviando il gioco ci si ritrova nella schermata principale con prevalenza di spiccati verde acido, rosso scarlatto e blu elettrico e accanto al menù, il protagonista regge in mano un fucile enorme dalle sembianze di… Un qualcosa con una bocca e denti affilati e se ne sta lì, bello impettito su un cumulo di macerie nella sua armatura metallica rossa e capelli lunghi al vento.
In alto a sinistra spicca il nome del gioco, Valfaris, con un font che starebbe bene sulla copertina di un disco di un gruppo heavy metal e sullo sfondo, compare in dissolvenza un primo piano del protagonista che… Pare abbia un po’ di fiatone, ma è figo lo stesso. Scommetto che dalla descrizione vi state immaginando un’interfaccia ultra teck e grafica dei modelli Next Gen, ma dovete fare uno sforzo d’immaginazione: tenete tutto ciò che state immaginando e pixellatelo come fosse un gioco anni 90. Tutto questo è reso epico da una marcia suonata da chitarra elettrica e basso molto cattivi, come a voler preannunciare il massacro che sta per cominciare premendo il tasto “Avvia“.
Per gli amanti del retro gaming e i nostalgici, vi consiglio di attivare tra le opzioni video la modalità CRT, che riproduce l’effetto dei vecchi monitor a tubo: una vera goduria per gli occhi.
Trattandosi di una pre Alfa non c’è una storia, si tratta solo di un paio di livelli per testare le capacità di questo gioco, ma già promette molto bene. L’unica cosa che spiega un po’ come funziona è solo una serie di messaggi a schermo che in certi punti del livello ci suggeriranno di premere determinati tasti per compire un’azione. C’è ben poco da capire, il gioco è talmente basilare che si potrebbe giocare con un pad del NES (Nintendo Enterteinment Sistem), il caro vecchio Action Set per intenderci, bastano infatti i tasti movimento, A per saltare e B per sparare.
Chi mal comincia è già a metà del massacro
Il gioco comincia proprio male, forse come comincerebbe il giorno del giudizio, con noi che precipitiamo con la nostra navicella colpiti dal fuoco nemico, ma siccome “Karma is a bitch“, la nostra nave schiantandosi, asfalta i soldati che ci hanno abbattuto. Niente paura, siamo un fot****ssimo guerriero con un’armatura e un mega fucile, quindi usciamo indenni dalla nave e una specie di figura eterea collegata in qualche modo con noi, ci dice che l’aria del pianeta è irrespirabile: tranquilli, il protagonista mastica gomme allo zolfo e fa aerosol di cianuro, quindi è abituato e si va avanti.
Da qui in poi è tutto un correre, saltare, arrampicarsi e sparpagliare interiora di nemici un po’ ovunque. La fluidità del gioco è frutto di tecniche moderne, i poveri possessori di console di recente hanno scoperto i 60 FPS, ma Valfaris con la sua grafica retro, mantiene in modo granitico i suoi 60 FPS. Personaggi, elementi platform e ambienti sono ben curati, con delle belle animazioni fluide e quell’aspetto pixellato che rende il tutto “che mi frega della grafica, fammi spappolare i nemici”, ma è nel momento in cui si usano le armi che ci si rende conto di essere davanti a qualcosa di veramente curato.
Gli effetti luminosi delle armi sono degni delle migliori onde energetiche di Goku e Vegeta che si fanno a botte e gli effetti sonori fanno vibrare la membrana del subwoofer in maniera netta e profonda. I nemici compaio sullo schermo entrando dai bordi della scena, oppure attraverso portali che si aprono dal nulla. Muoiono nei modi più brutali possibile: decapitati, smembrati, esplosi e spaccati a metà, con viscere che fuoriescono e si dimenano, mentre le gambe continuano a camminare per qualche passo e poi stramazzare per terra (metti un like all’articolo se l’immagine ti eccita, ma anche se ti disgusta).
Valfaris e il suo arsenale rock
Il protagonista ha un armamentario di tutto rispetto: una pistola che spara impulsi di energia, una spada laser fiammeggiante azzurra e più avanti si potrà entrare in possesso di armi secondarie potentissime, come fucili d’assalto o a pompa che sparano proiettili energetici. Le armi sono conservate come delle reliquie fluttuanti all’interno di cilindri di vetro verdi che quando vengono frantumati per prendere possesso dell’arma, emettono un bagliore luminoso che riempie lo schermo e per festeggiare il nostro guerriero si esibisce in una fantastica performance di head banging degna di un metallaro incallito, con tanto di jingle rigorosamente heavy metal che celebra il momento.
Lungo il percorso si trovano degli altari con colonne e teschi fluttuanti immersi in una luce verde acido che sembrano mortali, ma sono dei semplici check point, i quali fungono anche da banco di potenziamento per le armi, infatti, troveremo dei “metalli di sangue” che serviranno come componente per i potenziamenti.
Vogliamo la sound track di Valfaris scaricabile
Il comparto musicale è eccellente, il gioco è accompagnato da brani heavy metal che caricano il giocatore, il quale può quasi sentire il sangue dei nemici che sprizza sul suo volto e in alcune parti, come nel combattimento contro il boss finale, per gli appassionati del genere c’è un apertura con un fill di doppio pedale e chitarra elettrica che li spingerà a lasciare il joypad e alzarsi dalla sedia per scatenarsi con un bel head banging, oppure usare la tastiera come fosse una chitarra elettrica simulando di pizzicarne le corde.
Nella pre Alfa di Valfaris demo abbiamo giocato 2 livelli, per un totale di circa 30 minuti e durante i percorsi abbastanza lineari abbiamo incontrato parecchi nemici, alcuni mini boss e un boss finale che ne determina la fine, con ringraziamento finale per averla giocata. La difficoltà non è eccessiva, se volete aumentare la sfida giocate con la tastiera, la prima sfida infatti sarà impostare i comandi, che non si capisce per quale motivo, vengono resettati ogni volta che si muore, per cui alla fine ci si arrende e si prova a utilizzare quelli predefiniti. L’uso di un joypad tuttavia è fortemente consigliato. La traduzione lascia un po’ a desiderare, alcune parti sembrano tradotte con Google Translate (e molto probabilmente è cosi), altre invece sono multilingua ma nello stesso box di testo, con alcune frasi in inglese e altre in italiano. Roba di poco conto, soprattutto se si pensa che è una pre Alfa, quindi c’è ancora molto da lavorare. Gli effetti visivi delle armi, sia nostre che dei nemici, sono ben fatti, scie luminose e luccichii accompagnano le legnate ignoranti che daremo a destra e manca, ma dopo i potenziamenti ci si aspetterebbe anche un aumento visivo di questi effetti, come se l’arma potenziata sprigionasse ancora più energia, ma invece no, tutto resta per com’è.
Valfaris demo è solo una pre Alfa, il gioco completo sarà disponibile nell’estate del 2019, ma già mostra le caratteristiche di un gioco, che seppur non sarà mai un tripla A, potrebbe essere un titolo che riprende i fasti dei suoi predecessori, riportando alla luce un genere perso nel tempo, ma che fa sempre piacere rivedere ai nostalgici e che potrebbe anche stuzzicare coloro i quali sono soliti storcere il naso davanti un buon vecchio, nuovo platform sparatutto.