Purtroppo la crisi di Activision e Blizzard Entertainment sta uscendo sempre più alla luce specialmente per quanto riguarda le pressioni fatte dal reparto marketing su quello dei developer.
Sono passati i bei tempi in cui Activision era un fiore all’occhiello della community di sviluppatori di videogiochi (ne ho parlato qui nella rubrica Old But Gold), ora anche la fan base più forte storce l’occhio di fronte alle scelte dell’azienda, rea di non ascoltarli più.
Specialmente vista l’accoglienza negativa ricevuta da Activision e Blizzard alla presentazione di Diablo Immortal, avvenuta alla BlizzCon 2018 tenutasi il mese scorso alla Blizzard Arena Los Angeles di Burbank, in California.
Come riferito da molti e sottolineato da Jason Schreirer di Kotaku il riassetto interno di Blizzard Entertainment, in vista della chiusura del 2018, non si limita solo ad un taglio delle spese con la chiusura di importanti hub ma passa anche per pressioni pesanti da parte dei responsabili del marketing di Activision sugli sviluppatori di Blizzard.
Insomma è ufficialmente finita l’era dell’indipendenza e di fronte ad una evidente crisi si sta scegliendo di promuovere la quantità a discapito della qualità, scelta che, a mio avviso, se sul breve periodo porta utili altissimi anche in Borsa, rischia di essere un pessimo investimento nel futuro.