L’idillio tra Nintendo e Ojiro Fumoto, eclettico e ardito sviluppatore del platform per PC, iOs e piattaforme mobili Downwell, è durato appena un anno, prima che il richiamo della foresta tornasse a farsi sentire con prepotenza e riconvocasse Fumoto tra le fila dei game designer indipendenti.
Fumoto, che ha sviluppato Downwell praticamente da solo, dev’essersi accorto che le cose in una multinazionale del videogioco (La Multinazionale del videogioco, verrebbe da dire) sono gestite in maniera molto diversa rispetto all’arioso mondo tranquillo del circuito indie: una realizzazione più corroborata da finanze e gloria, certo, ma con direttive più rigorose, disciplina burocratizzante, ritmi più serrati e, ovviamente, una minore possibilità di ispirazione artistica individuale. Considerando le dichiarazioni rilasciate sul suo profilo Twitter (accolte con approvazione dal collega e game designer olandese Paul Veer), non possiamo che concludere che il desiderio di espressione abbia ampiamente soverchiato il bisogno pecuniario (cosa che pochi sviluppatori odierni possono vantare).
I was working at Nintendo for most of 2018 but I quit at the end of the year to pursue being an indie dev again. Working there was an incredible experience but ultimately I found my passion to simply be making a thing I want to make.
So yeah, I’ll get working on that this year!— Ojiro Fumoto (@moppin_) 1 gennaio 2019
Downwell, che durante la permanenza di Fumoto in Nintendo è stato adattato anche per piattaforma Switch, si basa su un concetto semplice quanto accattivante: il protagonista è uno stickman bianco che precipita lungo un pozzo scuro (in inglese “well”), aiutato nella sua opera di distruzione di rocce e nemici dai suoi fidati stivali esplosivi (potete godervi il trailer originale nel video in descrizione).
Come? Anche voi volete sapere com’è stata l’esperienza di Fumoto in Nintendo? Beh, potete sempre chiedere all’allegro signor Miyamoto, qui sotto, ma vi conviene essere veloci. Molto veloci.