Mancano ormai pochi giorni all’uscita di Kingdom Hearts III, ultimo capitolo della meravigliosa saga nata dalla collaborazione di Square Enix e Disney. Dopo più di 10 anni dall’uscita del secondo capitolo finalmente il sogno si avvera e scoprire che le cose sarebbero potute andare diversamente ci fa apprezzare, ancora di più, che l’uscita del gioco sia così vicina.
In un intervista su Edge Magazine con Tetsuya Nomura(game director di Kingdom Hearts III) e Tai Yasue (co-director), Nomura ha affermato:
“Dopo aver finito Kingdom Hearts II e quando abbiamo iniziato a parlare del terzo capitolo, abbiamo avviato le trattative con Disney. Ricordo di aver detto, se non possiamo usare i film Pixar, allora non possiamo fare Kingdom Hearts III. È importante per il gioco. Tutto il mondo ama Toy Story, tutti amano quei personaggi e quella storia quindi se non possiamo usarli non voglio fare il terzo gioco“.
Come ormai tutti sappiamo l’approvazione è arrivata e il mondo di Toy Story è entrato a far parte di quelli che potremo visitare nei panni di Sora. Nonostante questo, le trattative per Toy Story sono tra le più lunghe. Ci sono voluti anni prima che Pixar approvasse la storia e il design dei personaggi.
C’è da dire che quando la discussione è fra due creatori, Nomura e la Pixar, entrambi hanno le proprie idee e trovare un accordo non è sempre così semplici. In aggiunta a questo il livello a cui Nomura e Tetsuya hanno voluto portare Kingdom Hearts III è altissimo, quindi tutto doveva essere perfetto, e anche questo richiede il suo tempo.
Tetsuya stesso dice:
“Nomura vuole che sia perfetto, io voglio che sia perfetto, anche Disney vuole che sia perfetto, giusto? E i nostri fan si aspettano che sia perfetto. Non possiamo permetterci che sia mediocre: è Kingdom Hearts III. Non può essere soltanto un gioco ben fatto e nella media. Deve essere più di questo”
Le aspettative sono alle stelle, siamo tutti in attesa di questo nuovo capitolo che promette di essere strepitoso, Non ci resta altro da fare che aspettare pazientemente il 25 gennaio 2019, ma dopo 10 anni, cosa saranno mai altri 20 giorni?