Feudal Alloy: pesci, robot, spade e.. divertimento!!
Qualche giorno fa vi parlavo di come i videogiochi più interessanti prendessero spunto dal surrealismo e il gioco che ho provato per voi, Feudal Alloy, attinge a piene mani da questa scuola di pensiero.
Feudal Alloy è il secondo titolo prodotto da Attu Games, un piccolo studio indipendente originario della Repubblica Ceca e costituito unicamente da due persone; fa seguito all’interessante puzzle platform Toby: The Secret Mine e ha già vinto alcuni premi come “Finalista al premio indie 2017″ .
Già nella presentazione che fanno nel loro sito, i due di Attu si presentano come due appassionati di quello che fanno e questa dichiarazione si riflette in pieno sul loro lavoro, ma andiamo con ordine.
Pesci, robot e medioevo
Di metroidvania, ovvero titoli (preferibilmente 2D) con un’unica mappa la cui esplorazione è subordinata alla crescita del personaggio sia in termini di capacità che di attrezzatura, ne vediamo parecchi in giro ultimamente; pochi però sono quelli in grado di colpire sin dalla loro presentazione, fortunatamente Feudal Alloy è uno di questi al pari di titoli come Guacamelee oppure Ori and the Blind Forest.
Il concept alla base del gioco è molto semplice e forse anche per questo divertente: impersoniamo Attu, un normale pesce rosso la cui boccia costituisce la testa di un robot, in un medioevo alternativo abitato soltanto da pesci e creature meccaniche di varia natura e pericolosità. Proprio questa commistione di elementi originali è il primo punto a favore del lavoro di Attu Games.
La trama, come da tradizione per questo genere, è molto schematica: Attu vive una vita normale da pesce-robot agricoltore e aiutante di robot più anziani almeno fino al giorno in cui dei banditi assaltano il villaggio e danno alle fiamme la sua casa; non rimane altra soluzione che la fuga, non prima di avere recuperato una vecchia spada in cantina.
E’ da qui che iniziano il gioco e l’avventura di Attu, unico personaggio giocabile, che si farà strada a suon di fendenti tra creature meccaniche in massima parte anch’esse controllate da pesci. Tutto qui ma, vi assicuro, la mancanza di una vera e propria storia non si avverte assolutamente durante tutta l’esperienza di gioco, anzi probabilmente aiuta a concentrarsi di più nell’avanzata del nostro nuovo eroe.
Acqua in bocca e affettare
Il gioco inizia, dicevo più su, con Attu in repentina fuga dal suo villaggio; ne consegue che inizieremo con l’esplorazione del mondo di gioco con un equipaggiamento di basso livello e l’inventario vuoto, che potremo rimpinguare dopo qualche minuto presso la tenda del negoziante che nei metroidvania diventa per necessità il nostro migliore amico; in realtà in Feudal Alloy è l’unico venditore nonché l’unico personaggio che non cercherà di ridurci in rottami fumanti; purtroppo ciò significa che ogni qualvolta si renda necessario un determinato oggetto oppure si vogliano spendere le risorse accumulate per migliorare il corpo robotico di Attu, si debba tornare alla tenda del venditore magari macinando chilometri su chilometri già percorsi e di nuovo colmi di nemici senza possibilità di salvare. Questo è uno dei pochissimi elementi frustranti del gioco, anche se in giro per la mappa esistono delle macchine in grado di teletrasportare Attu da una postazione all’altra.
Come da tradizione del genere, anche in Feudal Alloy il gioco si dipana all’interno di un’unica mappa composta da stanze su più livelli interconnesse che potremo esplorare man mano che il gioco procede e in cui andremo ad acquisire nuovi oggetti e capacità; allo stesso modo dovremo reperire in giro tra i forzieri sparsi nelle varie stanzi i pezzi della mappa che, una volta completa, ci consentirà di orientarci al meglio nella foresta dentro cui si svolge tutto il gioco.
Gameplay
Anche se Attu potrà contare solo sulla spada, non avendo armi secondarie nè scudi, il buon lavoro svolto dai programmatori farà sì che potremo dotarlo di alcuni tipi di bombe (incendiare, telecomandate) e miglioramenti al corpo che avranno un impatto sia meramente estetico, rendendo il corpo robotico sempre più barocco e bello a vedersi, sia tattico aumentandone le capacità.
I principali problemi cui va incontro il robot sono due: la vitalità (qui espressa attraverso la presenza di olio che andrà diminuendo a seguito dei danni subiti) e il surriscaldamento. Attu non potrà infatti menare fendenti a destra e a manca impunemente: quando l’indicatore arriverà nella zona critica inizierà il surriscaldamento, l’acqua nella boccia di Attu inizierà a surriscaldarsi, i Joy-Con inizieranno a vibrare e in breve non potremo più attaccare, rimanendo in balia degli avversari. Nelle fasi più concitate è possibile ovviare al problema facendo “bere” al corpo (fase questa resa in maniera simpatica con il braccio che solleva la boccia quasi ad aprire la bocca) una boccetta di liquido refrigerante, allo stesso modo con cui berrà l’olio per noi vitale.
Il miglioramento delle abilità di Attu avviene con tre modalità: tramite acquisto dell’attrezzatura, tramite l‘installazione di rudimentali schede madre all’interno del corpo robotico e attraverso il classico albero (qui da intendersi in senso letterale) delle abilità che sbloccheremo con i punti XP.
Se all’attrezzatura ci pensa il nostro amico venditore, quello che viene richiesto al giocatore è un pizzico di strategia ed abilità sia nella gestione delle risorse che nell’affrontare i nemici; dovremo sempre cercare di avere con noi qualche tanica d’olio e qualche bomba per sbloccare passaggi che ci sarebbero altrimenti preclusi, allo stesso modo per arrivare incolumi al punto di salvataggio successivo (che provvede anche ad azzerare la barra dei danni) dovremo fare attenzione a superare gli ostacoli. La componente platform richiede precisione, d’altro canto i comandi rispondo alla perfezione (tranne talvolta in presenza delle scale), e ci permettono un approccio ai nemici nella maniera per noi più proficua: bastano pochi colpi ben assestati per riportarci all’ultimo checkpoint.
Proprio quello dei checkpoint è uno degli aspetti più scomodi del titolo: sono presenti in punti distanti tra loro e in numero sporadico: se è pur vero che tramite interruttori e varchi segreti spesso si creano utili scorciatoie, vero è anche che essendo spesso necessario tornare in un determinato punto della mappa si rischia di impiegare preziosi minuti per poi morire e ritornare all’ultimo salvataggio. Anche in questo caso è un peccato veniale, connesso più al genere metroidvania che a Feudal Alloy in sè, visto che già dai tempi di Metroid era abitudine fare macinare al giocatore chilometri virtuali.
Segnali di stile
La prima cosa che mi aveva colpito dal suo annuncio è la veste grafica di Feudal Alloy: il mondo di gioco, che un po’ sembra ispirato da Futurama, un po’ da serie fantasy come Adventure Time, è stato realizzato interamente a mano, cosa questo che lo rende semplice nella sua essenzialità ma al tempo stesso ricco di dettagli piacevoli alla vista.
Tutto è curato nei minimi particolari: dall’animazione dei pesci che comandano i robot agli sfondi, passando per i diversi pezzi di Attu nell’insieme abbiamo una piccola perla grafica specie per gli amanti di questo stile un po’ retro. Forse la presenza di più personaggi giocabili avrebbe costituito una piacevole aggiunta ma, se ancora non fosse chiaro, Feudal Alloy è in tutto e per tutto un omaggio ai grandi classici del genere, da cui mutua anche questa scelta.
Il gioco è per scelta asciutto e concreto, anche nella composizione del menu di pausa che non comprende nessuna opzione per i comparti audio e video; sono presenti solo il tasto per abbandonare la partita e un riepilogo dei comandi.
Tornando al comparto audio, anche in questo frangente il lavoro dei programmatori si fa apprezzare, con effetti sonori piacevoli e presenti in ogni frangente; che sia un fendente o l’installazione di un power-up tutto in Feudal Alloy è accompagnato da un effetto azzeccato.
La colonna sonora, dai toni medievaleggianti, si cala perfettamente nel contesto del gioco e pur avendo una durata breve prima di ricominciare il loop non è mai davvero stancante.
Il titolo garantisce anche una discreta longevità, visto che per arrivare alla sua conclusione serviranno dalle 10 alle 15 ore, destinate ad aumentare se vorremo completarlo al 100% con tutti i power up, tutti gli oggetti disponibili ed esplorando completamente la mappa palmo a palmo.
Se vuoi saperne di più visita il sito ufficiale www.feudalalloy.com