Nell’ampio panorama di platform tridimensionali, fps online e nella pletora sempre aggiornata e in continua espansione di hack ‘n slash che affollano il mercato, ogni tanto fa piacere prendersi una pausa per tirare il fiato, e la boccata di ossigeno che dà NAIRI: Tower of Shirin è gradita come il limoncello a fine pasto.
Il paragone non è inappropriato, considerando la forma del gioco: sebbene, infatti, ai più possa apparire a prima vista come un prodotto diretto a un mercato prettamente infantile, esso sposa bene anche diverse tematiche più mature in modo leggero (come l’emarginazione, la povertà, i conflitti tra etica e morale, il fanatismo religioso, la politica), sfiorandole con eleganza nella loro presenza senza pregiudicare la narrazione. Così, come il limoncello usa l’aroma degli agrumi per mascherare la forza dell’alcool, anche in NAIRI troviamo una trama pervasa da tematiche delicate, solo parzialmente camuffate dallo stile cartoonesco e dalla presenza di personaggi composti prevalentemente da animali antropomorfi.
Il gioco, infatti, è interamente in 2D, ma l’alta definizione che lo compone (1366×768 a 60 hertz la massima, 1280×720 a 40 hertz la minima) permette una resa di ombre e sfumature molto dettagliata e aiuta a non dare spigolosità indesiderate ai contorni. L’uso dell’acquerellatura negli sfondi delle schermate aiuta a fornire al gioco quell’atmosfera sognante che, quasi inevitabilmente, si lega a un contesto simil-orientale.
La trama si svolge infatti nella terra di Shirin, un’enorme città costruita ai confini del deserto, strutturata in numerosi distretti divisi per censo
Nel distretto dei ricchi vive la protagonista, Nairi, figlia del Consigliere di Soluna, una figura potente e carismatica all’interno della comunità di Shirin, visto che la torre di Soluna, struttura emblematica che svetta al centro di Shirin, è oggetto di culto da parte di una buona percentuale della popolazione. La storia ha inizio con Sami, il fidato tutore di Nairi, che avvisa la giovane di come i suoi genitori siano stati imprigionati dalla Guardia Cittadina, e di come lei sia quindi in pericolo. Con l’aiuto di Sami e del vicino Frederick la ragazza cercherà di lasciare la città, solo per finire preda di un gruppo di gatti banditi, comandati dal carismatico ma gentile Asim. Dopo che i banditi, impressionati dal suo tentativo di fuga, l’avranno presa in simpatia, Nairi trascorrerà con loro diverse settimane, finché Asim non la metterà in contatto con un suo vecchio amico, Rex, un topo ex gangster riconvertitosi in erudito, per cercare di tornare a casa sua nel quartiere dei ricchi. Da qui nascerà un’affannosa ricerca che porterà Nairi e Rex ad esplorare i recessi di Shirin, arrivando persino a scoprire i segreti della torre e dei suoi costruttori, la misteriosa civiltà di Noora, nonché del culto di Soluna stesso. Nel corso delle loro peregrinazioni incontreranno anche l’enigmatica e ambigua figura di Maschera Bianca, un bandito specializzato nel rapire e ipnotizzare le sue vittime per convertirle al culto di Soluna.
NAIRI: Tower of Shirin è il primo progetto importante del neonato Home Bear Studio, una piccola casa di sviluppo olandese fondata da Josh Von Kuilenburg, che si occupa del comparto di sceneggiatura, programmazione, audio e design, e You Miichi, disegnatrice giapponese che cura il gioco nel versante artistico e ha creato ciascuna delle schermate di gioco. Sebbene Josh abbia ammesso in un’intervista che il loro stile ha subito innegabili ispirazioni da Disney e Studio Ghibli, l’impronta di rotondità e morbidezza dato ai personaggi è un tratto distintivo prettamente appartenente alla disegnatrice giapponese. La distribuzione è a cura di Hound Picked Games, specializzata nella pubblicazione di giochi indie in crowdfunding (quali Battle Princess Madelyn, di cui avevo già parlato in un precedente articolo), e di Another Indie, studio che, per quanto piccolo, vanta comunque una grande capacità di delocalizzazione dei propri prodotti a livello globale, compreso il sempre più esteso mercato cinese, grazie alla presenza del traduttore cino-americano Eric Lin.
Il gioco, disponibile su Steam e per Nintendo Switch, si configura come un’avventura grafica punta-e-clicca di stampo classico, che non per questo perde il fascino fornito dalle suggestive atmosfere di contorno (rovine sotterranee, aree desertiche, bazar, quartieri residenziali in stile arabeggiante) o delle musiche – che vi consiglio di ascoltare armati di cuffie per carpirle appieno – che giostrano sapientemente tra suoni allegri e argentini (si fa un larghissimo uso dello xilofono e del carillon, oltre che dei flauti) e melodie rilassate o cariche di tensione date dagli strumenti a corda (chitarra, sitar e arpa in primis, ma accompagnate da un gran numero di strumenti a percussione), con il piacevole elemento extra dato della ricerca delle monete. Cliccando su elementi apparentemente innocui del fondale, infatti, è possibile trovare delle monete nascoste, utili, se non indispensabili, per ottenere oggetti di gioco necessari al proseguimento della trama. Con le monete, inoltre, è possibile sbloccare, dopo aver raggiunto il bazar, una gradita sorpresa: nel negozio del topo Felix, infatti, è nascosto un VIP Club, che altro non è che un tributo (con tanto di ritratti in pieno stile NAIRI) dei sovvenzionatori del progetto, dove è possibile sbloccare (al prezzo di 2 monete ciascuno) otto pannelli dipinti con scene inedite del gioco.
Il menù di personalizzazione è intuitivo e si affida principalmente ad immagini: oltre alla scelta della definizione video, si può scegliere se eseguire il gioco a schermo intero o a finestra (nella versione PC), il volume della musica e degli effetti sonori (utile perché alla lunga il suono di scorrimento del testo può dar noia) e la lingua. Oltre all’italiano, sono disponibili inglese, francese, tedesco, spagnolo, giapponese e cinese (mandarino e cantonese). Il menù in pausa di gioco segue la stessa falsariga, utilizzando semplici icone colorate per il salvataggio (massimo tre slot, ciascuno personalizzabile con un avatar dei personaggi del gioco), le impostazioni, il ritorno al menù principale e l’uscita dal gioco. L’inventario, altrettanto intuitivo, si attiva a scomparsa grazie a un pulsante tondo in basso al centro dello schermo, e consiste di una semplice barra gialla con gli oggetti raccolti al centro, le monete raccolte e le cutscenes accumulate a sinistra e il diario di Rex a destra, che fornisce utili suggerimenti visivi in caso si dovesse rimanere bloccati con gli enigmi. Ovviamente, essendo un’avventura grafica, il gioco manca di un comparto di doppiaggio, cosa che comunque non influenza assolutamente la fruibilità dei dialoghi, dati dalla spiccata individualità di questi buffi personaggi, capaci in poche parole di rapire l’attenzione anche del giocatore più smaliziato.
L’umorismo è infatti una delle componenti fondamentali di Nairi: Tower of Shirin
In ogni momento, sia anche quello più intenso, Nairi e Rex trovano sempre il modo di strappare un sorriso, mostrando le divertenti reazioni di una ragazza ricca, che non ha mai lasciato casa sua, alle prese con il mondo circostante, riuscendo al contempo a dare l’idea di una crescita interiore notevole anche e soprattutto grazie agli incontri (non tutti piacevoli) fatti lungo il suo cammino verso casa. Ulteriori spunti comici nascono dal linguaggio certamente gergale (ma mai volgare) dei molti personaggi incontrati durante l’avventura, che oserei definire profondamente coerente alle ambientazioni di svolgimento, o ancora i desideri e le ambizioni di certi NPC (senza spoilerare troppo, preparatevi a ridere quando arriverete al distretto prefetturale…), che mostrano un livello di comicità semplice ma genuina.
In definitiva, ci troviamo di fronte a un prodotto assolutamente degno di nota, che può tenere compagnia sia al giocatore occasionale che al fan del genere indipendentemente dall’età, capace di suggestionare e portare in una dimensione onirica delicata ma potente, come solo la grafica acquerellata sa fare.
L’unico neo è costituito dalla longevità del gioco, che ha una durata approssimativa di 10/20 ore (in tre giorni sono riuscito a sbloccare 19 trofei sui 20 totali del gioco), ma posso garantire che il prezzo dell’esperienza (solo € 9,99 su Steam) vi lascerà a desiderare ampi panorami sabbiosi e grandi cieli blu nelle notti d’Oriente.
Dopotutto, non serve spendere troppo per andare lontano.