R-Type Dimensions EX è uno sparatutto bidimensionale a scorrimento orizzontale in cui avrai un unico obiettivo: “Combatti e sconfiggi il malefico impero dei Bydo!”.
Detta così la cosa sembra alquanto semplificativa e anacronistica: forse è proprio quello il risultato o il punto di partenza del gioco di cui ti parlo oggi.
Come dicevo all’inizio del post in R-Type Dimensions EX siamo chiamati alla guida di un’astronave spaziale all’ultimo grido (nel 1998 sicuramente lo era e per me basta così) che attraverso una serie di power up ed un fidato strumento sferico, deve superare un numero definito di livelli nello spazio profondo eliminando senza pietà una serie di ondate di nemici alieni, biologici e meccanici che infestano ogni dove.
Cosa differenzia R-Type Dimensions EX dagli altri sparatutto?
La peculiarità del gioco resta ancora oggi quella della scelta estremamente semplice dell’attacco da fare: colpi rapidi e continui o caricati ed estremamente distruttivi?
Infatti nel tenere premuto il tasto di fuoco, andiamo a riempire una barra di energia che trasforma il proiettile laser (poco dannoso ma molto veloce) in un attacco concentrato capace di fare danni esponenziali rispetto a quelli base.
Ma non è solo questo lo scopo del colpo caricato, infatti, in attesa di essere rilasciato, la scarica di energia ci farà da scudo per i piccoli danni frontali e questi non mancheranno mai di venire a trovarci lungo il percorso.
Anche perchè il gioco è un continuo ed infinito evitare nemici e proiettili, missili e collisioni con gli stage, alternato ad un frenetico tiro al bersaglio dove conta molto di più la prontezza di riflessi che la precisione del tiro: c’è così tanto traffico nei livelli che sparando si colpisce sempre qualcosa.
Questo era un punto in comune con tutti gli shot-em-up dei coin-op di un tempo, musica adrenalinica, traffico da raccordo anulare misto a grandine natalizia di laser colorati. Mettici anche la totale assenza di resistenza ed energia dell’astronave e la morte è sempre ad un passo da te.
La differenza con gli altri titoli però stava e sta nella presenza di quello che oggi chiameremo drone: un supporto semi automatizzato che spara con noi e ci segue con un minimo ritardo nei movimenti.
Noi spariamo, lui spara. Lo puoi chiamare con lo stesso tasto con cui lo scagli sugli e attraverso gli avversari. Lo abbracci davanti, lo usi per proteggerti le spalle. Insomma, ti ci affezioni subito e finisci per tifare per lui e non per la tua astronave, cosa alquanto controproducente a pensarci.
Inoltre la presenza dei power-up ci permetterà di essere più veloci o di avere il supporto di altre armi lanciate da noi o dal nostro aiutante sferico, come missili, lancia fiamme arrampicanti e laser geometrici.
Nel gioco sono presenti due modalità, la classica e l’infinita. Nella prima abbiamo 3 vite e tanta voglia di sopravvivere. Nella seconda le vite sono infinite ma la voglia di giocare si trasforma presto in una sorta di rage quit potenziale: si muore così tante volte, nonostante l’assenza di una vera AI dei nemici, che sale lo sconforto come per Marvin in “Guida galattica per autostoppisti”. In entrambe le modalità l’obiettivo è fare punti, nella seconda c’è anche quello di morire meno volte possibile.
È presente la modalità multiplayer co-op in locale, come ai bei tempi. E ovviamente niente online o chat di gruppo. Sana e robusta collaborazione live.
Come si presenta R-Type Dimensions EX?
In R-Type Dimensions EX troviamo la riedizione dei primi due titoli della serie R-Type.
Infatti con una schermata iniziale ad alto contenuto nostalgico, ci viene chiesto di scegliere a quale vogliamo giocare: R-Type oppure R-Type II, il seguito molto amato a suo tempo.
La differenza tra i due titoli, a parte una grafica leggermente migliorata, con una varietà di nemici un pò più alta, sta specialmente nel nuovo power beam. Infatti in R-Type II questo diventa un vero e proprio final shot se si aspetta abbastanza la carica: un colpo non solo potente ma anche ad ampio spettro che come un’onda sonora riempie gran parte dello schermo e della nostra riserva di gioia.
Per il resto i titoli sono molto simili e se giocati in continuità sembreranno un unico sparatutto, di una longevità comunque ancora un pò breve.
Il fascino però, specialmente per gli anziani come me che forse non vedranno mai la PlayStation 6, sta nella possibilità di passare in game dalla modalità grafica e sonora attuale (chiamata 3d) a quella originale (2d) premendo il triangolo (su PlayStation 4).
Il gioco resta uguale ma la grafica ed il sonoro passano all’8 bit originale, emozionante sicuramente, affascinante certo, ma totalmente inutile. Come piace a me.
Il reparto audio non offre nulla di esaltante, non è così vario come ci si aspetterebbe e la sensazione che la musica sia sparata un pò troppo alta è sempre presente, complice forse anche l’origine da sala giochi.
Video con gameplay e commenti
Se vuoi restare nell’atmosfera old school prova a vedere fino alla fine il mio primo video di gameplay: cuffie scadenti, bambini in casa e riflessi di un anziano nerd. Che iCrewPlay mi perdoni :-)
https://youtu.be/432ElrlSESc