Spesso, quando si pensa ad un titolo che possa essere innovativo, si tende sempre ad idealizzare delle meccaniche stratosferiche, una grafica da “spacca-mascella” e delle funzioni mai viste prima in ambito videoludico, quando basterebbe semplicemente ricordarsi che, a volte, la via più semplice può rivelarsi anche quella più giusta e di conseguenza la più divertente. Questo è il caso di At Sundown: Shots in the dark, sparatutto multigiocatore sviluppato dai ragazzi di Mild Beast Games ed edito da Versus Evil, un titolo che riesce ad unire diverse meccaniche prese dai vari shooter senza risultare però noioso o che dia l’impressione di “già visto”.
Se hai un gruppo di amici con cui passare una bella serata tra allegria e scazzottate, o se semplicemente sei alla ricerca di una valvola di sfogo, ti consiglio vivamente di dare un’occhiata a questa piccola opera del panorama indie, perchè riuscirà senz’altro a strapparti più di una risata (o a farti vendere la Switch, dipende molto dai casi). Prima di scendere nei dettagli, però, vediamo insieme quali sono le fondamenta del gioco!
Chi ha spento la luce?
Le basi di At Sundown sono molto semplici ma al tempo stesso funzionali e facili da apprendere, le cose però cominciano a farsi un pochino più complesse quando si comincia a fare sul serio. Scopo del gioco è quello di avere la meglio sugli avversari attraverso l’uso di una folta varietà di armi che ti saranno messe a disposizione, il tutto all’interno di un’arena che avrà spesso degli spazi ristretti in cui potersi muovere liberamente. Allo scontro possono essere presenti fino a 4 giocatori, che possono essere umani o comandati da bot, e si ha anche la possibilità di scegliere eventualmente a quale squadra appartenere, grazie a dei colori che segnano le rispettive controparti. Perfetto, ma allora… dov’è la novità in tutto questo? Presto detto. Le fasi di gioco si svolgeranno tutto il tempo in un semi buio permanente, l’unica cosa che arriverà in tuo soccorso sarà la presenza di alcuni punti luce all’interno delle varie mappe che ti permetteranno di capire più o meno i movimenti dei tuoi avversari.
Visto così, At Sundown: Shots in the dark può sembrare anche piuttosto banalotto, ma bastano 10-15 minuti di prova per capire che abbiamo soltanto scalfito la punta dell’iceberg, e che forse sottovalutare questo titolo è stato un grosso errore. Non è solo un normale top-shooting multiplayer, ma una vera e propria guerra di tattiche e subdoli sotterfugi ai danni del tuo avversario! Se ad esempio decidi di sparare, il tuo colpo ti metterà in mostra sulla mappa, dando agli altri giocatori la tua posizione, così come tu puoi vedere la loro se decidessero di attaccare. Ma se il tutto si gioca al buio e devo stare attento ai miei passi, come posso capirci qualcosa?
Niente paura, in questo arrivano in nostro soccorso i Joy-Con dell’ibrida di Nintendo, che vibreranno quando il personaggio verrà a contatto con un muro o un ostacolo presente sulla strada che stiamo percorrendo, così da darci un piccolo (ma veramente piccolo) aiuto per uscire dai guai e non incastrarci in punti morti. Le mappe di gioco poi sono numerose ed originali ed è possibile scegliere anche diverse varianti dello stesso luogo, in modo da complicare ulteriormente le cose (come se finora fossero state semplici).
Come ti ammazzo oggi?
Uno sparatutto che si rispetti non sarebbe tale se non ci fosse la possibilità di poter scegliere in quale modo mettere fine alle sofferenze del tuo nemico, e l’indie di Mild Beast Games non è sicuramente da meno, dato che avremo a che fare con una gamma di armi che vanno dal classico revolver ad un più sobrio… ombrello! Si, ho detto proprio un ombrello! Quello che salta subito all’occhio è infatti la scelta quantomeno bizzarra delle armi da utilizzare; si tratta ovviamente di una cosa voluta, pensata più che altro per creare scompiglio durante le serate con i tuoi amici!
Le armi presenti all’interno di At Sundown: Shots in the dark, come già detto, sono molteplici, ed ognuna di esse riesce a cambiare l’esperienza di gioco in modo sostanziale. Se ad esempio scegliamo di avere la spada, grazie ad essa possiamo compiere degli scatti veloci in avanti che ci permettono di avvicinarci alla nostra preda in stile ninja, per poter attaccare ed uccidere senza essere scoperti. Se invece siamo delle carogne e vogliamo attaccare il nemico a distanza in modo brutale, a correre in nostro aiuto non c’è niente di meglio che un buon caro lanciagranate! D’accordo, non sei né un brutale assassino né vuoi agire come un perfido ninja, allora puoi tranquillamente usufruire di un pratico shotgun per prendere il comando della situazione, la scelta è soltanto tua! Ma, come è giusto che sia, se ci si vuole potenziare bisogna anche saper soffrire. Per cominciare ad avere le armi migliori del gioco, o semplicemente per sbloccare altre modalità di gioco, bisogna fare un bel po’ di partite ed accumulare dei punti esperienza che ti porteranno ad avanzare di livello. Volta per volta poi scoprirai nuove incredibili armi come la spada o l’arco con le frecce elettrificate e farai piazza pulita di tutti quelli intorno a te!
Come già detto prima, ogni partita può diventare un’esperienza unica se giocata in locale con altre persone. Sottolineo quest’ultima frase per un motivo: il gioco prevede il multiplayer fino a quattro persone in locale oppure online, ma allo stato attuale (essendo da poco uscito ufficialmente) non abbiamo ancora avuto modo di testare a fondo quest’ultima modalità, mentre abbiamo ampiamente studiato la parte offline, ed è su quella che punta la nostra recensione. Qualora le partite online su Nintendo Switch dovessero evolvere nel prossimo futuro, provvederemo immediatamente ad aggiornare il nostro articolo e il nostro giudizio!
Non di solo buio vive l’uomo
At Sundown: Shots in the dark, oltre alla sua componente multiplayer, prevede anche un comparto in single player che è perlopiù un pretesto per potersi allenare ed affinare così le varie tecniche da poter utilizzare poi nel vero confronto con gli altri giocatori umani. Nel menù di gioco troveremo infatti, tra le altre cose, la modalità Allenamento, che ci consentirà appunto di imparare ad utilizzare le varie armi presenti nel gioco in una serie di percorsi con dei bersagli da colpire, il tutto entro un certo tempo limite. Quando poi si comincia ad essere un pochino più esperti, è possibile aumentare anche il grado di difficoltà della prova per poter dare il meglio di sè stessi e far capire agli altri chi comanda!
Una volta completato l’allenamento, se hai voglia di cominciare a cimentarti nelle varie modalità di gioco, troverai pane per i tuoi denti. Il gioco prevede le più classiche modalità dei multiplayer shooting, ma con delle chicche in aggiunta davvero niente male. Puoi cominciare dal semplice Sconto Mortale, in cui ci si deve scontrare con altri giocatori (in mancanza di persone fisiche è possibile impostare dei bot a diversi gradi di difficoltà) all’ultimo sangue, fino a raggiungere un determinato punteggio. Non sei il tipo da Scontro Mortale ma preferisci dell’altro? Allora ti consiglio vivamente di dare un’occhiata alle varie possibilità che questo interessante indie offre, non ne rimarrai deluso!
Ma… i difetti?
Eh si, purtroppo siamo arrivati anche al punto dolente della nostra recensione, ovvero fare luce (è proprio il caso di dirlo) su quelli che possono essere i punti deboli di questa produzione. Dal lato tecnico, At Sundown: Shots in the dark su Switch gira quasi in modo impeccabile, senza rallentamenti sia in versione portatile che in versione Dock Station, riuscendo a restituire un’esperienza di gioco sempre divertente ed immediata. Se proprio si volessero trovare dei difetti, possiamo dire che si tratta comunque di un bel gioco, ha delle buone basi ma forse si poteva osare qualcosina di più, magari con più modalità, più mappe o perchè no, eventuali personalizzazioni dei nostri alter-ego. Allo stato attuale, purtroppo, sembra tutto un po’ impersonale e fatto anche di fretta, ed è davvero un peccato per un titolo con così tante potenzialità. Non aiuta inoltre la presenza di un comparto audio poco curato, che di fatto non permette ai giocatori di immedesimarsi a fondo nell’avventura o di rendere memorabile il gioco in questione.