Achtung! Cthulhu Tactics: un nome, un programma.
Come si fa a non distrarsi, qualunque cosa si stia facendo, quando ti arriva tra le mani un titolo da provare con un titolo simile, immaginando già nazisti da sconfiggere, demoni da spedire all’altro mondo (il loro), tutto condito da strategie degne di epiche battaglie nella seconda guerra mondiale.
Ed effettivamente il gioco parla di quello e, nel suo piccolo, non lo fa male.
La trama
I nazisti stanno vincendo, grazie anche a squadre speciali preparate nell’esoterismo che, grazie a mistiche rune e a tecnologia steampunk, possono cambiare definitivamente le sorti della guerra.
Ed ecco che per fortuna, introdotti da musica epica e da illustrazioni handmade, entrano in gioco i duri, i nostri quattro eterogenei eroi, soldati pronti a tutto e armati di poco.
Come si presenta il gioco
Achtung! Cthulhu Tactics è un rpg tattico a turni ambientato nella WWII con un’accennata componente narrativa e di esplorazione.
Il gioco presenta 12 ore circa di missioni presentate dai classici dossier top secret narrati in inglese ma scritti e sottotitolati in italiano, accompagnati da musiche anni 40 che, complice un effetto radio in sottofondo, creano la giusta atmosfera.
Catapultati nell’area designata, successivamente ad una minima ricerca nella mappa con movimento libero, ingaggeremo unità varie di soldati nazisti della Nachtwolfe e della Black Sun con il classico sistema a turni condito di qualche novità.
Ai punti azione si aggiungono infatti l’importanza di scegliere dove indirizzare la giusta visuale (un cono più o meno ampio e lungo), una (troppo) marcata nebbia di guerra, e la componente stress che può influenzare i risultati, precisione ed autonomia comprese, dei nostri 4 avatar. Inoltre troveremo il Momentum, un’ulteriore opzione che amplia le nostre possibilità di azione. Ma ne parlerò alla fine della recensione di Achtung! Cthulhu Tactics.
Il gioco presenta un arsenale davvero ridotto all’essenziale ma con la possibilità di, nel tempo, potenziare le armi con accessori quali i mirini e i caricatori maggiorati. La pur scarna presenza di opzioni crea comunque un momento di scelta del proprio setup prima di andare in missione, scelta che contempla anche i bonus da dare ai nostri eroi con l’avanzare dell’esperienza. C’è da dire che periodicamente è possibile resettare le skills e reimpostare daccapo tutto, ma se dovessi confermare una reale differenza pratica in alberi evolutivi diversi, non so se ci riuscirei.
Come va il gioco
Tornando agli scontri, i 4 personaggi si completano in fondo tra loro, scegliendo bene i movimenti e le azioni in base alle armi sulla distanza, da corpo a corpo, ad area e a qualche accennato potere mistico.
Sicuramente i nemici hanno molta più scelta nelle possibili azioni, avendo un arsenale tecnico e tattico ben più ampio. Ma dalla loro hanno una gestione della AI stranamente altalenante, dove momenti di tattica da forze speciali lasciano il posto ad azioni suicide inutili. Ciò purtroppo lascia la sensazione che per quanto possiamo preparare la scena alla fine la “fortuna” conta moltissimo. Specialmente se si considera che i nemici e i nostri soldati a volte mancano colpi a bruciapelo e colpiscono, anche con pistole semplici, bersagli in coperture e distanze assurde.
Se da un lato si sente la frustrazione di non essere realmente liberi di agire, dall’altro si aggiunge una tempistica nel completare le missioni particolarmente lunga. A volte gli scontri durano un’eternità con i nemici che scappano in giro per la mappa, poiché per loro la fog of war evidentemente non esiste, mentre per noi è una piaga assurda. Infatti, e questo non l’ho digerito, lo ammetto, perchè nascondere un’intera area già visitata invece di nascondere solo la posizione degli avversari fuori visuale?
Un’idea da sviluppare
Insomma, il gioco si ispira ai classici XCom like e prova ad aggiungere qualcosa che avrebbe potuto cambiare tutto: parlo ad esempio del Momentum, di cui accennavo prima.
Ad ogni turno una serie di punti vanno a riempire una speciale barra che possiamo svuotare per aumentare i nostri punti azione. L’idea è buona, il risultato finale meno. Purtroppo ci troveremo spesso a ripetere all’infinito sempre le stesse azioni più convenienti e saranno gli stessi personaggi ad effettuare anche la stessa azione più e più volte nello stesso turno, vuoi perchè saranno in posizione di vantaggio o solo perchè a caso si sono trovati accerchiati. Ciò crea un senso di potenza che disallinea gli equilibri già minati da scarsa AI, risultati più casuali che basati sul rapporto arma/distanza/copertura. Forse sarebbe bastato limitarne gli usi a turno per singolo personaggio, ma col senno di poi è facile.
Il sonoro e la grafica di Achtung! Cthulhu Tactics, infine, non brillano per innovazione e qualità. Anche se i personaggi e le schermate hanno un certo buon gusto e dettaglio, non si può dire che siano il punto forte, specialmente riguardo i modelli poligonali degli ambienti, così come i suoni delle armi e degli effetti in genere sono un pò fuori tono con l’atmosfera.
Il lavoro firmato da Auroch Digital e da Ripstone, finanziato in parte anche tramite Kickstarter, mantiene meno di quanto promette, basandosi su una buona idea di gioco ma minato da non pochi problemi tattici e da bug e rallentamenti (almeno nella versione per Nintendo Switch) che ne pregiudicano anche la giocabilità. Inoltre la quasi assenza di trama e di spessore dei 4 eroi ne minano anche la longevità: davvero vogliamo arrivare alla fine della storia e sconfiggere il mostruoso boss finale?