Cos’è Bad Dream Coma?
Bad Dream Coma, ultimo capitolo della serie Bad Dream di Desert Fox, è un avventura onirica contorta, inquietante e a tratti delirante che trasuda un forte alone di malinconia e velata tristezza. Il gioco però, grazie a una resa grafica molto “piacevole” e particolare, ha con l’aiuto di idee di design interessanti una sua identità in un mercato saturo come quello dei punta e clicca horror. Il rischio infatti è quello di visualizzare il titolo dall’E-shop Nintendo e passare oltre bollandolo come un titolo horror di serie B. Non è sicuramente uno di quei giochi horror da giocare la sera con gli amici: è tutto fuorché immediato ed è praticamente privo di fasi concitate, raramente si prova una sensazione di pericolo e questo spesso rende i pochi jump-scare meno efficaci. Quello di non trasmettere una sensazione di pericolo potrebbe sembrare un difetto in un titolo di questo tipo ed è invece legato a doppio filo con l’essenza del gioco: in questa storia la morte ha smesso di fare il suo lavoro. Bad Dream Coma è un esperienza intima e grottesca che andremo via via a snocciolare nei suoi pregi e, purtroppo immancabili, difetti.
Pittura nera
Graficamente Bad Dream Coma ha molta personalità in più rispetto agli altri titoli della serie ed è molto differente dai colleghi di genere presenti sul mercato: il gioco è interamente disegnato a penna nero su bianco con un tratto crudo e spesso distorto. L’unico colore che riusciremo a trovare nel titolo è quello del sangue e di qualche tenue fiammella. Un disegno sporco, rarefatto, spesso confusionario (ma comunque realizzato ottimamente) che ben rappresenta il delirio onirico che il gioco vuole essere ed è uno dei maggiori meriti a vantaggio della produzione. I sei diversi scenari disponibili vivono di alti e bassi: più o meno tutti sono realizzati in modo così ben riuscito da trasmettere claustrofobia e disagio e vengono aiutati da effetti sonori realistici e coerenti con l’ambiente. Alcuni fra questi luoghi però hanno dei collegamenti con le zone più nevralgiche, disegnati in modo abbastanza confusionario e troppo accennato tanto da rendere difficile l’orientamento e l’incedere del giocatore: sebbene questo possa contribuire a creare quella sensazione di smarrimento tipica degli incubi risulta inutile e quindi, a lungo andare, frustrante.
La storia dell’incubo
La nostra avventura comincia con il protagonista sdraiato a letto, pronto ad addormentarsi. Lo schermo comincia lentamente ad annerirsi, Morfeo sta arrivando e questa notte vi porta brutte notizie: che l’incubo cominci! Il sogno di questo episodio si apre con il giocatore al limitare di una città decadente e apparentemente disabitata e dritto davanti a lui lo aspetta un fatiscente ponte che dalle condizioni in cui versa solo un folle si costringerebbe a percorrere.
In Bad Dream Coma avremo la possibilità di interagire con gli oggetti intorno a noi fin dal primo momento e questa possibilità è limitante fin dall’inizio: interagire in un determinato modo e in un determinato momento influenzerà il finale ed quindi è necessario fare attenzione alle interazioni che abbiamo in gioco. Fin dai primi secondi dell’avventura, come sul ponte sopra citato, dovrete stare attenti a dove posate il cursore.
Un giocatore inesperto alla sua prima partita probabilmente sbloccherà il bad ending, il finale più facile da ottenere se si interagisce con il mondo circostante senza un minimo di criterio. Per fortuna andando sullo status del personaggio potremo vedere i finali ancora disponibili e alla loro sinistra i vari “obiettivi” raggiunti: scorrendo con il puntatore sui finali ormai scartati alcuni di questi obiettivi diverranno rossi, in modo da farvi comprendere quali azioni evitare nella prossima partita per raggiungere un differente esito non solo nel finale, ma anche nel suo raggiungimento, seppur non stravolgendolo. Se già questa dinamica è di per se interessante e fornisce una discreta rigiocabilità al titolo, è ancora più interessante il fatto che vi sia più di un finale per ogni tipo di finale, alcuni dei quali sbloccabili attuando comportamenti insoliti e difficili da raggiungere.
Per farvi un esempio, lo stesso Bad Ending ha 3 finali diversi: questo va ad incrementare in modo esponenziale la rigiocabilità del titolo che si attesta a livelli altissimi per essere un punta e clicca a stampo horror. Il mondo di gioco, tranne nell’epilogo, rimane sempre lo stesso qualsiasi azione facciate: la morte non si prende più la vita di nessuno e tutti i personaggi vogliono poter chiudere definitivamente gli occhi nell’incubo per poter tornare alla realtà. Un mondo in cui fa più paura vivere che morire.
Un gameplay scricchiolante
Come prevedibile per un punta e clicca il gameplay in questo gioco è abbastanza elementare, basterà cliccare con il cursore su determinati oggetti posizionati nei vari scenari ed interagire con essi, raccoglierli e riutilizzarli su altri oggetti per poterne ricevere di nuovi o combinarli. Non è quindi un’eresia dirvi che la componente ludica di Bad Dream Coma ruota costantemente intorno alla risoluzione di enigmi. Questi enigmi sono per lo più facili da risolvere (almeno volendo percorrere il bad ending) ma alternano la banalità di alcuni all’incomprensibilità di altri che talvolta riducono il gameplay al triste e poco stimolante cercar di interagire con ogni oggetto presente su schermo. Quando il gioco blocca in questo modo chi gioca per alcuni minuti si presuppone che questo sforzo logico voglia dare soddisfazione al giocatore: cosa che non accade quando quest’ultimo si rende conto che il gioco non ha premiato la sua capacità d’osservazione quanto più l’andare avanti a tentativi. Per fortuna però alcuni enigmi sono davvero ben pensati e sfondano piacevolmente la quarta parete: il gioco conosce la sua natura di disegno e la sfrutta, arrivando persino a farvi utilizzare una penna per disegnarvi passaggi o a ritagliare dagli sfondi oggetti da utilizzare per avanzare.
Un comparto sonoro da paura
Una delle cose ad essere più riuscite del titolo insieme al comparto visivo è il comparto audio che per il genere tocca livelli visti raramente. Qualsiasi cosa faremo toccare al nostro cursore ci rimanderà indietro un suono reale e coerente come tubature che tintinnano, finestre che si rompono, anche il suono sordo del legno nel toccare con forza uno sgabello: è tutto coerente con i disegni e fra rumori di passi, porte che battono e sviolinate improvvise le prime volte è facile prendersi uno spavento, ma più che puntare sul jump-scare, come precedentemente detto, la componente sonora in questo gioco ha il merito di creare un’atmosfera pesante e inquietante. C’è solo da fare i complimenti a Desert Fox per una cura cosi maniacale dell’audio di gioco.
La versione per Switch
Bad Dream Coma sembra essere fatto per Nintendo Switch: sicuramente il cursore perde la libertà e l’immediatezza del mouse ma giocarlo in modalità portatile gli fa guadagnare molto valore. Se proprio volessimo trovare una pecca della modalità portatile il salvataggio automatico che scatta a volte di zona in zona manda il gioco in piccoli freeze che a lungo andare possono dar noia. Nessun problema invece per il gioco in modalità dock station che anzi su un supporto video più ampio permette di godere al meglio di tutti i piccoli dettagli dei disegni. Se siete amanti del genere horror NON fotorealistico consiglio caldamente l’acquisto su Switch.