I giochi ambientati nello spazio hanno sempre quel piccolo fascino in più che colpisce. Forse perché si parla di un futuro incerto, dove potrebbe esserci qualsiasi tipo di tecnologia, qualsiasi tipo di organizzazione, e allora si tende sempre a guardare alle nuove uscite con un occhio speranzoso. Star Traders: Frontiers in un certo senso soddisfa questa speranza, mettendoci davanti un titolo molto grande e con un’enorme quantità di variabili.
A tua immagine e somiglianza. Ma anche no
Appena avviato il gioco potremo subito scegliere la “classe” (anche se sarebbe più opportuno parlare di job) del nostro alter ego spaziale. Ognuna delle nostre scelte porterà ad abilità speciali e incrementi su diverse statistiche, ma anche ad inevitabili cali su altre. Volete una bella spintarella all’esperienza per iniziare? Va bene, ma non dimenticatevi cosa vi state lasciando dietro; forse non ne vale la pena se state rinunciando a un miglior rapporto coi vostri alleati.
Da qui passeremo alla personalizzazione grafica del nostro alter ego, e avremo il primo vero assaggio della grafica di Star Traders. Ci troveremo davanti diversi modelli “prefabbricati”, ma potremo sbizzarrirci nel creare il nostro pilota personale. Le opzioni sono tante e ci permetteranno di creare un capitano che rispecchi il nostro aspetto (più o meno) o degli improbabili incroci tra un punk spaziale e un califfo, dandoci la massima libertà sul nostro look. Stessa cosa potremo fare anche sul nostro equipaggio. Sia chiaro, non è necessario personalizzare ogni singolo membro della nostra crew (anche perché sono davvero tanti), ma farlo ha un’utilità pratica non indifferente: distinguerli l’uno dall’altro.
Pronti, partenza… sì, ma per dove?
Una volta terminati i preliminari di rito, tramite messaggi di testo ci è stata data la nostra prima missione, all’apparenza semplicissima: portare un passeggero su un altro pianeta. Ma ciò che pareva semplicissimo non si è rivelato per niente tale, perché ci siamo trovati nella schermata principale con la nostra navicella fluttuante nello spazio e una quantità micidiale di pulsanti. Questa miriade di comandi, unita alla totale assenza di qualsivoglia tutorial, ci ha portati inevitabilmente a schiacciarli tutti cercando di capirci qualcosa.
I nostri tentativi a vuoto ci hanno portato a girovagare senza meta, portandoci in poco tempo a far ammalare 3/4 del nostro equipaggio, a spendere una follia per fare rifornimento di carburante e viveri e facendo cadere la nostra ciurma nella depressione più totale perché non potevamo più pagargli lo stipendio. Quando finalmente abbiamo trovato il pulsante che richiama le missioni attive e imposta il navigatore dritto alla meta della missione, abbiamo dovuto ricominciare creando un nuovo personaggio perché eravamo davvero alla frutta.
Fai ciò che vuoi, quando vuoi, dove vuoi
Accompagnati da una colonna sonora davvero coinvolgente, che funziona meravigliosamente da tappeto senza essere troppo invasiva ma che all’occorrenza dà la giusta tensione all’ambiente, abbiamo quindi ricominciato la nostra avventura, questa volta andando a colpo sicuro verso la nostra destinazione.
La prima missione che ci siamo trovati a svolgere, come prevedibile, è allacciata alla storyline che potremo però scegliere liberamente se seguire o no. Potremo subito decidere di ignorare la storia principale, dedicandoci direttamente ai nostri affari ed esplorando liberamente lo sconfinato universo messo a disposizione. Personalmente abbiamo scelto di seguire la storia per un po’, anche perché per una prima run le missioni principali offrono un ottimo modo per prendere confidenza con le varie dinamiche del gioco senza rischiare troppo di ritrovarsi soli, poveri e disperati alla deriva del cosmo. Se però decidete di ignorare la storia e andare avanti coi vostri affari, noterete che l’universo intorno a voi continuerà ad evolvere e portare avanti la propria
Una volta instaurato qualche automatismo, che consistono nel tenere sempre d’occhio salute e morale dell’equipaggio, rifornirsi sempre di benzina e viveri e destreggiarsi negli spostamenti tra pianeti e sistemi, abbiamo cominciato ad addentrarci nelle meccaniche del gioco vero e proprio. Proseguendo nella nostra avventura abbiamo avuto modo di capire che tutto si svolge in schermate fisse, dall’estrazione di minerali, all’esplorazione ai combattimenti. Non aspettiamoci quindi grandi sfide basate sui riflessi, sulle abilità di pilotaggio o sulla mira. Ogni cosa funziona a variabili, statistiche e abilità speciali, come vuole il puro spirito RPG di Star Traders.
A questo proposito dovremo avere un occhio di riguardo per quello che compone il vero cuore pulsante del gioco: l’equipaggio.
Meglio male accompagnati che soli
Nelle azioni che accompagnano le nostre missioni (estrazione, esplorazione, combattimento) saranno i talenti del nostro equipaggio a fare la differenza. Ogni membro ha, infatti, una propria specializzazione. Che siano piloti, artiglieri, medici e via dicendo, sarà nostro compito farli progredire per assicurarci che migliorino le proprie abilità e, di conseguenza, aumentino le nostre probabilità di successo nelle missioni che affronteremo, o anche della semplice navigazione.
Le varie attività come spionaggio, esplorazione e simili si svolgono tramite cinque carte che mostrano le probabilità di successo e le conseguenze. Tramite le abilità potremo influire su quale carta avrà più probabilità di uscire, cercando ovviamente di “pescare” quella che ci porti più benefici. All’inizio del gioco, non avendo ovviamente abilità a riguardo, la scelta sarà del tutto casuale, cosa che ci ha creato non pochi problemi all’inizio della nostra avventura.
Spostandoci da un pianeta all’altro, una piccola finestra sul lato destro dello schermo ci informerà dei vari accadimenti a bordo della nostra nave e di come il nostro equipaggio li ha affrontati. Durante i viaggi il pilota dovrà evitare gli asteroidi, il medico dovrà curare eventuali malattie a bordo e via dicendo: ognuna di queste cose avrà una probabilità di successo direttamente proporzionali alle abilità del personaggio coinvolto.
Tutto, insomma, è basato su una sorta di tiro di dado sul quale però influiscono le varie abilità e talenti della squadra (i giocatori di giochi in stile Dungeons&Dragons riconosceranno subito di cosa stiamo parlando). Per questo la schermata di crescita dei vari componenti del nostro equipaggio sarà sicuramente una di quelle che vedremo più spesso, con lo scopo di creare una ciurma ben bilanciata e che sappia far fronte a tutte le occasioni.
Swiss army ship
Le navi rappresentano se non lo scopo, sicuramente il mezzo. E se il mezzo funziona solo per uno scopo non è proprio il massimo dell’utilità. Durante la progettazione di Star Traders: Frontiers devono averci pensato, perché la personalizzazione della nave non è vincolata all’uso che ne vogliamo fare. Siamo stufi di fare i pirati e vogliamo ritirarci ad una vita di onesto commercio? Leviamo quei due giganteschi lanciamissili per far spazio a delle stive in cui ammassare beni di vario tipo da rivendere a prezzo gonfiato due pianeti più in là!
L’enorme quantità di moduli che potremo montare sulla nostra nave è infatti classificata in base allo spazio che occupa e non al suo utilizzo. Questo vuol dire che potremo convertire una nave da guerra in una da trasporto e viceversa, o farla diventare un ibrido tra le due o ancora qualcosa di completamente diverso.
Insomma, una nave in pieno stile “coltellino svizzero”.
Star Traders: Frontiers è disponibile per iOs e Android al prezzo di 6,99€. Se volete potete visitare la pagina degli sviluppatori a questo indirizzo.