Che Switch si sia dimostrata una console perfetta per esperimenti e porting di titoli indie usciti in precedenza su PC, è un dato di fatto. Basterebbe anche solo buttare uno sguardo all’eShop per rendersi conto di quanti titoli indie siano disponibili per l’ibrido Nintendo, alcuni di questi sicuramente di buona fattura e in ogni caso che riescono a spaziare da un genere all’altro. Anche Tangledeep fa da parte di questa categoria. Pubblicato circa tre anni fa su Steam, il titolo Impact Gameworks è un dungeon crawler con elementi tipici dei rogue like e che possiede un aspetto volutamente retrò, sia per quanto riguarda la grafica che per ciò che concerne il sistema di gioco. Giocando a Tangledeep si respira inevitabilmente aria di 16 bit, con tutti gli annessi e connessi del caso.
Battaglie furiose
Il plot narrativo che dà il via alla scalata dei dungeon è rappresentato dal fatto che per centinaia di anni le persone hanno vissuto in villaggi sotterranei e completamente ignari di cosa ci sia in superficie. L’unica via che collega i sotterranei alla superficie si chiama proprio “Tangledeep”, ovvero una sorta di labirinto che cambia forma e dimensione e soprattutto colmo di mostri e pericoli. Toccherà dunque al giocatore indagare a costo di sacrificare la propria vita.
Il primo passo da compiere in Tangledeep è quello di selezionare il personaggio tra le nove classi inizialmente disponibili e in quella che è una sorta di hub centrale dove si possono organizzare equipaggiamento, risorse, ecc. Una volta fatto questo inizierà la scalata ai dungeon, che nel titolo Impact Gameworks si dimostrano piuttosto complessi, come logico aspettarsi da un dungeon crawler vecchio stile. Tra avversari discretamente ostici e pericoli ambientali, la morte sopraggiungerà in maniera piuttosto frequente.
Quando questo avviene, il giocatore verrà catapultato nell’hub iniziale e perderà inevitabilmente la metà dei soldi, metà dei punti abilità e metà dell’esperienza. Dovrete scegliere di nuovo la classe e ripartire per il dungeon, con un po’ più di esperienza e soldi che sono sempre più crescenti rispetto alla morte precedente. Un sistema di gioco tipico del genere che può risultare frustrante se si è poco avvezzi ai dungeon crawler, ma senza dubbio appassionante e appagante se si apprezza questa impostazione molto severa e apparentemente “bloccata”.
Il combat system è probabilmente l’elemento migliore di Tangledeep, perché si dimostra profondo e funzionale. Le battaglie sono a turni ma presentate in tempo reale, nel senso che è possibile muoversi e attaccare liberamente e in tempo reale appunto, tenendo però in considerazione che ogni azione è conteggiata da una sorta di “cornice”, che sia un attacco, un utilizzo di incantesimo o dell’uso di un oggetto. Anche gli avversari hanno lo stesso sistema a turno, per ciò sarà essenziale tenere conto di questo per pianificare al meglio i propri attacchi al fine di non perire prematuramente.
Il tutto è piuttosto funzionale, grazie a un buon numero di armi e ad abilità che si potranno sbloccare nel corso del gioco. I dungeon tra le altre cose sono spesso intricati, fatti di svariate vie secondarie, oggetti da scovare e ovviamente mostri da abbattere, così come di pericoli territoriali o trappole dalle quali dovremo cercare di sopravvivere.
In maniera abbastanza simile a quanto avveniva nel primo Ni No Kuni, c’è la possibilità di catturare alcuni particolari nemici che poi possiamo utilizzare come nostri alleati nelle battaglie successive (possiamo portarne con noi al massimo tre). All’interno dell’hub è presente anche una sorta di fattoria dove poter accudire e crescere gli animali catturati. Questa caratteristica aggiunge ulteriore varietà e possibilità ad un sistema di combattimento e di crescita assolutamente interessante e alla lunga profondo.
Da un punto di vista tecnico, si segnala uno stile molto somigliante ai titoli 16 bit, per cui non dovremo aspettarci i miracoli. Tuttavia il comparto grafico palesa alcuni scorci molto colorati, così come alcuni effetti speciali di alcune magie illuminano lo schermo della Switch. Qua dipende tutto dal vostro grado di “digestione” accettando o meno un gioco con un aspetto che riprende dei canoni vintage. Se così fosse, allora troverete Tangledeep visivamente interessante.
Tangledeep si può dunque considerare un titolo valido? Dipende tutto da quanto siete avvezzi al genere dungeon crawler. Il gioco possiede una difficoltà piuttosto elevata e un senso di progressione che almeno inizialmente pare inesistente, ma che come una crisalide si schiude lentamente e solo quando si acquisiscono le varie meccaniche di gioco e si conoscono meglio i vari dungeon che affronteremo. In questo caso Tangledeep è l’acquisto che fa per voi. Se, al contrario, vi spaventa la difficoltà elevata, le morti frequenti e l’aspetto retrò, allora conviene destinare i propri risparmi videoludici altrove, tenendo anche conto del fatto che non è stato tradotto in italiano, il che richiede una buona conoscenza dell’inglese per assimilare al meglio tutte le meccaniche e studiare le varie schermate e statistiche. A voi la scelta.