Jump Force, come accennavo in premessa nasce come omaggio ai 50 anni di Shonen Jump, mitica rivista nipponica che qualsiasi appassionato ha sentito nominare almeno una volta nella vita.
Per celebrare questo importante anniversario, Bandai Namco, con una astuta mossa commerciale ci propone un picchiaduro contenente circa 40 personaggi tratti da 16 delle storie più iconiche serializzate sulla rivista.
Jump Force è un classico picchiaduro a squadre in puro stile Namco, che attinge a piene mani dalle proprie fonti di ispirazione; nel bene e nel male.
Anche se la campagna del gioco si trascina un po’ troppo per le lunghe e ignora quello che sarebbe stato interessante nelle interazioni tra i personaggi, in favore di ripetitive scuse affinchè gli stessi protagonisti possano menare le mani gli uni contro gli altri, le partite sono una divertente danza tra due squadre di combattenti, grazie alle ottime meccaniche di gioco e al comparto visivo particolarmente sgargiante.
From Zero to Hero
In Jump Force, come scopriamo nel primo video (al termine di un caricamento un po’ lunghetto, ma ne parlerò più tardi), vestiamo i panni di un normale essere umano, newyorkese per la precisione, che si trova improvvisamente in una zona di guerra al centro di Times Square in cui gli universi di Dragon Ball, One Piece e Naruto collidono con il nostro mondo, portando con se un vasto assortimento dei loro eroi e cattivi.
Si da il caso che veniamo feriti mortalmente dall’odioso Frieza e che l’unico modo per sopravvivere sia nelle mani di Trunks: no, non ci verrà dato un senzu, mitico fagiolo panacea di tutti i mali in Dragon Ball, ma verrà installato nel nostro corpo un cubo in grado di resuscitarci come eroe capace di imparare poteri e abilità dai personaggi di Shonen Jump. Se hai pensato al tesseract, beh non sei troppo lontano.
Rinato come eroe non ci rimane altra scelta che seguire Goku, Luffy, Naruto e i loro alleati in una base segreta comandata dal Direttore Glover, rivisitazione in chiave manga del Nick Fury interpretato da Samuel L. Jackson.
Una volta uniti alla crociata dei buoni, quella che segue è una tipica trama shonen, con il protagonista che diventa sempre più forte col passare del tempo, amici e nemici che cambiano fazione ed un misterioso cattivo che muove le sue pedine rimanendo nell’ombra. Come in molti picchiaduro, non c’è un solo problema che non si risolverà con una sana scazzottata; dalla decisione su chi sarà il leader della squadra al fare rinsavire coloro i quali sono stati corrotti dallo stesso potere malvagio responsabile della collisione dei mondi.
La storia di Jump Force sarebbe anche abbastanza decente, ma rimane spesso sullo sfondo e viene letteralmente seppellita da un secondo atto che dura davvero troppo.
Una volta scelto un team tra quelli capitanati da Goku, Naruto e Luffy, il gioco ci chiede di rispondere alle minacce in giro per il mondo ed eventualmente reclutare nuovi eroi giunti dai rispettivi universi nel nostro mondo.
I modelli dei personaggi durante le scene di intermezzo sembrano fatti con lo stampino, dal momento che assumono tutti le stesse pose, muovendo rigidamente la bocca e sbattendo occasionalmente le palpebre.
La storia prosegue con lo stesso passo lento, senza spiegare cosa è successo nei vari mondi o quali sono le motivazioni dei cattivi fino a terzo atto; lasciandoci quindi giocare una buona parte dell’intero gioco senza avere alcuna idea del perchè stiamo combattendo e contro chi.
Al momento inoltre non siamo in grado di saltare la cutscene, una cosa abbastanza fastidiosa dato che uscendo dalla missione per un qualsiasi motivo, come ad esempio acquistare più oggetti da utilizzare in combattimento, saremo obbligati a guardare nuovamente una scena di 40-90 secondi. Bandai Namco ha assicurato che la funzione di skip verrà implementata con una patch di prossima uscita per risolvere questo vulnus, insieme all’altro grave problema che affligge il gioco ovvero la lunghezza dei caricamenti. Per quanto il gioco possa avere una veste grafica importante, nel 2018 è inammissibile attendere da 10 secondi fino anche ad un minuto prima di potere giocare, a maggior ragione se i caricamenti si susseguono, tra cutscene e partite.
I video comunque sono dei piccoli frammenti in cui è possibile vedere come una storia più approfondita avrebbe aiutato a sviluppare meglio i personaggi, oltre a costituire un buon incentivo per avanzare velocemente nella campagna.
Ad esempio, Boruto riconosce un velo di tristezza dietro Midoriya di My Hero Academia e confida al giovane eroe di sapere quanto sia difficile essere all’altezza di certe figure paterne; ma il gioco lascia scorrere velocemente momenti come questo per arrivare al combattimento successivo.
Fulmine di Pegasus (e altri attacchi)!
Fortunatamente, i combattimenti sono molto divertenti da affrontare. Ogni guerriero è equipaggiato con una buona varietà di attacchi, parate, prese, contrattacchi e schivate che operano secondo il consolidato sistema carta-forbice-pietra, che comunque in prima battuta potrebbe confondere il giocatore.
L’azione è molto accessibile, non occorre troppo tempo per assimilare il funzionamento delle meccaniche di base; con 40 combattenti utilizzabili, serve comunque un po’ di dimestichezza per gestire al meglio l’assortimento di punti di forza e debolezze dell’intero roster.
Ogni combattente ha a disposizione quattro attacchi distintivi più uno speciale; tutti fedelmente ripresi dai manga e ricreati in maniera visivamente piacevole. Queste mosse distintive possono essere ricondotte ad una tra sette tipologie: corto raggio, spazzata, contrattacco, area d’efficacia, lungo raggio, scudo e infine bluff, ogni combattente va gestito in maniera diversa.
Trattandosi di un picchiaduro di genere brawler, il gameplay si indirizza ad un pubblico più vasto che non sia composto solo da smanettoni; le combo possono essere eseguite con un unico tasto, mentre un altro pulsante è dedicato agli attacchi speciali, i dorsali attivano parate e schivate e così via.
Una componente molto interessante è quella del Risveglio: riempito un apposito indicatore sarà possibile impiegare una tecnica avanzata oppure trasformare il personaggio in una versione più potente, come Super Sayan o Cavaliere d’Oro. La barra del Risveglio si riempie però incassando colpi, quindi non è un’abilità su cui basare del tutto la propria strategia.
Se hai letto il manga da cui proviene un dato personaggio, allora potrai farti un’idea su come sono queste mosse iconiche e come si comportino, ma in ogni caso dovrai fare pratica con ogni combattente per afferrare la portata di tutte le loro mosse.
Qualunque attacco, sia un attacco base o uno avanzato, può essere schivato in qualche modo sia tramite parata, schivata o contrattacco; ne consegue come ogni combattimento è intenso, con ognuna delle due parti in cerca di una strada per battere il nemico, scoprendosi senza però porsi in posizione di svantaggio.
Mi è capitato di sostenere un combattimento in cui, dopo una trentina di secondi di botta e risposta, entrambi i lottatori erano ad un colpo dalla sconfitta, con la battaglia che è continuata per un altro minuto buono tra schivate perfette, contrattacchi e blocchi all’ultimo secondo.
Sicuramente è molto appagante finire il nemico con una combo perfettamente eseguita o acciuffare una vittoria quando tutte le speranze sembravano perse. Ogni vittoria è guadagnata, questo incoraggia il giocatore ad esplorare la varietà dei set di mosse dei vari personaggi, sperimentare come gli attacchi possano essere concatenati e quindi intuire le debolezze dei personaggi ed evitare la sconfitta.
Un mondo da esplorare in Jump Force
Questo è particolarmente vero durante la campagna, in cui abbiamo la possibilità di personalizzare il nostro personaggio scegliendo i quattro attacchi speciali; possiamo inoltre scegliere il genere, la tipologia del corpo, la voce e la tonalità della pelle oltre ad avere a disposizione un buon assortimento di capigliature, makeup, gioielli e vestiti in modo tale da poterci costruire il protagonista perfetto.
Completando le missioni della campagna possiamo guadagnare valuta in-game, da utilizzare per nuovi vestiti e oggetti; se gli oggetti cosmetici non avranno alcun effetto sul nostro personaggio è comunque divertente creare nuovi outfit ed è una buona distrazione nei momenti in cui volessi fare una breve pausa dai combattimenti, specie quando si fanno più duri nell’ultima parte del gioco.
Una volta completata la campagna di Jump Force, ci sono molte cose da fare; anche se non tutte sono valide. Le Missioni Libere sono la versione del gioco della modalità sfida, ma non sono neppure tanto differenti dalle sfide che affronteremo nelle ultime missioni della campagna.
Lo stesso si può dire delle Missioni Extra, da giocare sostanzialmente per acquisire del denaro extra da utilizzare per aumentare il livello del personaggio o per acquistare qualche vestito.
Dove ci si può divertire è nelle modalità competitive di Jump Force; da giocare online o offline, con amichevoli o partite qualificate. Naturalmente online potremo mettere alla prova la nostra abilità, il che significa che è qui che potrai trovare i migliori combattimenti.
In Jump Force è possibile fare pratica contro il computer durante l’attesa per trovare un avversario, così non avrai mai davanti una schermata di caricamento, cosa molto gradita.
Le partite classificate sono quelle che offrono il più alto livello di combattimento in Jump Force dal momento che guadagnare i rank più alti sconfiggendo avversari via via sempre più esperti è un obiettivo interessante su cui lavorare.
Segnali di Stile
E’ molto bello vedere il roster di Jump Force pieno di personaggi che hanno fatto la storia di Shonen Jump, compresi quelli appartenenti a manga che non sono esattamente mainstream oggi come oggi, ma rimangono importanti come Le Bizzarre avventure di JoJo oppure City Hunter.
Ciò detto si nota una certa disparità nel numero di personaggi maschili e femminili, specialmente se si considera che Dragon Ball, One Piece e Naruto, che qui sono le tre serie principali, costituiscono almeno la metà dei personaggi e vedono solo due donne in totale.
Vero è che Shonen Jump è sempre stato rivolto ad un pubblico prettamente maschile, ma ciò non toglie che i manga avessero degli ottimi combattenti donne come l’androide C-18 in Dragon ball o Sakura e Hinata di Naruto.
Detto in precedenza dei personaggi, le cui animazioni sembrano un po’ legnose come ad esempio quando il nostro protagonista corre in giro per la base della J-Force, durante i combattimenti tutto sembra migliorare
Il gioco riesce a catturare l’occhio del giocatore con gli attacchi speciali, i danni visibili sul vestiario e sul fisico dei protagonisti e con ambientazioni variegate e convincenti, pur non essendo presenti molti elementi distruttibili come avviene normalmente in altri picchiaduro. L’abbondare di effetti speciali non nasconde del tutto l’idea di essere in presenza di un titolo un po’ raffazzonato, che avrebbe meritato qualche mese di lavoro in più da parte di Spike Chunsoft, per rivedere alcuni modelli poligonali e animazioni.
La scelta di Bandai Namco di conferire ai personaggi dei manga un aspetto il più realistico possibile è stata un errore: molto del successo dei personaggi è dato dallo stile inconfondibile dei mangaka che li hanno creati; sminuire questo aspetto fa perdere un po’ di genuinità al titolo.
Il comparto audio è solido e presenta sia ottimi effetti audio che nelle musiche; il parlato, rigorosamente in giapponese è affidato ai doppiatori ufficiali dei vari protagonisti.
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