Proprio ieri ero qua insieme a te a parlare di Devotion, il gioco horror di Red Candle Games uscito il 19 febbraio su Steam. Oggi quel che rimane del titolo è questo:
La colonna sonora. Tra l’edizione standard del gioco, il DLC della colonna sonora e la Deluxe Edition comprensiva di entrambe le componenti, rimane solo la possibilità dell’acquisto delle tracce audio. Vuoi sapere perché? Avrei voluto poterti linkare e riportare i commenti rilasciati dagli utenti cinesi e del Taiwan, causa della suddetta rimozione, ma proprio per questo non posso farteli vedere.
Quel che posso dirti è che, a quanto pare, il tutto è partito da un manipolo di utenti che in seguito all’uscita del gioco ha individuato un easter egg, ovvero un insieme di scritte che assimilerebbero il Presidente cinese Xi Jinping a Winnie the Pooh, già usato per creare meme irriverenti nei confronti di questo personaggio pubblico, con accanto una parola di insulto ad accompagnare il quadretto.
Nonostante Red Candle Games abbia preso le distanze da quella che sembrerebbe satira politica, nonostante gli sviluppatori il 21 febbraio (3 giorni dopo il lancio) avessero tolto quell’immagine, il gioco è stato rimosso comunque dallo store; atto forse comprensibile da parte di Valve che magari voleva rimanere super partes nei confronti di una questione che non la riguarda apertamente, ma che lascia l’amaro in bocca, soprattutto a quelli che volevano provare il gioco in seguito alle recensioni online che, chi più con toni esaltati chi con più riserve, avevano comunque tutte promosso Devotion come prodotto complessivamente di ottima fattura.
Da ieri non è più acquistabile, e tutto perché irriverenza verso una figura politica e critica sociale più ampia che traspaiono nel gioco, come abbiamo constatato nella nostra recensione, non sono state gradite dai piani alti. Fosse questo, sarebbe accettabile in quanto imputabile a chi scelte del genere le fa per una questione di immagine pubblica, di politica interna. Quello che più delude, a mio avviso, è proprio il comportamento di alcuni utenti che nei commenti hanno “aggredito” Devotion imputandogli tutta una serie di accuse di offesa e insulto al proprio paese, perdendosi l’anima del gioco ed un’esperienza che poteva essere valida per il mondo videoludico.
Ti lascio qua, perché l’amaro in bocca mi suggerisce che non ci sia altro da dire, se non condividere il mio disappunto e dispiacere nel vedere che la politica permea in un mondo come quello dei videogiochi, un mondo offerto a tutti anche per esser liberi da un certo tipo di influenze.