Portal Knights simile a Minecraft?
A meno che non abbiate vissuto su Marte negli ultimi cinque o sei anni, non potete non conoscere Minecraft. L’opera di Mojang è stata a suo tempo capace di ridefinire in larga parte i concetti di esplorazione e di interazione in un videogioco, legandoli a doppio filo alla (marcatissima) componente sandbox e offrendo al giocatore una libertà soverchiante.
Ho perso il conto dei videogiochi di stampo sandbox che sono usciti negli ultimi anni, ossia da quando abbiamo assistito all’esplosione – appunto – del fenomeno Minecraft. Questo è stato in grado di spalancare le porte di un cosmo sconfinato fatto di mattoncini generati proceduralmente, dove la creatività dei giocatori ha campo libero, grazie ai pochi limiti imposti da un insieme di regole ludiche tanto snello quanto aperto.
Proprio come quando da bambini giocavamo con le costruzioni, dando sfogo all’immaginazione! Anche nei mondi virtuali dei cloni dell’opera di Mojang, infatti, abbiamo un terreno fertile per la nostra inventiva. Eppure, ho sempre pensato che a questi titoli mancasse qualcosa. Quel non so che, in grado di portare l’intera esperienza ad un livello successivo, che mantenesse le basi del genere dalle quali far nascere, però, un gioco con aspirazioni profondamente differenti.
Al centro della frattura
Quel qualcosa l’ho ritrovato con piacere in Portal Knights. Sebbene non abbiano inventato la ruota – prima di loro era già arrivata Square Enix con l’ottimo Dragon Quest Builders – i tedeschi di Keen Cames sono riusciti ad aggiungere ulteriori ingredienti a una pietanza di per sé già prelibata: andando a riempire i vuoti della ricetta di Notch e compagni con delle semplici meccaniche ARPG (dando un filo di colore in più al tutto), inserendo un background narrativo dal taglio leggero, e spargendo rovine da esplorare all’interno dei mondi procedurali.
Il bambino dentro di me è rimasto immediatamente affascinato dalla possibilità (che spesso si trasforma in necessità) di andare alla ricerca di tesori nascosti in dedali sotterranei, da scovare armati di trivella e piccone, e da perlustrare con l’arma sempre sguainata per essere eventualmente pronti alle imboscate dei mostri che popolano le buie segrete. Questi ultimi ben più temibili di quelli che “pascolano” liberamente in superficie.
Per un po’ sono tornato ad essere quello stesso marmocchio che non vedeva l’ora di giocare assieme agli amichetti dell’asilo, inventando storie che spesso includevano eroi senza macchia e senza paura, ricchezze perdute e nemici pronti a mettere i bastoni tra le ruote all’impavido gruppetto.
Mi rendo conto che un videogioco non potrà mai restituirmi le stesse emozioni provate in gioventù. Tuttavia Portal Knights – con i dovuti distinguo del caso – ci va dannatamente vicino, soprattutto se si scava in compagnia di altri amici virtuali.
L’avventura di Portal Knights
Il titolo di 505 Games si presenta forte di una marcata componente da gioco d’avventura, mutuando caratteristiche tipiche sia di Minecraft che di Dragon Quest Builders.
Non fatevi trarre in inganno dal suo (coloratissimo) mondo a cubetti! In Portal Knights scavare materiali e craftare risorse non è che un semplice mezzo per raggiungere obiettivi più grandi.
Nel gioco vi ritroverete a viaggiare attraverso diversi livelli, rappresentati da una miriade di isolette fluttuanti nel cielo, completando obiettivi specifici e talvolta sconfiggendo alcuni boss, meno ostici del previsto.
Tutto ciò, però, resta poco più che uno spunto iniziale. I pochi “paletti” che Portal Knights impone al giocatore (tra cui la storia che fa da sfondo al gioco, per cui dopo un po’ si dovrà passare all’isola successiva) non sono certo indimenticabili o confezionati con chissà quale cura.
Tempo poche ore e tenderete a perdere il filo.
Ma se questo vi succede, potete ritenervi fortunati, dato che è proprio nelle caratteristiche all’apparenza “secondarie” che il titolo dei ragazzacci di Keen Games riesce infine a spiegare le ali e a trovare una sua identità.
Di colpo vi ritroverete a saltellare di isola in isola per inventare voi stessi qualcosa da fare, tra una visita ai mondi degli amici o un anfratto segreto da esplorare. Al contempo sperimentando con l’anima GdR del gioco, che vi consente di essere ora un impavido guerriero spada in pugno, ora un temibile mago in grado di scatenare un inferno di fuoco in terra. Il clima di spensieratezza nel quale ci si trova a muoversi viene ulteriormente alimentato da un sistema di combattimento molto semplice ma divertente, fatto di colpi martellanti e di rapide schivate.
Il Fascino dell’arciere
Non so perché mi piaccia tanto dar vita a personaggi specializzati nel combattimento a distanza, ma quando possibile punto sempre alla classe che riesce a valorizzare meglio l’arco.
Inutile dire che in Portal Knights ho optato per il ranger. Decisamente più agile del guerriero, anche se meno resistente, ma ben più coriaceo del mago (le altre due classi a disposizione in fase di creazione del personaggio).
Ciascuna classe, poi può contare su un albero delle abilità specifiche che consentono di modellare l’assetto dell’eroe sulla base del proprio stile preferito.
La forza della differenza
Ammetto candidamente che di rado (per non dire “quasi mai”) riesco a godermi un sandbox. In quanto mal digerisco la completa assenza di uno scopo, di un fine ultimo che mi sproni ad andare avanti.
Non metto in dubbio che l’avere a disposizione i mezzi per plasmare un intero mondo possa esercitare un certo fascino. Ciononostante è per via della presenza di elementi action unita a quel genuino senso di scoperta dell’ignoto che mi ha accompagnato durante tutta l’esperienza, che ho potuto apprezzare davvero quanto offerto dal team teutonico.
La raccolta di risorse per la creazione di oggetti di vario tipo, un esercizio solitamente tedioso, è diventato un compito che ho svolto con molto piacere, in quanto dietro ad una parete rocciosa con un giacimento di ferro o di carbone avrei potuto imbattermi nel punto di accesso di un labirinto tutto da ispezionare. E magari – chissà – avrei anche trovato un forziere contenente la pergamena con una ricetta per creare un nuovo pezzo di armatura o un’arma leggendaria. Il tutto al fine di potenziare ulteriormente il mio simpatico alter ego e far si che potesse poi accedere alle aree più avanzate senza lasciarci le penne.
La crescita del personaggio, quindi, è ciò che fa davvero la differenza, ma non è l’unico elemento che permette a Portai Knights di distinguersi in un oceano di cloni più o meno riusciti. Ha compreso che la chiave del successo risiede nell’offrire dinamiche di gameplay non presenti altrove.
Keen Cames ha inserito anche dei veri e propri boss di fine livello che mettono alla prova i cavalieri nel momento in cui si passa alle zone successive, ricche di risorse più pregiate e schematiche per oggetti più potenti.
Teletrasporto tra facilità e comodità! I portali rappresentano l’unico mezzo di trasporto rapido utilizzabile in Portal Knights, e sono assolutamente fondamentali sia a livello di gameplay sia per capire la (neanche troppo contorta) lore del gioco.
Costruirli è talmente semplice da far ipotizzare che lo scopo degli sviluppatori sia proprio quello di spingere i giocatori a realizzare un portale per l’isola successiva non appena mettono piede su un nuovo lembo di terra! Neanche il tempo di esplorare che bisogna subito ripartire per nuove avventure!
[su_note note_color=”#fec174″ radius=”7″]Produttore: 505 GAMES | Sviluppatore: KEEN GAMES | Info: 1-2 GIOCATORI (1-4 ONLINE) | Lingua: TESTI ITA[/su_note]