A cavallo degli anni 2000 le serie come Need for Speed e Test Drive contavano seguiti su seguiti, alcuni entrati nella storia (qualcuno ha detto Need For Speed Underground 2?). Il racing arcade era un genere che vendeva tantissimo in mille interazioni. Certo, i simulatori c’erano già, come per esempio la serie Grand Prix o i primi due Toca Touring Car (piango al solo ricordo) ma, in realtà, mancavano veri e propri titoli che colmassero tutta quell’utenza che desiderava un’esperienza seria ma non punitiva. Anni dopo anno la serie Toca è andata in questa direzione e così anche molti altri esponenti del genere. C’è chi, invece, si è specializzato nella simulazione vera. Piano piano, quindi, sono spariti gli arcade duri e puri, alla Ridge Racer per intenderci. Poi è arrivato il 2019 e ci hanno pensato gli italianissimi ragazzi di 3D Clouds con Xenon Racer. La ricetta è semplice quanto efficace: turbo, derapate e tanta velocità!
Trama: un motivo per correre!
Eccoci nel futuro, dove città lucenti fanno da sfondo ad auto sempre più tecnologiche. Il progresso vuole la levitazione magnetica ma qualcuno pensa bene di organizzare un ultimo folle campionato per auto “convenzionali”, dove le virgolette sono d’obbligo. L’unica cosa familiare di questi mezzi con le nostre macchine odierne è semplicemente la presenza delle quattro ruote, il resto è frutto di un’ottima fantasia e design. Trovo interessante, in primissima battuta, l’aver voluto dare una base alle corse a cui parteciperemo. Questa scelta non era di certo fondamentale ma aiuta moltissimo a rendere accettabile il modello di guida senza nessuna velleità simulativa del titolo. Un plauso, quindi, per l’essersi impegnati a fare qualcosa che normalmente non viene fatto nei prodotti così marcatamente arcade. Per il resto, comunque, la progressione della carriera è molto lineare con una serie di corse sempre più complesse per poi arrivare al gran finale. La nostra scalata al grande campionato finale sarà scandita da numerose location sparse per il mondo e 18 auto da sbloccare, ognuna con le sue caratteristiche (accelerazione, velocità massima, tenuta di strada, durata e potenza del turbo). Fra una competizione e l’altra potremo indugiare nel nostro garage dove sarà possibile apporre diverse modifiche alle vetture che andranno a impattare limitatamente sul comportamento finale del mezzo. Da questo punto di vista si nota ancora la cura dei programmatori: fra colori, cerchi, gomme, superfici vetrate… c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Presente anche la modalità multiplayer con le classiche lobby e lo splitscreen in locale. Nella modalità Edge si potrà personalizzare la tipologia di esperienza: presente qui la gara a eliminazione diretta dell’ultimo pilota a ogni giro.
Parola d’ordine: di traverso!
Si, di traverso. Questa è la disciplina chiave da apprendere per primeggiare nelle competizioni offerte da Xenon Racer. Curvare in maniera classica ti farà perdere tempo e, in realtà, è un’azione resa difficile dal limitato raggio di sterzata delle vetture presenti nel titolo. Derapare, derapare e ancora derapare. Oltretutto la guida di traverso permetterà di caricare l’unico vero power up del gioco: il turbo. Altro metodo per mettere da parte la fondamentale energia dedicata alla sovralimentazione sarà passare sopra ai punti illuminati sul percorso di gara. Il turbo può essere regolato per durare più a lungo oppure avere una potenza maggiore, a te la scelta. L’uso di questo aiuto sarà da centellinare con attenzione e regolare in base al tracciato perché un utilizzo corretto spesso farà la differenza fra vincere o perdere una corsa. Infine, non è consigliabile arrivare a una curva stretta con il turbo inserito. L’intelligenza artificiale degli altri contendenti non è particolarmente sviluppata e si limiteranno a fare la loro gara senza mai realmente impensierirci a parte quando riusciranno a sverniciarci in pieno rettilineo con una facilità disarmante. La sensazione di velocità è buona ma credo che si sarebbe potuto fare qualcosa in più sotto questo aspetto. Una novità inserita in Xenon Racer sono i danni. Questa implementazione non riguarda tanto la rappresentazione estetica delle ammaccature (relegata ai soli graffi) ma quanto un indicatore in basso a destra sullo schermo che parte da 100 e arriva a 0. Una volta svuotato l’indicatore la nostra vettura verrà fermata sulla pista e penalizzata. Interessante, quindi, l’inserimento dei danni ma forse non abbastanza impattante sul gameplay. L’idea di proporre in un racing arcade una componente del genere è da ricercare nel minimizzare l’effetto flipper sui bordi dei tracciati che, normalmente, permette di avvantaggiarsi sui nostri avversari spigolando fra le varie barriere che delimitano la pista. A livello di gameplay è sostanzialmente davvero tutto qui, alla vecchia maniera. I dubbi su quanto questa meccanica possa oggi intrattenere un giocatore ci sono ma, alla fine dei conti, Xenon Racer risulta efficace e coerente al genere d’appartenenza.
Aspetto Tecnico
Purtroppo il lato su cui Xenon Racer cade miseramente è proprio quello tecnico. Partiamo da una premessa: la versione testata è quella PlayStation 4 (PlayStation 4 PRO, nel dettaglio). Su PC sembrerebbe andare meglio ma, purtroppo, dobbiamo parlare di ciò che abbiamo in mano. Il problema non è la stabilità del framerate, sostanzialmente sempre sui 60fps. La caduta di stile è da ricercare nelle texture slavate, nella carenza di poligoni e dettagli a bordo pista. L’immagine qui sopra credo parli chiara, basta vedere le tessiture dei cartelli pubblicitari a sinistra. Se a questo aggiungiamo un vistoso pop-up all’inizio della gara possiamo tranquillamente far finta di trovarci su PlayStation 3. Il design di vetture e tracciati è fatto come si deve ma, purtroppo, la conversione per console sembra aver fatto più danni di quanti era lecito aspettarsi. L’aliasing è sempre presente e in generale l’immagine risulta poco pulita. Responsabile di questa confusione visiva è spesso il devastante blur che rende a volte frustrante la guida, ti lascio un’immagine che parla da sola:
Sotto l’aspetto della resa audio c’è poco da dire, le auto sembrano degli aspirapolveri ma va bene per via della licenza poetica sulla tipologia di motori usati. La musica d’accompagnamento risultato abbastanza adeguata a parte qualche scivolone. Dal punto di vista sonoro Xenon Racer, comunque, non presenta particolari effetti o altro: è molto semplice, in linea con il filone d’appartenenza. Il caricamento del turbo, l’avvicinarsi della soglia critica dei danni e altre cose saranno annunciate da una suadente voce femminile, in perfetto stile futuristico.
Ti lascio il sito ufficiale del titolo e il trailer di lancio: