La storia di Phoenix Wright comincia da lontano, incrociandosi con quella del suo creatore Shu Takumi e di Capcom.
Più specificamente Takumi si ritrova, a fine anni ’90, a capo dello sviluppo di Dino Crisis 2 riuscendo a sfornare un titolo di grande successo, giunto dopo la gestazione travagliata del primo capitolo (influenzato dai problemi nello sviluppo di Resident Evil 2); proprio l’ottimo lavoro svolto fa sì che Takumi riesca a convincere Capcom ad affidargli una piccola squadra di programmatori con cui lavorare ad un progetto che ha in mente da qualche tempo, ispirato ai racconti di Ranpo Edogawa, il più importante giallista giapponese.
E’ così che nel 2001 esce in Giappone Phoenix Wright: Ace Attorney; all’inizio esclusivamente per Gameboy, verrà convertito qualche anno dopo per Nintendo DS consacrando il giovane avvocato dai capelli a punta in tutto il mondo.
Da quel primo capitolo è nata una saga molto popolare che conta 6 capitoli della serie principale, ben 4 spin-off di cui due dedicati al procuratore Miles Edgeworth, 2 serie manga più 2 raccolte di comic statunitensi per finire con un anime e un film live action (da noi inedito).
Oggi, a 19 anni dal suo debutto, Phoenix Wright abbandona le console Nintendo per farsi largo sulle console casalinghe di questa generazione come protagonista di Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy che, il nome già lo suggerisce, include i primi (fondamentali) tre capitoli della serie: Ace Attorney, Justice for All e Trials and Tribulations.
Questi giochi, usciti originariamente quando il Game Boy Advance era l’ultimo ritrovato in fatto di console portatili, come risponderanno alla prova del tempo?
Ho raccolto tutte le prove possibili e sono pronto ad emettere il verdetto, scopriamolo insieme.
Non sono stato io!
Phoenix Wright: Ace Attornet Trilogy è quindi una collezione di visual novel con protagonista il giovane avvocato Phoenix Wright nel ruolo di difensore; il nostro compito sarà quello di aiutarlo a provare l’innocenza dei suoi clienti.
I casi che affronta Phoenix sono tutti omicidi, anche molto cruenti (cosa insolita in giochi pensati per le piattaforme Nintendo), e per raggiungere l’assoluzione dei sospetti dovremo perlustrare le scene dei crimini alla ricerca di prove e trovare incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni. Non è un compito semplice, ma assistiti dalle sorelle Fey (una è la nostra assistente, l’altra ci sarà accanto sotto forma di spirito guida essendo morta) riusciremo sempre ad avere un aiuto quando il gioco si fa duro.
Prima ancora di addentrarci nella descrizione del gioco e del gameplay c’è un elemento che va lodato: lo storytelling. I casi che affrontiamo in tutti e tre i titoli sono avvincenti.
Se pensi di avere già assistito a casi di omicidio complessi prima di avviare il gioco, dovrai ricrederti; le storie raccontate attraverso i 14 casi che compongono la trilogia saranno in grado di intrigarti, shockarti, confonderti e talvolta di sbalordirti.
Che l’omicidio avvenga su un set televisivo, in un pacifico santuario o nel cuore della notte in un lago, il risultato raramente sarà prevedibile.
La narrazione è volutamente intrecciata per far si che il movente, il reale svolgimento dei fatti e il background dei suoi protagonisti si leghino tutti insieme in un avvincente poliziesco.
Per ottenere questo risultato sono fondamentali i dialoghi, presenti unicamente sotto forma di testo, scritti talmente bene da consentire al giocatore di farsi subito un’idea del carattere di un determinato personaggio.
Questo aspetto, unitamente alla rappresentazione visiva, è cruciale nell’affrontare la parata di personaggi unici, talvolta eccentrici, che incontreremo come testimoni, forze dell’ordine e sospetti.
Il gioco ci mostra una buona varietà di personaggi che spaziano dall’inflessibile pubblico ministero al detective pasticcione, passando per una star della Tv e uno stimato chirurgo.
Mentre le accuse hanno una natura seria, le parentesi comiche provenienti da alcuni personaggi sono spesso dietro l’angolo e normalmente arrivano col giusto tempismo; avere delle interazioni interessanti con questi personaggi spesso sopra le righe aiuta molto durante la partita, anche se talvolta i dialoghi sono un po’ troppo lunghi.
Law & Order
Ogni caso della trilogia inizia alla presenza del Giudice (sempre lo stesso, sempre innominato) che ci illustra il caso, identifica il sospetto e costituisce la difesa, ovviamente affidata a Phoenix (per gli amici Nick) e la pubblica accusa, solitamente nella persona di Miles Edgeworth.
Per assolvere ai propri compiti, Phoenix Wright deve raccogliere le prove necessarie prima e durante il processo; una delle strade percorribili è quella di parlare con i vari personaggi e presentare particolari oggetti per suscitare reazioni o cogliere dettagli da utilizzare davanti la corte.
Spostandoci tra una location e l’altra è importante esaminare le aree in cui il sospetto lavora o vive oppure dove il crimine ha avuto luogo, dal momento che così potremo scovare altre prove.
La perlustrazione di una scena avviene in maniera molto semplice, con il cursore che si trasforma in una lente d’ingrandimento laddove ci sarà qualcosa che dovremo esaminare; va detto che non è la modalità più esaltante possibile.
Tenere a mente tutto quello che abbiamo scovato è importante nell’economia del gioco, in nostro soccorso però giunge il Registro Processuale, che contiene tutte le prove e i dati raccolti durante la partita.
Il taccuino verrà utilizzato principalmente durante le sessioni d’aula, dal momento che tutti i processi sono incentrati sull’utilizzo delle prove, volto a svelare le bugie e le omissioni dei testimoni da evidenziare usando l’ormai iconica “Obiezione!”
Per la maggior parte del tempo il nostro ruolo si limiterà ad ascoltare la discussione del pubblico ministero prima del controinterrogatorio dei testimoni chiamati alla sbarra; le opzioni sono limitate ad un pressing volto ad arrivare a precise dichiarazioni oppure all’obiezione, presentando in questo caso le prove che contraddicono le dichiarazioni del testimone.
E’ gratificante mettere insieme i pezzi del puzzle e scegliere la prova giusta, tuttavia se faremo delle chiamate sbagliate verremo sanzionati; esagerando con gli errori il giudice proclamerà il nostro cliente “Colpevole!”.
Proseguendo nei casi ed avanzando all’interno della trilogia, vengono aggiunte nuove caratteristiche alle procedure; potremo spruzzare con il luminol le scene del crimine alla ricerca di sangue oppure utilizzare la polvere per le impronte digitali.
Pur rimanendo queste delle azioni molto basilari riescono comunque a rendere piacevole l’avanzamento del gioco, insieme ad altre sfumature che vengono aggiunte man mano. Il cuore del gameplay rimane comunque lo stesso, per cui se non apprezzi uno di questi giochi, gli altri ti diranno ben poco.
Segnali di Stile
In termini visivi, è difficile realizzare la vera età dei tre capitoli dal momento che la grafica, interamente disegnata a mano, è stata migliorata raggiungendo ottimi standard.
Il design dei personaggi è ben definito e l’abbigliamento scelto per ciascuno riesce spesso a rappresentare la stravagante personalità del proprietario. Anche le location sono state migliorate, anche se alcune soffrono in quanto troppo riutilizzate ed in questi casi vengono a galla i loro limiti.
Per quanto riguarda il comparto audio, le musiche di sottofondo sono datate ma riescono ancora a creare un ritmo piacevole, in grado di aggiungere atmosfera al gioco.
Sito ufficiale (solo in lingua inglese): http://www.ace-attorney.com/trilogy/uk/
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