Rilasciato lo scorso 14 febbraio per la piattaforma Steam di Valve, The Textorcist: The Story of Ray Bibbia è una splendida avventura grafica made in Italy dagli sviluppatori della casa Morbidware. Di italiano questo titolo non ha solo la produzione ma anche una serie di citazioni e l’intero ambiente di gioco che si dipana in lungo e in largo nella città di Roma. Il nostro alterego sarà tale Ray Bibbia, esorcista privato della prima ora con una predisposizione spiccatissima verso battute dissacranti e azioni violente. A forza di letture della Bibbia il nostro compito sarà quello di riportare l’ordine nella capitale: un compito assolutamente non facile.
Partiamo subito dalla reale particolarità di The Textorcist: The Story of Ray Bibbia: la modalità di attacco e gestione generale dell’avventura. Dimentica il tasto invio, dovrai digitare tutte le azioni che vorrai compiere. Ecco allora che per aprire una porta dovremo scrivere OPEN con la tastiera o, più comunemente, scrivere TALK ci permetterà di parlare con le persone che troveremo per il mondo di gioco. Allo stesso modo, il sistema di combattimento saprà renderci subito laureati in blasfemia grazie alla difficoltà generale di gioco. Nostro compito sarà quello, Bibbia alla mano, di digitare fisicamente le parole che andranno a comporre l’esorcismo che il buon Ray vorrà lanciare contro il malcapitato di turno. Tutto questo, ovviamente, mentre saremo impegnati a schivare i suoi attacchi. Si capisce, quindi, che una mano sarà impegnata a scrivere mentre l’altra dovrà usare le freccie per schivare le bordate nemiche. Difficile a dirsi e peggio a farsi. Sicuramente un’esperienza abbastanza hardcore. Un trucco per semplificare il tutto un modo in realtà c’è: certamente il titolo di Morbidware non nasce per questo uso ma, comunque, sarà una possibilità da valutare in caso non riuscissimo a progredire nell’avventura. In poche parole: in estremo aiuto potremmo vedere l’esperienza di gioco come una sorta di titolo cooperativo dove un amico digita e noi muoviamo o viceversa. Una semplice soluzione alle fasi più ostiche. A ogni modo, qual ora dovessimo venir colpiti, Ray perderà di mano la Bibbia e, da quel momento, sarà esposto ai colpi nemici. Per poter continuare a digitare l’esorcismo dovremo prontamente recuperare il libro sacro entro un ristretto lasso temporale. In caso non dovessimo riuscire a tornare in possesso della Bibbia nel tempo limite saremo obbligati a ricominciare da capo la digitazione del verso. Anche l’eccessivo allontamente dal nemico viene punito in The Textorcist: The Story of Ray Bibbia: qual ora dovessi essere troppo distante dalla zona di combattimento la digitazione dell’esorcismo verrà interrotta. Necessario e fondamentale per padroneggiare le sfide offerte del titolo, quindi, è un perfetto connubio fra vista e tatto. Diciamo che, per la prima volta, i tuoi punteggi di digitazione di cui vai fiero con gli amici ti verranno utili realmente.
Il mondo di gioco, splendidamente realizzato in pixel art, sarà colmo di citazioni così come le parole del nostro protagonista. Una su tutte è l’odiato computer Holyvett presente nello studio di Ray che, alla bisogna, ci permetterà di effettuare ricerche su personaggi e location utili alla progressione della storia. Tutto, in The Textorcist: The Story of Ray Bibbia, trasuda carattere ed è veramente un piacere pensare che tale lavoro sia il risultato di un team italiano. La caratterizzazione del protagonista è ottima e le sue sfumatura comportamentali saranno chiare anche dopo soli dieci minuti di gioco.Riguardo alla componente grafica, invece, nulla di nuovo sotto il sole. La veste stilistica in 2D fortemente ispirata ai titoli a cavallo degli anni ’90 è già vista e rivista ma è nella realizzazione della parte audio che il titolo prende la distanza dalle produzioni simili. Buone canzoni in stile metal/rock ed effettistica che crea un’ottima atmosfera generale. Una cosa, però, devo sottolinearla: se non è il mero aspetto grafico a stupire lo è sicuramente l’effetto nostalgia che The Textorcist: The Story of Ray Bibbia riesce a portare su schermo. Nel panorama delle opere in pixel art il gioco oggetto di questa recensione è quello che più mi ha riportato alle splendide avventure grafiche di ormai trent’anni addietro. Dal punto di vista emozionale questa cosa aumenta ancora di più il piacere del giocare un titolo a trattri frustrante, a causa della difficoltà, come The Textorcist: The Story of Ray Bibbia. Altro difetto, forse il secondo e ultimo, è la mancata localizzazione in lingua italiana. Certo, parte dei giochi di parole non sarebbero stati possibili in italiano ma rimane il fatto che, essendo un prodotto creato nel Bel Paese, avrei visto bene una traduzione. C’è da dire, comunque, che il linguaggio utilizzato non è particolarmente complesso e tecnico e, quindi, non rappresenta un vero scoglio alla godibilità del titolo. Inutile fare una disamina sulle richieste hardware: un’impalcatura grafica di questo tipo gira sostanzialmente su qualsiasi computer.
Ti lascio il trailer di lancio di The Textorcist: The Story of Ray Bibbia. Il titolo può essere acquistato su Steam mentre, cliccando qui, trovi maggiori informazioni sullo studio italiano Morbidware e i loro prodotti.