Per Dragon’s Dogma: Dark Arisen è arrivata l’ennesima incarnazione, che ha portato il gioco (al ritmo di una versione l’anno) su PlayStation 4, Xbox One, PC e ora sull’ultima console disponibile, ovvero Nintendo Switch.
Paragonati ai predecessor la versione per Switch di Dragon’s Dogma soffre un minimo per quanto concerne il comparto visivo, ma offre la stessa esperienza GDR del titolo di cui Capcom avrebbe già dovuto progettare un seguito; si tratta infatti di un titolo solido e molto buono, cosa che lo rende facilmente raccomandabile a qualsiasi appassionato di RPG e JRPG.
Questo nonostante l’aspetto puramente grafico non sia un granchè; il mondo di Dragon’s Dogma ha un aspetto medievaleggiante piuttosto blando, con colori spenti che vengono salvati solo dalla presenza di alcune location interessanti. Aspetto che rimane anche nella versione per Switch.
Pur rimanendo vicina, in maniera impressionante, alle versioni per Xbox One e PlayStation 4 è possibile notare come i pop-up abbondino in alcune delle aree aperte. In ogni caso i modelli dei personaggi rimangono buoni, come sulle altre console, così come alcuni dei nemici che incontreremo.
Per i nemici va fatto un discorso a parte: Dragon’s Dogma è pieno fino all’orlo di nemici molto convenzionali, quasi archetipici. Tuttavia in alcuni degli avversari più importanti è possibile riscontrare uno stile più simile a titoli come Monster Hunter; sono questi nemici che offrono un tipo di combattimento diverso rispetto alle orde di ghoul e banditi che affrontiamo nel corso dell’avventura.
La mia preoccupazione iniziale era che le battaglie potessero essere in qualche modo ostacolate dall’hardware di Switch ma devo dire questo succede solo raramente, con alcuni cali di framerate che si verificano battagliando con ampi gruppi di nemici o contro i boss più grandi.
Anche in questi casi comunque la situazione non è così grave da rendere il titolo ingiocabile.
Il gioco gira a 30 pfs sia in modalità portatile che agganciato alla dock station, il che è impressionante considerato che anche le versioni PlayStation 4 e Xbox One girano ad una risoluzione simile.
Un altro elemento che differenzia Dragon’s Dogma da altri titoli del genere è il Pawn System, che ci consente di creare e fare crescere il nostro compagno oppure di caricarlo sui server del gioco in modo da potere essere utilizzati da altri giocatori, allo stesso modo potremo reclutare e utilizzare personaggi creati da altri giocatori.
La storia del gioco non mi fa impazzire, ma si adatta bene alla sua essenza di RPG; non è particolarmente migliore rispetto a molti titoli più moderni ma giocato handheld offre uno svago molto piacevole. Il gioco base offre circa 30-40 ore di contenuti, che aumentano aggiungendo il DLC Dark Arisen.
Va detto comunque che tutte queste versioni di Dragon’s Dogma: Dark Arisen iniziano ad essere ridondanti, il porting per Switch porta comunque un grande RPG sulla console ibrida di Nintendo.
Sia giocandolo per la prima volta che riprendendolo in mano, rimane un titolo divertente, anche se non ci si può aspettare nulla di rivoluzionario, paragonato agli standard moderni. Paragonato alle versioni per altre console regge quindi abbastanza bene, quindi optare per questa versione non sarebbe particolarmente scandaloso.