Epitasis è il titolo di debutto di Epitasis Games, studio indie responsabile dello sviluppo e della pubblicazione. Un puzzle game in prima persona con piccole dinamiche di esplorazione, ha elementi di risoluzione rompicapi simili a quelli di Portal, amatissimo esponente del genere. Ha fatto il suo ingresso su Steam in data 1 maggio al prezzo di €16,79.
La trama
Corre l’anno 1994. Sei uno scienziato stazionato al Very Large Array, nel Nuovo Messico. Mentre tu e il tuo team cercate segni di vita intelligente nello spazio, un bel giorno arriva un segnale dalla costellazione di Lira, composto di numeri primi. Decodificandolo, scoprite delle coordinate che portano ad un punto del nostro pianeta. Così, in gran segreto, un team composto dai migliori scienziati del mondo con te al comando viene inviato a investigare la zona. Dopo aver brevemente esplorato questa prima sezione, vieni trasportato in un mondo alieno…
L’atmosfera presente in questo luogo, almeno all’inizio, è di smarrimento e confusione. Sei circondato da portali che conducono a diverse sezioni del posto in cui ti trovi e non c’è un vero obiettivo salvo lo sbloccare un misterioso meccanismo chiuso da cinque lucchetti speciali… ma andiamo con ordine.
Il gameplay
Comincio con il mettere in evidenza una cosa che ho molto velocemente detestato: alcune basilari meccaniche di gioco sono temporaneamente bloccate, senza nessun motivo. Ad esempio, all’inizio è impossibile camminare. Si può solo esaminare lo schermo davanti a noi, sebbene la telecamera sia libera e ci si trovi in una stanza piena di computer con nulla a suggerire fosse impossibile esplorarla. Persino correre è proibito, finché non si raggiunge un certo luogo. Tutto ciò mi ha fatto pensare fosse il mio controller ad aver problemi. Parlando di questo, nonostante venga menzionato un completo supporto sulla sua pagina di Steam, ho dovuto riavviare in modalità Big Picture perché potessi anche solo iniziare la partita col mio gamepad PlayStation 4. Pessimo inizio.
Lo schema di controllo è atipico. Le levette sinistra e destra controllano movimento e telecamera, tutto normale. Correre invece è tutto un altro discorso: invece di tenere premuto l’analogico sinistro (L3) come accade in molti titoli del genere, col pulsante Quadrato si attiva o disattiva una “modalità corsa”. Questa in realtà somiglia più ad un passo svelto, si è relativamente lenti. Cerchio ci fa abbassare, Triangolo accende e spegne la torcia, con X si salta. Inoltre, R2 permette di interagire con gli oggetti, raccoglierli e posarli a terra, mentre L2 consente di tirarli.
Lo scopo di Epitasis è semplice: ogni ambientazione contiene un certo numero di portali, i quali conducono a diversi luoghi di quella che ho presunto fosse un’isola, poiché circondata dal mare quasi ovunque. Esplorando tali ambientazioni, il nostro scopo è quello di recuperare 5 chiavi (un quadrato, un esagono, un triangolo, un cerchio ed una batteria) per aprire un portale nell’hub di gioco. Sbloccandolo, saremo condotti verso la fine dell’avventura. Per trovare tali simboli è necessario risolvere vari enigmi.
Il gameplay è l’unica cosa insoddisfacente di questo titolo. In poco più di venti minuti sono riuscito a trovare due bug piuttosto gravi. Nel primo, esplorando mi sono lasciato cadere su una formazione rocciosa… e sono rimasto completamente bloccato. Era impossibile saltar via, era impossibile muoversi. Nel secondo, la collisione di un muro non ha funzionato come doveva e l’oggetto che ho lasciato cadere lì vicino ci è passato attraverso, finendo fuori dalla mappa. Esiste l’opzione di ricaricare il proprio file o ricominciare l’enigma in corso, ma fare esperienza di cose simili senza neanche starci provando è piuttosto serio. I rompicapi, fondamentalmente composti da “prendi questi cubi e piazzali sulle piattaforme a pressione“, con l’occasionale drone nemico o laser mortale (questi ultimi tra l’altro rimossi in un recente aggiornamento, i cui dettagli puoi leggere cliccando qui), sono di una facilità disarmante. L’unico vero problema nella loro risoluzione è la dispersività del gioco: senza un chiaro obiettivo, sei abbandonato a te stesso… e salvo le ovvie strutture contenenti gli elementi con cui interagire, non c’è reale motivo di esplorare. Dove ad esempio Portal ha puzzle impegnativi dappertutto e segreti completamente opzionali da scoprire, o The Talos Principle con le sue gigantesche e ricche ambientazioni piene di rovine possiede a sua volta enigmi tosti e una narrativa coerente, Epitasis non ha niente di tutto ciò. Possiede gameplay semplice e un’ambientazione quasi priva di segreti: ce ne sono esattamente due e trovarli è facilissimo.
Grafica, musica e tecnicismi
La grafica è meritevole di elogio… con alcune riserve. Indubbiamente è bella da vedere, con un ciclo continuo di giorno e notte pieno di animazioni molto coinvolgenti: una tempesta di stelle cadenti, una gigantesca aurora boreale, un pianeta con annessi satelliti osservabile in lontananza e altro. Tuttavia, anche con tutti i dettagli alzati al massimo, non fa davvero gridare al miracolo… ed Epitasis identifica come raccomandata la scheda NVIDIA GeForce GTX 970, un requisito decisamente ingiustificato: è la stessa consigliata per Dark Souls 3, dai cui livelli estetici questo titolo è ben lontano. Persino le ombre e i riflessi a volte incontrano dei bug a seconda dell’altezza della nostra telecamera: filtrano attraverso porte e pareti senza che sia tecnicamente possibile, scompaiono dall’orizzonte, cose così. Di nuovo, misera figura se si hanno gli stessi requisiti grafici della penultima fatica di From Software. Devo inoltre fare un ultimo appunto: non so dire se fosse un errore o qualcosa di voluto, ma durante la mia partita nelle ultime fasi di gioco era quasi sempre buio. Qui sotto ti lascio alcune immagini esplicative.
La colonna sonora, 12 tracce audio con elementi funk, new age e techno, è stata creata da Funk Fiction (compositore dei fangame Sonic Before the Sequel e Sonic After the Sequel) ed è a sua volta in vendita su Steam a €8,19. Alcuni di questi brani sono legati ad eventi chiave, ma principalmente le musiche sono legate alle singole ambientazioni visitabili. Questo è l’unico elemento del gioco che mi sento di poter elogiare senza nessun riserbo. Non è eccellente o particolarmente memorabile, ma riesce a creare l’atmosfera giusta per affrontare questa avventura. Anche gli effetti sonori fanno il loro lavoro.
In conclusione
Penso che Epitasis sia un brutto gioco? Direi di no. Mi ha tenuto impegnato per quasi 4 ore giocate con tutta calma, solo il cui finale è stato veramente frustrante (anche questo qualcosa di apparentemente risolto nell’ultimo aggiornamento). Semplicemente trovo sia troppo facile e troppo nella media per meritare eccessiva attenzione. Se vuoi rilassarti con puzzle semplici, una musica e una grafica piacevole, vivendo una storia senza una vera conclusione, prendilo su Steam a questo indirizzo, tassativamente in saldo. Altrimenti lascia perdere. O se ancora non l’hai fatto giocati Portal, che vi è nettamente superiore e costa la metà.