Car Trader è stato rilasciato per la console ibrida di Nintendo il 12 maggio 2019 con lo scopo di offrire ai giocatori di tutto il mondo l’emozione, se così la vogliamo chiamare, di poter partecipare da protagonista ad aste milionarie di auto usate, dove la furbizia e strategia la fanno da padrone. Il titolo indie sviluppato da Ultimate Games cerca di riprendere le meccaniche dei vecchi giochi di strategia che andavano di moda verso la fine degli anni ’80, dove su un PC era possibile sentirsi un magnate del petrolio o un rispettabile sindaco di città solamente facendo quadrare bene i conti alla fine del mese, senza la necessità di una grafica da “urlo” o di una colonna sonora coinvolgente. Stiamo parlando del magico periodo degli 8-bit, dove un pixel rosso poteva rappresentare benissimo una mela o una Ferrari, mentre uno nero poteva essere una pistola o una borsa. Tutto era legato alla potenza della “GPU cerebrale” del giocatore, la fantasia.
Oggi i tempi sono cambiati e il titolo di Ultimate Games vuole dimostrare che non sempre una grafica eccellente o una colonna sonora epica fanno la differenza, se alla base di un titolo c’è un gameplay valido. Viste le premesse non ci resta che scoprire insieme cosa ha da offrire Car Trader a tutti i felici possessori di Nintendo Switch.
“A chi compra non bastano cent’occhi, a chi vende ne basta uno solo”
Il proverbio utilizzato per il titolo di questa mia recensione si adatta perfettamente a quello che è Car Trader, un gioco di strategia dove l’unico scopo è quello di comprare all’asta auto usate, anche se la parola più adatta dovrebbe essere “demolite”, e recuperarle per poterle rivendere al migliore acquirente. Questo è Car Trader, niente di più. Se vi aspettavate una trama articolata e avvincente, resterete incredibilmente delusi.
Il titolo di Ultimate Games arriva sulla piattaforma di Nintendo nel peggiore dei modi, infatti, una volta avviato non ci sarà il “classico” menù iniziale ad accogliere il giocatore, ma quest’ultimo sarà direttamente immerso nel commercio di automobili demolite senza la minima idea di quello che si deve fare. Il giocatore si troverà davanti un’interfaccia scarna e priva di riferimenti, dove l’unica cosa che si percepisce è che ci sono delle auto distrutte per le quali sarà necessario partecipare ad un’asta e successivamente riuscire a ripararle e a rivenderle. Questo ci porta subito alla parte relativa al design del gioco, che è possibile definire un disastro sotto tutti i punti di vista. Dalle foto delle auto, visibilmente recuperate da auto reali (non mi stupirebbe il fatto che queste foto siano state scaricate da qualche sito simile a subito.it), passando per l’interfaccia dalla pessima risoluzione (la prima sensazione che ho avuto è stata quella di vedere un titolo per smartphone allargato forzatamente per adattarsi allo schermo di Switch), alle foto dei concorrenti durante le aste, anch’esse molto probabilmente prese da qualche social a caso. Chi di voi non conosce il famoso signor Larry o l’arzilla signora Chantelle?
Completa il “quadro” relativo al design, la riparazione delle auto che ovviamente ricade nella classica situazione “c’è ma non si vede!” – infatti, anche dopo aver riparato la macchina nell’apposito menù, la foto resterà quella “demolita” di partenza, qualunque sia il livello di riparazione che si sceglierà di applicare all’automobile. Gli sviluppatori non si sono nemmeno preoccupati di sostituirle con il corrispettivo riparato; voglio pensare che abbiano finito la memoria della fotocamera nel momento sbagliato o che lo smartphone si sia spento improvvisamente durante le ultime fotografie. Se il design grafico è deludente quello audio è anche peggio, con una singola fastidiosa e ripetitiva musichetta che, dopo i primi minuti di gioco, porterà anche l’utente più paziente a disattivare l’audio della console di Nintendo. Io stesso non ho resistito più di cinque minuti.
Per quello che riguarda il cuore dell’offerta videoludica proposta da Ultimate Games, il gameplay di Car Trader, la situazione precipita in maniera vertiginosa, infatti, le uniche operazioni che si faranno all’interno del gioco sono tutte concentrate in un’unica semplice azione, cioè quella di premere un singolo bottone con indicata la cifra che si vuole offrire per l’asta e sperare che nessuno della concorrenza agguerrita (come il famoso signor Larry) risponda alla propria offerta. Lo stesso vale per lo stato delle riparazioni, indicate con una percentuale posta vicina all’apposita icona, che non sembrano per niente influenzare gli andamenti delle aste di vendita, completamente guidate dal caso. Ho provato più volte a effettuare riparazioni diverse sulla stessa macchina e il risultato è stato prevedibilmente legato alla casualità.
Ovviamente non c’è limite al peggio e il “capolavoro incompreso” di Ultimate Games aggiunge ai propri ed evidenti difetti anche una fastidiosa instabilità, infatti, se deciderete di acquistare questo titolo per la modica cifra di 6,00 € dall’eShop di Nintendo, preparatevi ai tanti crash improvvisi che vi rimanderanno alla home di Switch, lasciandovi con una semplice domanda nella testa:“Chi me l’ha fatto fare?”