Nell’epoca delle maestose grafiche ultra realistiche, delle colonne sonore da film di Hollywood e della fantastica realtà virtuale, ci sono ancora case sviluppatrici che “vivono nel passato” proponendo titoli che vogliono richiamare alla memoria i canonici “anni d’oro”. Tra queste vi è sicuramente BonuxXP che, in collaborazione con Netflix, ha deciso di riproporre in versione videoludica il terzo capitolo appartenente alla saga di Stranger Things. La trasposizione in stile pixel-art proposta dal team statunitense, Stranger Things 3: The Game, permette al giocatore di vivere in prima persona gli eventi che si sono sviluppati nella piccola città di Hawkins, al fianco degli eroi iconici della serie come Undici, Mike, Lucas, Dustin, ecc… in un titolo che, sebbene moderno, presenta una grafica “datata” e racconta una storia che si basa su avvenimenti accaduti nei favolosi anni ’80. Coincidenze? Sarà riuscita BonusXP a realizzare un titolo degno di aggiungersi alle librerie dei videogiocatori di tutto il mondo? Oppure ha creato il classico tie-in senza alcun successo? Scopriamolo insieme.
“Questa non è una famiglia normale”
La mamma del piccolo Will non aveva tutti i torti quando fece quell’affermazione riferendosi alla propria famiglia: infatti quello che capiterà durante tutti gli avvenimenti che si susseguiranno in Stranger Things ha ben poco di “normale”; lo stesso giocatore dovrà fare i conti con una trama ben articolata che ripercorre fedelmente quello che accade nel terzo capitolo della serie originale Netflix, dai primi problemi adolescenziali di Mike e Undici alle esplosioni con i fuochi d’artificio (chi ha finito la stagione capirà).
In ogni caso, se stai leggendo questa recensione e le parole “Demogorgone”, “Sottosopra” e “Mind Flayer” ti risultano strane, ti consiglio vivamente di vedere prima tutta la serie di Stranger Things, in modo tale da poter godere del gioco appieno e senza ritrovarti con tanti “punti interrogativi” che invadono la tua testa.
È il 1985 a Hawkins, Indiana, e il caldo estivo si fa sentire. La scuola è finita e c’è un nuovissimo centro commerciale in città. I ragazzi di Hawkins stanno crescendo e le dinamiche amorose incrinano i rapporti del gruppo, che deve imparare a crescere senza allontanarsi. Nel frattempo il pericolo si avvicina. Quando la città viene minacciata da nemici nuovi e vecchi, Undici e i suoi amici si ricordano che la minaccia è sempre dietro l’angolo e sta crescendo. Ora si dovranno unire e cercare di sopravvivere, ricordandosi che l’amicizia è più forte della paura.
Nella fase iniziale del gioco, che fungerà da tutorial per il giocatore, verrà presentato (in modo identico al corrispettivo cinematografico) l’esperimento di un’equipe russa che sta provando ad aprire nuovamente il portale che collega il mondo reale al Sottosopra (prima parola strana? Fermati!), senza ottimi risultati. Successivamente si viene catapultati direttamente nei panni di Mike, armato di una mazza da baseball, e di Lucas, armato di una pericolosissima fionda, intenti a capire come poter entrare al cinema per vedere il loro film preferito. Da qui cominciano le peripezie dei nostri eroi, ai quali si aggiungeranno altri personaggi, ognuno con le sue abilità uniche e fondamentali per arrivare alla fine di questa bruttissima storia. Undici può scatenare una potente onda d’urto che può danneggiare gruppi interi di nemici, Lucas può lanciare un petardo che infligge danni critici, Jim Hopper può caricare a testa bassa il proprio avversario, Dustin può spruzzare i nemici con una bomboletta e avvelenarli, ecc.
Durante la prima fase introduttiva è possibile prendere confidenza con i comandi di gioco, abbastanza semplici e altresì caratterizzati da un sistema di controllo dei personaggi molto particolare: infatti un personaggio sarà controllato dal giocatore mentre l’altro sarà guidato direttamente dall’IA (Intelligenza Artificiale) e il giocatore potrà decidere se “passare da uno all’altro” in base alle proprie necessità. Man mano che il numero di eroi a disposizione aumenterà sarà possibile imparare a padroneggiare le varie combinazioni che possono essere effettuate tra le abilità dei singoli personaggi, senza limiti alla propria fantasia, fino trovare la combinazione migliore per il proprio stile di combattimento.
“Le mattine sono fatte per il caffè e la contemplazione”
Dopo il breve tutorial, il giocatore verrà catapultato direttamente e senza mezze misure nel piccolo quartiere della città di Hawkins, dove sarà possibile sin da subito darsi all’esplorazione per poter racimolare qualche simpatico equipaggiamento o “gingillo”, qualche oggetto da poter combinare nel banco di lavoro o semplicemente qualche “dollaro in più”. Durante le fasi di ricognizione ci si renderà subito conto che i vari personaggi non sono unici solamente per il proprio stile di combattimento, ma sono altresì fondamentali anche per poter accedere a determinate zone della mappa: infatti Dustin può hackerare le porte con il controllo elettronico mentre ad esempio Lucas può fare esplodere i macigni che bloccano la strada. Una volta ottenuti tutti i personaggi, non mancherà la necessità di darsi al backtracking per poter ispezionare una zona completamente e poterne così scoprire tutti i segreti.
Oltre agli scontri contro topi, melme, topi posseduti da melme, melme “incollose”, russi inferociti e armati fino ai denti e Boss coriacei come Doris Driscoll (secondo nome strano? Fermati!!!!), Stranger Things 3: The Game presenta una struttura basata sulla risoluzione dei puzzle, che bene si integra con il sistema di controllo dei personaggi. Unica nota negativa legata al gameplay è la monotonia degli scontri: infatti, in alcune missioni secondarie, sarà evidente che i nemici da affrontare avranno uno scopo puramente riempitivo, per “allungare il brodo”. In questi casi verrà in mente la classica affermazione :”Si poteva fare di più!”
Classico stile 8-Bit…”Ti piacciono le mie perle?”
Dal punto di vista del design grafico il titolo Beat-e-Up firmato Netflix presenta uno stile basato sui iconici 8-Bit, ormai diventati una vera e propria moda nel mondo videoludico, con una visuale isometrica dall’alto che ricorda giochi classici come Diablo I e II. Il design di Stranger Things 3: The Game è bello da vedere, ricco di colori e durante tutta l’avventura fa tornare alla mente dei giocatori “vecchia scuola” come me i classici titoli che hanno fatto la storia dei videogiochi. Povera Nvidia che continua a sviluppare nuove tecnologie…
Se il design grafico non delude, l’intera colonna sonora lascia un lieve amaro in bocca: infatti con il passare del tempo l’idea di mettere il muto al gioco comincerà ad intrufolarsi dentro la testolina del giocatore; purtroppo ci si aspettava una migliore trasposizione dell’intero comparto sonoro della serie televisiva. Peccato.
Concludiamo parlando della longevità del titolo firmato BonusXP che, grazie al backtracking e alla raccolta dei collezionabili (gnomi da giardino sparsi per la mappa), mantiene molto alto l’interesse del giocatore dall’inizio alla fine del gioco, e alla costante ricerca dell’equipaggiamento e della combinazione perfetta. Alla già buona longevità del single player si aggiunge anche la possibilità di giocare l’intera avventura anche in multiplayer locale, dove il “secondo giocatore” impersonerà uno dei due personaggi presenti su schermo, rendendo gli scontri e la risoluzione degli enigmi ancora più interessanti e avvincenti.
Ricordo che Stranger Things 3: The Game è disponibile dal 4 luglio 2019 per le principali piattaforme videoludiche quali PlayStation 4, Xbox, Nintendo Switch e PC (Steam),