Lost Orbit: Terminal Velocity è un titolo che detiene gran parte del suo fascino nel gameplay veloce e divertente, fatto di schivate e punteggi, all’interno di livelli sempre diversi e progressivamente più complessi da giocare. Di fatto il titolo propone una struttura spiccatamente arcade in grado di fornire un livello di sfida non indifferente a tutti quei giocatori vecchia scuola che vivono di numeri e punteggi. Infatti, il fulcro dell’esperienza non è tanto quello di finire ogni scenario, quanto quello di ottenere un alto punteggio o una valutazione perfetta in ognuno di essi.
Nello spazio nessuno può sentirti urlare…
Nonostante il perno centrale di Lost Orbit sia il gameplay, il titolo vanta comunque una trama interessante. Il protagonista dell’avventura è Harrison, un operaio che ha il compito di riparare i relè di comunicazione, sparsi nei diversi sistemi spaziali. Quando uno di questi dispositivi si rompe, o richiede manutenzione, l’uomo viene mandato a rimediare. L’astronave di Harrison viene distrutta mentre esegue uno dei tanti lavori di routine: rimarrà senza nessun mezzo di trasporto nello spazio, destinato a morire.
Tuttavia, l’astronauta non ha intenzione di andarsene senza lottare, decidendo di utilizzare il suo jet-pack per tentare la via del ritorno verso casa.
Come si può notare l’intreccio dei fatti non è particolarmente complesso, eppure risulta interessante grazie all’incontro con una piccola sonda spaziale. Questo drone senziente (e annoiato da anni di solitudine) segue Harrison con molto interesse, affezionandosi sempre di più all’uomo. L’evoluzione del rudimentale rapporto di amicizia che si crea tra i due è il fulcro di tutta la narrazione ed è valorizzato dai monologhi recitati dal bravissimo doppiatore del piccolo robottino.
In volo tra pianeti e asteroidi
Come accennato poco fa, il perno intorno a cui ruota Lost Orbit è il gameplay. Quest’ultimo è strutturato in diversi scenari, ciascuno della durata di una manciata di minuti, che vanno a comporre l’intera campagna. La varietà non manca: oltre agli ostacoli sempre crescenti, possiamo trovare dei livelli molto dissimili tra loro, senza contare alcuni momenti di pura calma in cui si possono approfondire i due personaggi ed ammirare le splendide ambientazioni.
Pad alla mano, il gioco sembra essere una via di mezzo tra uno shoot ’em up a scorrimento verticale e un running game. In realtà Lost Orbit: Terminal Velocity mette di fronte al giocatore una serie di ostacoli ambientali, i quali aumentano per numero e complessità con il proseguire dell’avventura. Se inizialmente basterà schivare asteroidi, andando avanti si aggiungeranno trappole, laser, mine ed altro. Harrison, da parte sua, possiede soltanto il suo fidato jet-pack: questo si traduce nella possibilità di attivare il turbo, di rallentare e, successivamente, anche di utilizzare degli avvitamenti laterali, ed una vera e propria frenata. In pratica, la mobilità non manca di certo.
In aggiunta, tutte le azioni appena elencate possono essere migliorate attraverso un rudimentale sistema di progressione. Per farlo occorre spendere Obtanium, un metallo viola sparso tra i livelli; dopo averne ottenuto una quantità sufficiente, in un menù è possibile potenziare caratteristiche come la velocità o la durata del turbo. Si aggiunge la possibilità di ottenere nuove abilità come la bomba o il già citato avvitamento.
Tutto questo torna utile durante le nostre traversate a tutta velocità, mentre si schivano asteroidi e si evita di schiantarsi contro ostacoli e trappole varie. Ogni livello vede Harrison volare verso l’alto, sfruttando il jet-pack e gli innumerevoli tipi di pianeti che permettono di accelerare. Avvicinandosi all’orbita di un corpo celeste, infatti, è possibile sfruttarne l’attrazione per aumentare in modo consistente la velocità di volo. Si aggiungono poi tanti tipi diversi: buchi neri che ci proiettano verso una direzione specifica, pianeti gassosi che donano una gran velocità e molto altro.
Spesso questi corpi celesti sono posti in modo oculato tra gli ostacoli, permettendo ai giocatori più abili di sfruttare la loro presenza, per ottenere una velocità progressivamente maggiore. Questo, chiaramente, schivando gli ostacoli citati poco fa.
Ottenere un flusso costante di volo è molto appagante, ma richiede tantissima bravura e prontezza di riflessi. Per questo motivo in Lost Orbit: Terminal Velocity si muore spesso finché non viene raggiunta una buona maestria con i controlli.
Per fortuna i checkpoint sono posizionati molto bene, evitando la frustrazione di dover ripetere lunghi passaggi. Ciò non toglie che i giocatori alla ricerca del punteggio perfetto e delle valutazioni più alte dovranno necessariamente evitare di morire, dato che (giustamente) ogni dipartita del protagonista è estremamente punitiva. In poche parole, completare tutti i livelli è facile, ma cercare di ottenere le valutazioni più alte è tutt’altra storia. Data la bassa longevità della campagna, ritengo che Lost Orbit sia consigliabile soprattutto a coloro che sono interessati ai punteggi e al perfezionamento delle proprie abilità.
Peraltro, la natura portatile di Nintendo Switch rende l’esperienza ancora più fruibile da questo punto di vista.
Siamo di fronte a un ottimo level design, che unisce alla perfezione ostacoli ambientali e pianeti che velocizzano costantemente Harrison. C’è da dire che ci sono alcuni punti eccessivamente punitivi, con ostacoli sparsi in maniera fin troppo sadica. Ciononostante, parliamo di una parte minima di tutti gli scenari proposti. Forse il gameplay complessivo di Lost Orbit non è profondo e non propone innovazioni degne di nota, ma almeno la cura posta nella realizzazione del titolo lo rende un ottimo esponente del genere.
Divertente da giocare e bello da vedere
Il comparto tecnico di Lost Orbit è davvero eccellente. Pur non facendo gridare al miracolo, i modelli nei livelli, e quelli dei due protagonisti, sono piacevoli da guardare. Complice anche la visuale distante, la resa complessiva è soddisfacente. A questo si aggiungono degli scenari elaborati, composti da diverse sfumature di colori, giungle spaziali, complessi minerari e altro. In pratica, anche a tutta velocità, risultano davvero belli.
La direzione artistica si attesta sullo stesso livello, con una varietà di ambienti invidiabile e con degli sfondi evocativi.
In ultimo, il comparto sonoro è curato, presentando all’utente una colonna sonora orecchiabile e sempre calzante alla situazione. Si aggiunge il doppiaggio del piccolo drone, che valorizza enormemente la narrazione e i monologhi.
In sintesi
Lost Orbit: Terminal Velocity è un titolo sicuramente poco ambizioso, che riprende meccaniche collaudate unendole in un mix unico e divertente. Malgrado ciò, la cura posta nella realizzazione lo rende uno dei migliori del genere. Il gameplay è immediato e piacevole, la realizzazione tecnica è superlativa e il comparto sonoro è eccelso. Pur non essendo un gioco rivoluzionario è comunque degno di essere preso in considerazione.