Rispetto a quando ho iniziato ad avvicinarmi ai titoli sportivi in generale, e calcistici in particolare, la scelta del titolo cui dedicare i nostri pomeriggi durante la stagione calcistica si è ormai ristretta ai soli Fifa e PES.
Scomparsi i vari This is Football e ISS Pro, oltre ai tanti titoli minori la partita si gioca tra americani e giapponesi per il predominio sul rettangolo verde; in una competizione affrontata a suon di esclusive, aggiornamenti e novità introdotte di anno in anno.
Ad inaugurare la stagione calcistica 2020 ci pensa la demo di PES, che per l’occasione ha subito un rebranding aggiungendo il prefisso eFootball al nome tradizionale; è una dichiarazione d’intenti, con cui in Konami vogliono chiarire una volta per tutte che la loro è una simulazione, più realistica possibile e vicina al mondo degli eSport, fenomeno in rapida espansione.
Fatte le opportune premesse entriamo nel merito della demo di PES 2020.
Una volta avviato il gioco, la foto di Scott McTominayci ricorda che il Manchester United sarà uno dei club licenziati nel gioco, insieme alla Juventus.
Le modalità a disposizione sono la classica partita veloce e le partite in cooperativa, più alcune sezioni dedicate alle novità; avviando la partita possiamo scegliere tra un lotto comprendente le più forti squadre del mondo, spaziando dall’Europa al Sudamerica.
Oltre ai campioni d’italia e al già citato United, sono presenti anche squadre del calibro di Arsenal, Barcellona, Bayern Monaco, Sao Paulo, River Plate e Colo Colo.
Naturalmente, colori a parte, fin qui è tutto abbastanza simile a quanto visto negli anni precedenti: è una volta scesi in campo che la musica cambia.
Se per vedere delle vere e proprie migliorie grafiche dovremo ormai attendere la prossima generazione di console, è indiscutibile come anche quest’anno la qualità dei modelli dei calciatori e degli stadi sia una spanna superiore alla concorrenza. Questo elemento si nota principalmente per i grandi campioni, che dispongono di modelli definiti nei minimi dettagli, sia come fattezze(tatuaggi inclusi) che come movenze.
Il fischio di inizio ci consente di apprezzare una giocabilità rinnovata, con una fisica della palla ancora più convincente con il famigerato First Touch Impact a rendere il tocco della sfera più realistico e a condizionare sensibilmente l’esito della giocata. Un controllo sicuro ci darà un gran vantaggio in fase offensiva, mentre dopo uno stop approssimativo, l’appoggio indietro verso il compagno più vicino sarà la scelta più saggia.
Quest’anno saremo chiamati a compiere azioni ragionate, più che attaccare a folate, con l’intensità dei passaggi in grado di farci imbastire trame degne del miglior Guardiola: con un lancio lungo ben calibrato, partito dai piedi di Bonucci sono riuscito a pescare CR7 al limite dell’area, consentendo al campionissimo portoghese di involarsi a tu per tu con Ter Stegen e battere il portiere blaugrana con un diagonale imparabile.
E’ pure vero che qualche minuto dopo in una situazione analoga, ho condannato il povero Manzdukic a sparacchiare a lato da posizione favorevole, facendomi capire quanto importante sia tenere considerazione di fattori quali posizione del giocatore rispetto alla porta, posizionamento del pallone sul piede forte o debole e via discorrendo.
Nel corso delle partite emergono anche altre due importanti novità di PES 2020, ovvero il Finesse Dribbling che conferisce maggior realismo ai virtuosismi in campo grazie agli insegnamenti di “Don” Andrés Iniesta (uno che di classe ne ha da vendere) e alla funzionalità Inspire. Diversamente dal momentum di Fifa, cui potrebbe fare pensare, si tratta di un’abilità riservata ai grandi giocatori che possono “ispirare” e modificare i propri compagni di squadra; in sostanza si tratta della capacità di caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti più importanti, lasciando che i gregari si mettano al servizio dei campioni, aprendo spazi, calibrando passaggi e lanci e via dicendo.
Durante le prime partite inoltre si attiva, in base alle giocate, un tutorial che spiega come approcciare i tiri, i tiri dalla bandierina e i calci da fermo consentendo anche ai neofiti di familiarizzare con il gameplay del titolo Konami.
Una volta esplorata a dovere la partita in singolo, è il momento di passare a quelle in multiplayer, che ci danno la possibilità di giocare fino a 4 vs 4 in locale oppure online, con i giocatori che ricevono una valutazione in base al loro comportamento sul campo.
A conclusione di questa breve panoramica, in cui mancano per ovvi motivi una Master League che si preannuncia rinnovata (e in cui potremo utilizzare Maradona come allenatore) e altre aggiunte come l’inedità modalità Match Day, possiamo dire che PES è intenzionato a prendersi lo scettro di miglior titolo calcistico dell’anno.
Con la serie A che si presenta per la prima volta al completo, PES 2020 è atteso sui nostri scaffali il 10 settembre nelle versioni PlayStation 4, PC e Xbox One.
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