Quando ci troviamo a pensare a un gioco che ci sta particolarmente a cuore, spesso e volentieri ci verrà in mente un momento ben specifico; se penso a Metal Gear Solid, per esempio, la prima immagine che mi compare davanti agli occhi è la zona di carico in cui attirare ignari soldati da stordire o strangolare.
Parlando di un altro titolo che mi sta particolarmente a cuore, Half-Life 2, ricordo che una volta Dan Marshall disse che il gioco esiste nella sua mente come una corsa mozzafiato tra i tetti, quando dobbiamo scappare dal condominio in cui ci eravamo rintanati.
L’idea dell’antologia deriva dalla letteratura ovviamente, l’idea in effetti mi è venuta leggendo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Calvino; pur non essendo un’antologia in senso stretto, uno dei suoi punti di forza sta nel riprodurre dei capitoli di romanzi inventati, che riescono ad essere tutti ugualmente avvincenti. Un romanzo estremamente interessante e stimolante, tanto da ispirare un intero disco di Sting, con un concetto alla base che potrebbe applicarsi senza problemi anche al videogame.
Ovviamente avevo già letto in passato vere e proprie antologie, lo abbiamo fatto tutti ai tempi della scuola. Abbiamo esaminato raccolte di storie, articoli, poesie eccetera. Quello che mi ha fatto riflettere in questo caso è che, anche non conoscendo l’origine della storia (che in questo caso specifico nemmeno esiste), è possibile prendere un frammento di qualcosa, metterlo insieme ad altri frammenti e creare qualcosa di incredibilmente ricco e piacevole.
Armonioso, ma anche stridente e sorprendente, stupefacente nelle sue giustapposizioni che rivelano quanto due cose che in fondo sembrano distanti possano essere ad un certo punto molto simili.
Non saprei perché relazionare il concetto di antologia al mondo dei videogiochi mi abbia stupito, probabilmente è stata la correlazione tra due soggetti agli antipodi.
I videogiochi, e i loro momenti clou, sono nella nostra mente come libri su scaffali, perché non prendere il meglio da ognuno di essi e ripercorrerlo fino alla fine, in una sorta di Odissea videoludica?
Ritornando ai tetti di City 17, si collegano benissimo ai corridoi di System Shock 2, in cui rimanevamo accucciati in attesa di decidere la mossa successiva, in una sorta di YouTube mentale.
Proprio YouTube ci ha abituato a fare collegamenti tra argomenti simili o solo apparentemente distanti; purtroppo, per quanto possa essere una cosa positiva, si adatta poco al videogioco, visto che non si gioca in prima persona. Potremmo utilizzare dei file di salvataggio, ma nemmeno questa soluzione va bene. Richiede tempo e rende il tutto più incasinato. Poniamo il caso che voglia giocare con quel livello ben preciso di Half-Life 2: dovrò innanzitutto scaricare il gioco, per poi farmi largo fino al momento tanto agognato. Così facendo l’emozione di giocare quel momento viene decisamente meno.
Ovviamente mi rendo conto che questa antologia di momenti è impossibile, o perlomeno alquanto improbabile. Poniamo il caso che ognuno di noi voglia un’antologia dei migliori inseguimenti nei videogame, oppure una raccolta dei migliori mini giochi di hacking, di scassinatura o un’antologia di titoli in cui premendo il tasto X succede qualcosa di divertente.
Anche una persona a digiuno di programmazione può immaginare i problemi dati da engine e quant’altro distingua un gioco da un altro; così come si può intuire facilmente il problema di convincere i vari publisher a lavorare insieme.
Ma lasciamo perdere tutto questo, e immaginiamo come sarebbe un prodotto del genere. Immagina di potere sfogliare tutti i migliori (o peggiori) minigiochi di hacking, immagina di trovare questi giochi allineati così come spesso lo sono nella nostra mente.
Immagina come giochi ormai classici possano sembrare diversi, quando è possibile spostarsi tra una selezione di titoli ugualmente buoni ma diversi tra loro.
Le stesse peculiarità dei giochi, e della storia del videogioco, potrebbero sembrare molto differenti dopo avere giocato con qualcosa del genere….