A volte per recensire un gioco c’è bisogno di fare un passo indietro e chiedersi: da quali basi è stato estrapolato? Qual è il vero obiettivo? Dove vogliono farmi arrivare? Dopo esserci posti queste domande potremmo iniziare col dire che Silver Chains è un titolo molto simile a Outlast per via del continuo corri e nasconditi, per i vari elementi che devono essere recuperati per proseguire nella storia, e per i continui Jump Scare che la faranno da padroni per tutto il tempo di gioco. A detta degli sviluppatori infatti, i giochi a cui si sono ispirati sono: Layers of Fear & Layers of Fear 2, la serie di Resident Evil, Dead by Daylight, Outlast & Outlast 2, Slender & Slender: The Arrival e la famosissima serie di Silent Hill.
Silver Chain è un titolo prodotto da Cracked Heads Games e rilasciato ufficialmente il 6 agosto 2019, proposto unicamente per pc; il titolo in questione è un gioco di genere horror, indie, psicologico, in prima persona con tanti elementi esplorativi che ci porteranno sempre più vicini alla conclusione di questa narrazione.
Il gioco, dopo la scelta di iniziare una nuova partita all’interno del menù principale, comincia con un incidente stradale che avviene nelle campagne inglesi. Il nostro protagonista Peter, rimasto scosso e leggermente ferito da questo incidente si appresta a cercare aiuto, ritrovandosi di fronte ad una villa: da una finestra della stessa trapela una luce accesa, segno della presenza di qualcuno all’interno dell’abitazione, scena questa già vista nel primo capitolo di Outlast. Peter dopo aver camminato agonizzante, riesce finalmente a giungere alla porta principale di questa villa, ma purtroppo perde i sensi. Durante il suo svenimento il nostro protagonista sogna un albero ben fiorito, che tutto d’un tratto prende fuoco, diventando così un albero spoglio e ormai sfinito dalle fiamme. Peter si sveglia, l’ambiente in cui si trova gli risulta essere sconosciuto, si alza, si accinge ad uscire ma nota che le porte sono chiuse, l’ansia aumenta e dopo aver ricevuto qualche indizio ed elemento fondamentale, riesce ad uscire dalla stanza illeso. Inizia così una spaventosa avventura.
Dopo esser riusciti ad uscire dalla camera nella quale eravamo prigionieri, notiamo che l’ambiente di gioco non è esattamente quello che ci aspettavamo da un gioco horror. Quando si parla di questo tipo di giochi, la prima cosa che viene in mente è l’ambientazione che di solito si presenta come tetra, buia, quindi senza spiragli di luce ma lasciando il giocatore in continua suspense, con Jump Scare a volte letali per il protagonista che rimane impietrito. In Silver Chains invece non è così, le ambientazioni possono essere definite come ben illuminate per il genere, abbiamo molta luce proveniente dall’esterno, attraverso le finestre, e anche dall’interno grazie alle varie lampadine a muro sparse per tutta la casa che consentono una vista nitida su tutto ciò che ci circonda. Gli Jump Scare presenti all’interno di questo titolo videoludico, saranno spaventosi ma non letali in quanto le varie scene d’impatto verranno effettuate dai bambini che un tempo abitavano la casa. Quest’ultimi non hanno intenzioni malvagie, anzi l’opposto vogliono aiutarci nel proseguire la nostra avventura contro la strana creatura della casa. Peter dopo esser stato aiutato per tutta la maggior parte del tempo dai bambini, inizia a capire che in quella casa qualcosa di misterioso è successo e che è stato già lì prima di quel momento.
Comparto grafico
Il comparto grafico di Silver Chains può essere definito di tutto rispetto. Le texture sono ben fatte, le ombre dei vari oggetti e del nostro protagonista sono ben delineate. Le sfaccettature dei riflessi della luce che sovviene dai vetri della casa sono ottime. Tutti gli elementi tangibili in questo videogame sono davvero ottimizzati al meglio, a partire dalle bambole appese, di inizio livello, alla lampada magica che riflette i vari simboli sulle pareti, tutto è fatto a regola d’arte.
Comparto sonoro
Come tutti sappiamo a rendere più spaventosa un’atmosfera, di per sè già paurosa, ci pensa la colonna sonora. Essa molte volte, in questo gioco, sarà assente, lasciando solo il rumore dei passi all’interno della villa. Altre volte invece, soprattutto nei momenti di pericolo, la colonna sonora diventa più incalzante e tetra, facendoci capire che è il momento giusto per scappare via o nascondersi. Nel complesso risulta essere un’ottima melodia, alle volte ripetitiva ma che sa rimanere sempre sul pezzo.
In conclusione
Silver Chains è un ottimo titolo per tutti coloro che amano gli horror, molti elementi sono uguali a titoli videoludici già visti prima ma ci si può passar sopra. Pur essendo un titolo in cui i rompicapo la fanno da padrone, essi risultano facili da comprendere e finalizzare; anche perchè arrivato ad un certo punto le soluzioni ai vari enigmi ci vengono fornite in maniera quasi del tutto diretta. Di elementi all’interno di Silver Chains ce ne sono parecchi, ma pochi sono finalizzati all’uso personale, gli unici ed i più importanti sono la torcia e il monocolo (quest’ultimo è in grado di scoprire vari elementi invisibili ad occhio nudo). Possiamo quindi consigliare l’acquisto del titolo a tutti coloro che vogliono cimentarsi in una nuova avventura, che non duri molto e che sappia regalare un ottimo feeling. Occhio però al finale di gioco.