Senza che ce ne accorgessimo, con Ferragosto ormai alle spalle, ci avviciniamo alla fine dell’estate. Le giornate iniziano ad accorciarsi e le temperature a diminuire, ma ehi siamo pur sempre videogiocatori e quindi per noi l’autunno è il periodo delle uscite dei titoli sportivi.
Se in realtà la stagione si è aperta da un po’ con l’uscita di F1 2019, chi si mantiene puntuale anno dopo anno è l’italianissima Milestone che anche quest’anno ci propone il titolo ufficiale del campionato di Motocross, seguito di MXGP Pro dall’inevitabile titolo MXGP 2019.
Il FIM Motocross World Championship, questo il nome ufficiale della competizione, è un campionato off-road su scala mondiale, con piloti professionisti che affrontano differenti tracciati in giro per il mondo, sfidandosi in battaglie a colpi di abilità e moto sempre più performanti.
Essendo un gioco su licenza, MXGP 2019 comprende tutti i piloti (con le rispettive moto) e quasi tutti i circuiti, insieme all’immancabile online (in realtà ancora abbastanza limitato) e ad un editor di tracciati.
L’anno scorso, con MXGP Pro, Milestone decise di cambiare strada focalizzandosi sull’aspetto puramente simulativo; scelta motivata dalla voglia di rinfrescare un franchising ormai annuale in cui i titoli rischiavano di somigliarsi troppo e di differenziarsi dall’altro titolo off-road di Milestone, Monster Energy Supercross
Un approccio più serio ai comandi, l’attenzione da prestare al tracciato per non essere disarcionati dalla moto al minimo controllo sbagliato, potranno aver aumentato la longevità del gioco, ma sicuramente ne hanno diminuito l’appeal presso il grande pubblico.
Un ritorno al passato nel gameplay di MXGP 2019
Gettato alle ortiche quanto fatto lo scorso anno, MXGP 2019 torna alle basi, presentanto un titolo molto simile a quel MXGP 3 uscito nel 2017. Ciò vuol dire che sfumature quali l’equilibro del pilota, imparare la traiettoria più pulita con cui affrontare le curve non sono più così importanti. Le sessioni di allenamento sono state abolite, gli errori in massima parte perdonati, fornendo un’esperienza nel complesso più accessibile anche se privando un po’ il titolo della sua anima. Manca qualcosa che coinvolga realmente il giocatore.
Quanto detto sopra non significa che il gioco manchi di miglioramenti, specie dal punto di vista grafico. Il rendering del fango che si forma sui tracciati ha compiuto un altro passo avanti; solo pochi capitoli addietro abbiamo avuto i primi tracciati deformabili e MXGP 2019 è già allo stato dell’arte sotto questo aspetto. Specialmente quando la pioggia si abbatte sulla pista, solchi profondi appaiono giro dopo giro ed è una gioia per gli occhi vedere il fango inzaccherare la visiera del nostro pilota, sporcizia che potremo rimuovere ricorrendo al touchpad del nostro dualshock.
Anche il meteo è dinamico, con una corsa che inizia sotto la pioggia, potrebbe svolgersi sotto il sole; va rilevato che il tracciato si asciuga praticamente all’istante, cosa che restituisce una sensazione di irrealtà e che rende la simulazione incompleta.
Purtroppo non tutti i tracciati ufficiali sono inclusi nel gioco, con mancanze importanti come quello di Palembang o l’assenza del Monster Energy Motocross of Nation che invece era presente nei titoli precedenti.
Con l’editori di tracciati, disegni il tuo percorso
Novità di quest’anno è l’editor di tracciati, preso in prestito dalla serie Supercross: potremo creare il nostro tracciato scegliendo l’ambientazione tra deserto, bosco e lungofiume, aggiungendo poi salti e curve tra le tante proposte, costruendo un tracciato della durata massima di 3 minuti, il tutto con un tutorial a guidarci in avvio di modalità.
I tracciati creati, sia da noi che dagli altri utenti (scaricabili online), possono essere affrontati nella modalità Gran Prix, in gara singola.
Al momento tra i tracciati più popolari troviamo principalmente circuiti brevi, la modalità funziona bene e alcune creazioni sono molto divertenti, tuttavia la mancanza di grandi varianti nel design o un legame con le modalità principali del gioco rendono l’editor un’opzione secondaria, da provare al massimo un paio di volte.
Ciò che ha più potenziale è la modalità Playground. Si tratta di una mappa open world da esplorare in sella alla nostra moto; attraversando il mondo troveremo eventi a cui partecipare, dalle prove a tempo a prove di abilità a cui accedere semplicemente posizionadoci sopra l’indicatore. Purtroppo in questa modalità il gioco impiega un po’ per caricarsi, eliminando qualsiasi sensazione di trovarsi in un mondo realmente aperto.
Le prove sono divertenti, spezzano la monotonia della carriera, gli ambienti della mappa sono abbastanza variegati ma in complesso l’implementazione è un po’ macchinosa.
Si tratta di aggiunte carine, mascherano le carenze di una modalità carriera che da anni è sostanzialmente sempre la stessa. Si può correre per una squadra reale o creare un proprio team e cambiare idea a stagione in corso, ma è lo stessa cosa che avviene nei vari MXGP e Supercross. Anche le modifiche visive e meccaniche della moto, in cui investire i premi vittoria, non contribuiscono a dare profondità ad un titolo in cui manca un albero degli aggiornamenti, in cui è assente una vera e propria gestione del team, senza mercato piloti o fase di sviluppo e test per veicoli e piloti.
Si tratta di un percorso che attraversa la cadetta MXGP2, per approdare in classe regina; tutto qua.