Omen Exitio: Plague è un gioco vecchia scuola, che riprende a piene mani dalla tradizione più pura dei libro game. In pratica, il titolo ci pone davanti a un vero e proprio racconto interattivo, una storia scritta che però è impreziosita dai classici elementi interattivi propri del medium videoludico. Oltre a navigare le pagine del “libro”, quindi, troviamo altri elementi puramente ludici, come scelte multiple o punti esperienza da spendere tra le diverse abilità del nostro alter ego.
Tra gli orrori dell’ombra
Chi ha letto Lovecraft ha sicuramente notato che l’atmosfera di Omen Exitio: Plague richiama molto da vicino quella dei racconti dello scrittore di Providence. La stessa copertina del titolo mostra la terra tenuta da due entità “superiori”, di cui una tentacolare. La storia, infatti, è fin da subito ricca di mistero e tensione, presentando un mondo oscuro e cupo, pieno di orrori sempre presenti.
Il nostro protagonista è un medico londinese che ha deciso di lasciare la sua professione per scappare dal suo passato, che lo tormenta ancora dopo anni. Infatti, sua moglie, Helen, è morta per una malattia e lui, in quanto medico ricercatore, si sente moralmente responsabile per non essere riuscito a salvarla. Quindi, non trovando pace nella tranquillità della ripetizione quotidiana, decide di arruolarsi nell’esercito per andare in guerra.
Tuttavia, la speranza di dimenticare il passato diventa presto vana: la guerra porta il nostro medico a Zanzibar, dove una strana malattia sta contagiando la popolazione locale. Questo morbo sembra diverso da qualsiasi altro apparso sulla terra, quindi le abilità di un bravo medico sono ben presto richieste, nonostante i sintomi siano ben lontani dalla normale “scienza”. Di nuovo, torna la necessità di salvare delle vite e di mettere in pratica le conoscenze in medicina che erano state messe in discussione dalla morte di Helen.
Chiaramente questo è solo l’incipit di una vicenda molto più ampia e misteriosa, articolata attraverso le pagine virtuali di un diario consumato. Dato il gameplay interamente basato sulla scoperta della storia, sarebbe davvero un crimine rivelare altro, quindi ti lascerò al piacere della scoperta. Sappi soltanto che l’intera vicenda è costantemente carica di mistero e di tensione, grazie a degli snodi narrativi davvero interessanti, che richiamano a gran voce l’eredità di Lovecraft.
Si, ma come si gioca con un libro?
Una caratteristica dei libro game è quella di unire alla sana lettura anche degli elementi puramente ludici più o meno consistenti. Ad esempio, Lone Wolf aggiungeva dei veri e propri combattimenti o enigmi. In questo caso, invece, Omen Exitio: Plague segue una via tradizionale, presentando al giocatore un libro vero e proprio, innestando soltanto una piccola componente ruolistica e delle scelte multiple. Sia chiaro, questo non è un difetto, ma una precisa scelta di seguire un archetipo più classico del genere.
Tanto per cominciare, il gioco merita un piccolo elogio ai controlli touch. Finalmente possiamo vedere un team che sfrutta al meglio la modalità portatile di Nintendo Switch, consentendo di fruire dell’intera esperienza anche con la comodità data dal touchscreen. Molti altri titoli hanno trascurato questa possibilità, quindi direi che un pregio simile non è mai scontato.
Il fulcro del gameplay resta sempre la lettura. Considerando la natura del prodotto, però, i testi e le descrizioni da leggere sono sempre composte da brevi paragrafi, al fine di mantenere un ritmo costantemente incalzante, lasciando ben poche pause: succede sempre qualcosa di importante e non ci sono mai descrizioni superflue. Molto spesso, inoltre, siamo chiamati a fare delle scelte riguardo alcuni problemi. Queste sono in grado di modificare in modo consistente la trama e, per estensione, anche il finale. In alcuni casi sarebbe stato utile vedere un maggiore approfondimento di alcuni momenti importanti o del destino di alcuni personaggi, al fine di avere una migliore visione d’insieme, ma purtroppo questo non avviene. La narrazione resta comunque godibile, ma sarebbe potuta essere molto più completa.
Le scelte riguardano la risoluzione di problemi, situazioni di pericolo, la raccolta o meno di oggetti e così via. Le conseguenze potrebbero farci ottenere nuove informazioni, oggetti, ferire il nostro alter ego o addirittura portare alla morte alcune persone che ci sono intorno. In alcuni casi per svolgere un dato compito serve aver raccolto un certo strumento poc’anzi (e nell’assenza di quest’ultimo saremmo impossibilitati a svolgere l’azione, con tutte le conseguenze del caso), in altri casi è necessario avere delle statistiche più o meno alte in una delle caratteristiche.
Infatti, Omen Exitio propone uno sviluppo del personaggio che ricorda molto da vicino quello dei giochi di ruolo. Questo aggiunge molta profondità alle scelte e permette al giocatore di modificare la sua avventura, scegliendo in quali rami specializzarsi maggiormente. Le statistiche base sono Osservazione, Combattimento, Medicina, Agilità e Carisma e ognuna di esse permette di selezionare determinate opzioni in alcuni dialoghi. La prima sessione di gioco ci dona dei punti “iniziali” che delineano le abilità del protagonista, ma successivamente l’unico modo per aumentare le caratteristiche sono i punti esperienza. Questi vengono donati durante tutto il corso dell’avventura dopo aver svolto delle azioni degne di nota, come scoprire dei dettagli, vedere dei luoghi o semplicemente proseguire nella storia.
Questa componente ruolistica dona molta rigiocabilità a Omen Exitio: Plague, impedendo al giocatore di poter svolgere ogni compito al meglio. Per vedere tutto quindi bisogna rigiocare l’avventura, aumentando di molto la longevità complessiva. In aggiunta, alcuni momenti possono persino essere superati in modi diversi, tutti basati sulle statistiche di base: siamo attaccati da una persona armata di coltello? Possiamo scegliere di schivare (Agilità) o di combattere (Combattimento). Se entrambe le statistiche sono basse, potremmo fallire il compito e pagarne le conseguenze.
Ricapitolando, il gameplay ci mette davanti a un diario dinamico, in cui la lettura è affiancata da una piacevole componente da GDR non troppo marcata e da diverse scelte multiple in grado di modificare pesantemente la storia. A questo si aggiungono tutte le “schede” secondarie che permettono di vedere una breve descrizione di altri personaggi, oggetti e luoghi.
Un’avventura solo testuale?
Come ogni libro game che si rispetti, anche Omen Exitio: Plague impreziosisce la lettura con artwork, effetti sonori e musiche. Proprio questo è il punto più debole del titolo.
Il comparto grafico dell’esperienza, infatti, si limita a fornire delle immagini che affiancano i muri di testo, aiutando il giocatore a immaginare la scena. Tuttavia, parliamo di artwork non animati e che a volte tendono a ripetersi. Ci sono altri congeneri che hanno sfoggiato un comparto tecnico ben più dignitoso, come il già citato Lone Wolf o persino piccole App come iLovecraft o iPoe.
L’interfaccia che accompagna l’intera esperienza, invece, è molto piacevole da vedere e contribuisce a rendere tutto più immersivo. Le pagine consumate e scolorite e le varie schede sono sempre molto belle.
Il comparto sonoro, proprio come la componente grafica, si limita nuovamente a fare il suo dovere senza eccellere. Le musiche sono orecchiabili, ma purtroppo peccano di una quantità limitata e gli effetti sonori sono accettabili.
Sia chiaro: il comparto tecnico risulta comunque godibile e riesce a donare alla lettura delle sensazioni che risultano sempre piacevoli e curate. Quindi, nonostante altri libro game possano vantare una grafica più completa, Omen Exitio: Plague resta comunque curatissimo anche da questo punto di vista, anche se molto più vicino alle esperienze tradizionali.