I generi survival horror affascinano milioni di giocatori in tutto il mondo ogni giorno che passa. Ambientazioni cupe, strane presenze, feroci creature e psicopatici di ogni genere sono sempre pronti a rincorrere i videogiocatori per farli letteralmente a pezzi tra sussulti e respiri spezzati.
Ma le ambientazioni che offre Die Young, titolo sviluppato da IndieGala, sono tutto tranne che terrificanti e buie offrendo al contrario bianche spiagge e un panorama mozzafiato. Questo fino a che non inciampate inavvertitamente sulla falce della morte.
Mare, spiaggia e morte
Die Young è un survival horror open-world ambientato su un’isola deserta del tutto sconosciuta e di cui non viene data la posizione esatta. La storia vede la nostra protagonista raccontare un pezzo della propria vita, fatta di sfarzo, ricchezza ed eccessi, sempre alla ricerca di emozioni forti e molte volte ai limiti dell’esagerazione. Proprio per colpa di questa costante ricerca del brivido, lei e il suo gruppo di amici decidono di sbarcare su un’isola deserta del tutto sconosciuta per poi scoprire che l’apparenza inganna, ritrovandosi in una situazione ai limiti dell’inverosimile.
Dopo una presunta aggressione, spaesata e separata dal resto dei suoi amici, la ragazza dovrà fare tutto il possibile per sopravvivere, ritrovare il resto del gruppo e fuggire il più lontano possibile da quel luogo maledetto. Nel corso dell’avventura la ragazza scoprirà che l’isola non è deserta e che tutti i suoi abitanti sembrano usciti da un manicomio, la cui intenzione è uccidere tutti coloro che non appartengono a quel luogo senza una motivazione precisa. Passo dopo passo la protagonista verrà a conoscenza di segreti sempre più sconcertanti che riguardano l’isola e le terrificanti vicende che vengono nascoste dal suo aspetto paradisiaco e tropicale.
Attraverso i suoi occhi scopriremo cosa significa nascondersi senza sapere cosa sta realmente accadendo attorno a noi, orientandoci grazie all’udito e facendo ben attenzione a dove si mettono i piedi, per evitare che chiunque ci stia cercando ci trovi.
Tra scalate e crafting
Die Young offre molte opportunità per riuscire a sopravvivere in questo luogo inospitale e apparentemente fermo al medioevo, in un mondo vasto e senza dare alcuna indicazione di dove ci si trovi o cosa si debba fare. La lista degli obiettivi cambia in base al luogo scoperto aumentando il tempo di gioco e stuzzicando la curiosità del videogiocatore sulla storia dell’isola.
Il sistema di crafting ricorda molto quello di Farcry 3, dove cacciando e trovando materiali si possono creare nuovi oggetti ed equipaggiamenti per affrontare al meglio gli ostacoli che si trovano tra noi e la fuga dall’isola.
Una componente piuttosto incisiva è rappresentata dall’abilità della protagonista di poter scalare pareti e scogliere (ove ci siano agganci) data la sua passione per il free crimbling, dando anche uno spunto di fuga nel caso gli abitanti dell’isola o qualche animale famelico vogliano toglierci la vita. Quest’ultimo elemento è risultato un po’ macchinoso data l’esigenza di dover mirare con precisione l’aggancio per poter continuare la nostra scalata, aspetto che necessita di modifiche in tema di hitbox dato che serve troppa attenzione: se la mira non viene presa con esattezza la protagonista non si aggrapperà all’appiglio, facendoci cadere rovinosamente al suolo, perdendo così salute o addirittura finendo con un game over.
Per quanto riguarda il crafting risulta molto difficoltoso e alle volte stancante dato che non avendo armi da fuoco o simili, ci si deve arrangiare con quello che si possiede, siano bastoni o pietre (queste saranno illimitate e sempre disponibili) rincorrendo e cercando di uccidere gli animali che abitano l’isola.
Die Young non offre inoltre molte possibilità di approccio verso gli avversari: dovendo optare sempre per la fuga, ovviamente in modo silenzioso e senza farsi notare, la fatica nell’aver battuto un nemico si farà sentire in modo marcato. Questo risulta parecchio interessante data l’assenza totale di armi che siano davvero utili o durature, e dato che ogni oggetto creato avrà una barra di durata che diminuirà ad ogni utilizzo. Interessante anche perché la protagonista, essendo una comune ragazza, non dispone di tecniche di combattimento o addestramenti stile Lara Croft che possono tornarle utili per affrontare tutti i pericoli dell’isola, e ciò conferisce un pizzico in più di immersione al videogiocatore.
Il lavoro svolto dal team di sviluppo sembra proprio avere come obiettivo quello di porsi la domanda: e se mi trovassi in una situazione del genere? Una domanda che sicuramente potrà trovare una risposta nel cuore di ogni videogiocatore e che potrà aiutare nell’affrontare questa paranoica avventura in cui il pericolo è sempre in agguato.
Come detto in precedenza si tratta di un titolo open-world in cui niente e nessuno che ci indicherà cosa fare o dove andare, quindi la componente dispersiva è un elemento fondamentale con il risultato di vagare senza meta per l’intera isola. Questo aspetto rende ancora più immersivo Die Young, dando al videogiocatore il compito di capire dove si trovi e cosa debba fare con le proprie forze, mettendo sullo stesso piano sia lui che la protagonista.
Guarda con attenzione
L’ambientazione offerta da Die Young risulta curata e molto pensata anche se non del tutto pulita, ovviamente parliamo di un accesso anticipato il che fa pensare che sicuramente alcune cose subiranno modifiche prima e dopo la sua uscita. Trattandosi di un titolo open-world è normale che alcuni dettagli non siano sviluppati con precisione, ma nel complesso risultano comunque soddisfacenti.
Il tema dell’isola deserta ha dato agio al team di sviluppo di giocare su campi erbosi aperti e una componente boschiva molto selvaggia in cui la natura non ha trovato ostacoli nel suo crescere. Questo rende il tutto molto affascinante e visivamente appagante, dando anche un senso di dispersione pacifica e senza variazioni fastidiose all’occhio.