Prima di intrattenerci in questa chiacchierata domenicale, dovremmo fare un più che doveroso preambolo: la nostra amata Nintendo Switch ha dei problemi tecnici con i Joy-con. Fatta questa osservazione sul pressoché unico neo della console, possiamo concentrarci invece sulla versatilità dei controller, i quali, escludendo Nintendo DS, Nintendo 3DS e parzialmente Wii U, possono replicare praticamente ogni schema di controllo mai esistito nella storia di Nintendo. A dimostrazione di questo, il servizio Nintendo Switch Online, pur ammettendo tacitamente di voler aggiornare il proprio catalogo con cadenza fastidiosamente annuale, sta comunque ampliando la rosa di console e con essa i giochi che hanno fatto divertire i nostri fratelli maggiori, per non dire i nostri genitori.
Chi ti scrive è entrato da poco nei cosiddetti “trenta suonati”, e veder rivivere tante console precedenti per un pubblico di nuove leve è soddisfacente anche “dall’altra parte” di questa barricata generazionale. Se si dovesse, alla buon’anima di Iwata piacendo, arrivare anche a Wii, è palese che sarà molto probabilmente impossibile fare una conversione in scala 1:1 dei controlli a base di Wiimote, ma non è che l’idea di rivivere Super Mario Galaxy in salsa portatile mi dispiaccia. Tutt’altro.
Tra entusiasmo, diffidenza e goliardia
Ma non sono solo i giochi Nintendo del passato a suscitare una salivazione collettiva, nossignore. Ormai “perfect for Switch” è diventato praticamente un meme di internet. Non è un caso: siamo di fronte alla fenice che ha fatto resuscitare la casa dell’idraulico dalle ceneri di Wii U, mettendoci un pizzico di PlayStation “Switch prima di Switch” Vita che non guasta mai. Vuoi per lo schermo piccolo, ma grande quanto basta da lasciarci un gusto di HD anche quando siamo in giro per il globo, vuoi per una potenza non eccessivamente inferiore alla concorrenza, vuoi per il continuo, romantico tango tra Nintendo e Microsoft… ma la nuova arrivata ha superato subito lo sbigottimento iniziale, e al momento sta scalando anche le vendite delle console più vendute della storia del colosso di Kyoto. La peperina di VG24/7, Brenna Hillier, ha a suo tempo speso parecchie parole intrise di veleno prima dell’uscita di Switch; parole che si è dovuta rimangiare, come hanno dovuto fare tutte le altre malelingue.
Una passione personale: la libertà di giocare ovunque
Non che lo scetticismo malriposto si traduca in una situazione completamente rose e fiori, affatto. Switch continua ad avere i suoi problemi, che però in un futuro di console ibride mi piace già definire come dei semplici “errori di gioventù”. Non tifo per Switch solo perché il mio animo nintendaro tiene le mie redini. Lo faccio più semplicemente perché questo è ciò che avrei voluto sin da quando il metaforico Muro di Berlino tra console fisse e console portatili si è rivelato fastidioso, cioè dall’era Nintendo GameCube/Game Boy Advance in cui sono caduto giù per il tubo di Mario per poi non volerne uscire mai più. Non faccio alcun mistero della mia anima di fanboy: guarda i miei articoli e vedi in quanti di essi riesco a infilare quantomeno un vago accenno a Super Smash Bros. Ultimate. Ho sempre desiderato un episodio portatile della serie crossover, ma quando c’è voluta Nintendo 3DS per renderlo una realtà, lo strazio di questa linea di confine tra i due mondi era innegabile.
Perché dobbiamo essere costretti a stare a casa per giocare a un determinato titolo? Perché invece nel caso di Pokémon o di Mario & Luigi dobbiamo sempre tenere sott’occhio le batterie? Se fosse stata Sony, o Microsoft, ad abbattere il muro come un novello Ronald Reagan, ora starei tessendo le lodi di Yoshida e Spencer, e un futuro ibrido renderebbe improvvisamente i colori blu e verdi molto più appetibili. Per ora, però, preferisco il rossore con cui Nintendo ha zittito le già citate maldicenze con il prevedibile successo dell’unione tra un fallimentare mercato casalingo e un inossidabile mercato portatile. In quest’ultimo settore il fallimento di PlayStation Vita è stato “giustificato” da Sony con un “non c’è mercato per le console portatili, con gli smartphone in giro”: inspiegabili, dunque, i continui introiti che Nintendo 3DS sembra non smettere tuttora di incassare.
Tutti a bordo!
Ormai è chiaro che la stragrande maggioranza dell’utenza Switch vorrebbe giocare anche i titoli che hanno graziato altre console. Ed è qui che il discorso entra nel vivo: questo era avvenuto con ogni altra console della Grande N sin dai tempi di Nintendo 64 (o “il nintendone” per i quattro gatti che ne avevano uno nel nostro italico stivale), è vero, ma mai come con Switch tutti stanno chiedendo i port più disparati.
Spyro: Reignited Trilogy? I più temerari hanno decretato “aspetto che esca su Switch”, e port fu. Cuphead? “Sarebbe perfetto su Switch”, hanno tuonato tutti a gran voce prima della sua conferma in un Direct per gli indie. Ori And The Blind Forest? Stesso procedimento, e la conferma è inevitabilmente arrivata, con risultati che puoi provare con mano anche tu. Nier: Automata? Non è confermato, ma Yoko Taro di certo non è contrario all’idea. Doom Eternal, dalla stessa Bethesda che di Wii U disse: “il tempo per convincere le terze parti è già passato”? Lancio simultaneo con altre console. Nemmeno Nintendo stessa è immune alla richiesta di port, in una comprensibile esigenza da parte di chi vuole saltare a piè pari il precedente flop (infatti non restano più tanti giochi esclusivi alla povera Wii U ormai).
Si sta verificando una sorta di “do ut des” silenzioso tra un’utenza in continua espansione e i vari publisher che, cascando puntualmente dal pero ogni volta, alzando il sopracciglio sembrano accorgersi che no, Nintendo non è poi così morta come avrebbe lasciato supporre Wii U. I fan invece, pagando in silenzio o pagando con la propria voce, ribadiscono che ogni gioco è perfetto per Nintendo Switch, sebbene quest’ultima non sia di default perfetta per ogni gioco.
Quel che è certo, grazie a studi come Panic Button, è che le conferme di titoli “impossibili su Switch” fanno puntualmente capolino a ogni Nintendo Direct. Oggi è stato quell’Overwatch un tempo impensabile, domani potrebbe essere Kingdom Hearts III, chi lo sa. Una sola cosa è sicura, per il momento: se c’è là fuori qualcuno che, con il consueto bieco cinismo, spera ancora che Nintendo si ritrovi a sviluppare titoli per PlayStation e Xbox, sminuendo come una volpe il valore di quella “uva acerba” che è la Grande N, forse verrà il giorno in cui Nintendo sarà la nuova Sega; per ora, però, gli hater hanno decisamente sbagliato console.