Così come ha fatto con Daemon X Machina, anche su Dragon Quest XI S: Echi di un’era perduta Nintendo sta puntando molto, promuovendone il protagonista come (sfortunato) personaggio giocabile in Super Smash Bros. Ultimate. Uno dei maggiori punti di forza di questo titolo è la sua natura open-world alternata a un design quanto mai classico in più di un modo, uno dei quali la possibilità di alternare, letteralmente, la visuale tridimensionale a quella 2D tipica dei giochi di ruolo nipponici più classici in ogni momento.
Per quanto si tratta di un titolo che ha fatto il proprio debutto su Nintendo 3DS, però, il produttore Hokuto Akamoto ha rivelato in un’intervista di RPG Site quanto la feature si sia dimostrata difficoltosa da implementare. La lunga chiacchierata, tenutasi insieme alla mente dietro la serie Yuji Horii, è disponibile in inglese qui; nello specifico, però, in merito all’inedito elemento di gameplay, ecco cosa è stato detto.
RPG Site: “Ci sono state sfide interessanti nello sviluppo per assicurarvi che il design delle aree ed elementi similari funzionassero in entrambe le modalità? Voglio dire, è palese che rappresentino tutto in maniera molto diversa tra loro…”
Hokuto Akamoto: [ridendo] “Ah, è stato difficile. Come avete detto, sono aree molto diverse in fatto di design e anche le dimensioni tra le mappe in entrambe le modalità cambiano parecchio. Volevamo che i giocatori capissero che si tratta delle stesse città nonostante l’aspetto ben diverso. Dovevamo scegliere cosa lasciare e di cosa fare invece a meno dal punto di vista geografico, quali punti di riferimento lasciare nella versione 2D e così via… è stato difficile, capire cosa lasciare e cosa no.
Inoltre, il testo cambia tra 3D e 2D – così abbiamo dovuto bilanciare pure quello. Se una cosa cambia, non è automatico che lo faccia anche l’altra… così abbiamo dovuto cambiare tutto, una cosa per volta. E non è stato per niente facile, non voglio farlo mai più!” [ride]
Una frase forte con cui chiudere, che si tratti di una battuta o no: potrebbe davvero essere un’occasione irripetibile.